Nina Miselli: vincitrice del Premio Olmo

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Nina Miselli nata a Piedimonte Matese, vive a Montecchio Emilia. Docente di etica sociale e religione cattolica ha una grande passione per la scrittura. Ogni volta che scrive, è come se avesse il mondo tra le mani. Nei suoi libri c’è la sua anima, la sua fantasia, l’amore per il suo paese di nascita, la sua famiglia.  Nel 2013 Nina viene inserita nell’enciclopedia universale degli autori italiani. Nel 2014 vince il premio di letteratura “Olmo 2014 – Leggendo Leggendo” sezione narrativa. Partecipa nel 2015 all’evento culturale “Premio Moscati”.

Rivista Donna l’ha incontrata per voi….

Nina Miselli con Niccolò Centioni (Rudy dei Cesaroni)
Nina Miselli con Niccolò Centioni (Rudy dei Cesaroni)

Come è iniziata la passione per la scrittura?

Ho iniziato a scrivere all’età di otto anni, all’inizio era un modo per comunicare i miei sentimenti, essendo timida non riuscivo spesso a parlare. Ma poi ho compreso, cosa significava scrivere per me. Ogni volta che inizio un nuovo libro, è come se avessi il mondo tra le mani, mi sento viva. Consapevole che nei miei libri c’è la mia fantasia, la mia anima e pagina dopo pagina è messo a nudo dai miei lettori. 

Da cosa trae ispirazione per i suoi romanzi?

L’ispirazione per i miei libri nasce dal mio paese natale Piedimonte Matese e dai miei sogni. E’ il modo più affascinante, per parlare di quei luoghi tanto misteriosi e affascinanti che hanno conquistato la mia fantasia da bambina.

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“Il bacio della buona notte” è dedicato ai suoi figli…

Il bacio della buona notte è dedicato completamente ai miei figli. Ogni sera prima di dormire raccontavo loro, una storia dove erano protagonisti. Era un modo per farmi perdonare la mia assenza durante il giorno a causa del mio lavoro.

Caronte, figura mitologica “Traghettatore dell’Ade” cosa vuole raccontare in questo suo romanzo?

Caronte parla di Sabry che viene rapita da un maniaco e la rinchiude in una cripta. Non conoscendo il nome del suo rapito lo chiama Caronte come il traghettatore dell’Ade. Era stanca di lottare, di essere sola. Ogni sua risorsa mentale stava esaurendosi, l’unico filo che la teneva collegata alla realtà era suo padre, la consapevolezza che lui non l’avrebbe mai abbandonata. Aveva smesso di segnare anche i giorni, non aveva senso distinguere la realtà in quel luogo, dove ogni notte era uguale al giorno. Lì i fantasmi del passato tornavano alla sua mente, e il presente era vuoto come quel piccolo cimitero abbandonato, abbandonato come lei. Le uniche parole che le tornavano alla mente erano quelle di Caronte: “Nessuno ti cerca, io sono e sarò la tua famiglia.” Malgrado ogni sua parola le riempisse lo spirito, in un angolo del suo cuore c’era una piccola fiammella accesa che urlava come un sussurro del vento di non rinunciare, perché il suo caro papà l’avrebbe cercata per tutta la vita. Era quella l’unica piccola speranza che la teneva in vita in quel luogo maledetto. Caronte arrivò in un giorno come un altro. Il suo sguardo era diverso: aveva quel luccichio malefico, più freddo e gelido del solito, quasi fosse un bimbo che finalmente dopo tanta attesa stava per vincere il suo premio.

Il romanzo “l’angelo nero”, tratta il tema della violenza sulle donne … cosa bisognerebbe fare a suoi avviso per arginare tale fenomeno?

Troppo spesso la donna nasconde la violenza subita, perché l’uomo la vuole fa sentire colpevole e sporca. Bisognerebbe rendere forti queste ragazze attraverso la conoscenza. Credo che l’organo competente per aiutare queste ragazze è l’istituzione scolastica, progettando dei corsi obbligatori con un esperto.

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E’ docente di etica sociale e religione cattolica, come crede sia cambiato il ruolo della donna nella famiglia e nella società in questi ultimi anni?

Negli ultimi tempi la donna è protagonista autorevole e responsabile dello sviluppo sociale e familiare. Oggi la donna si trova a gestire una rete di relazioni vasta e complessa che riguarda non soltanto il nucleo familiare, ma anche il mondo del lavoro e della scuola.

A quale romanzo è più legata?

Sono legata a tutti i miei romanzi, ma Piedimonte Matese e il mistero della casa sul ponte, in esso parlo della mia adolescenza e dei luoghi a me tanto amati e del mio primo amore non corrisposto per un ragazzo…

Sta lavorando a un nuovo romanzo?

In questo periodo sto lavorando ad un nuovo libro è la storia di tre adulti e due bambini che si ritrovano dopo la perdita di un loro familiare e grazie ai continui scontri e litigi ritorneranno a sorridere alla vita. Nel mese di marzo parteciperò al nuovo evento culturale Insieme per l’arte, saremo ospiti al centro Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, con poesie in tema.