Vedersi e sentirsi belle, anche con il cancro
Sono piccoli gruppi di 6-7 donne che si riuniscono in un’ atmosfera informale, tutte con storie diverse, ma accomunate da una diagnosi oncologica e da trattamenti che le aiutano nel percorso di guarigione. Hanno davanti a loro cosmetici e prodotti di bellezza di ogni tipo come pennelli e specchi. Ed esperti competenti o sensibili pronti a insegnare loro tutti i segreti del mestiere per imparare in poche ore il make-up giusto o provare nuovi trattamenti. Sono i laboratori di bellezza gratuiti di La forza e il sorriso Onlus, che quest’anno compiono 10 anni di attività.
Il programma nasce in Italia sotto il patrocinio di COSMETICA ITALIA – associazione nazionale imprese cosmetiche – ispirandosi all’esperienza internazionale di “Look Good Feel Better”, analogo programma varato negli Stati Uniti nel 1989. Ad oggi sono 26 i Paesi che vi aderiscono. La forza e il sorriso è un programma non-medico, non interferisce con le cure mediche né intende in alcun modo sostituirsi ad esse ed è completamente gratuito, gli esperti offrono la propria consulenza a titolo di volontariato e non propongono alcun marchio o servizio a scopo privato.
«La malattia e le cure ti cambiano, ti vedi diversa e la tentazione di lasciarsi andare è forte», spiega Anna Segatti, nuovo presidente dell’associazione. «Ma i laboratori offrono uno spazio dove essere di nuovo donne belle e complete, dove si condividono esperienze e sensazioni. Anche se il tema deve sempre restare quello del benessere, del piacere, dello scoprire che a volte bastano pochi accorgimenti per vedersi meglio».
Continua la psicoterapeuta Maria Carmela Scriminaci, «Spesso il problema che emerge non è soltanto il cambiamento fisico (la perdita di capelli e ciglia, la pelle più secca, il gonfiore delle cure cortisoniche), ma anche la sensazione di essere diverse perché malate. Di essere guardate e considerate non come donne, ma come pazienti. Insieme ci si accorge che sono problemi comuni, che si può essere quello che si è, in quel particolare momento della vita, senza perdere femminilità. Spesso l’atmosfera che si crea è così amichevole e distesa che le partecipanti, spontaneamente, si tolgono le parrucche o i foulard, si mostrano come sono, senza paura».
E anche le pazienti oncologiche, come la maggior parte delle donne, di fronte ai cosmetici tornano un po’ bambine, come racconta Paola, che ha partecipato a uno dei laboratori a Milano. «Innanzitutto, ci si impone di non parlare del tumore: siamo lì per fare altro. E questo è già un bel sollievo. Poi la libertà di provare, spalmare, perfino sbagliare, scambiarsi pareri su un colore o un cosmetico…». Senza contare che la consulente non è soltanto un’estetista: è esperta di piccoli e grandi trucchi per ovviare ai problemi dati dalle cure oncologiche. «Io, per esempio, che “pasticcio” con il make up da quando avevo 14 anni e mi considero un’esperta, ne ho imparati 2», continua Paola. «Il primo serve quando, con la chemio, oltre ai capelli perdi anche le ciglia. Visto che non puoi mettere il mascara, per dare l’illusione di un “ventaglio” basta passare la matita nera sulla rima palpebrale superiore. Il secondo credo che mi accompagnerà anche quando le cure saranno finite: l’uso di un primer illuminante prima del fondotinta. È fantastico per contrastare la pelle grigia e spenta».
«Sono queste e tante altre testimonianze a spingerci a continuare», conclude Anna Segatti. «Ed è interessante anche che a volte siamo proprio noi, attraverso le indicazioni che arrivano dai consulenti o addirittura dalle pazienti, a chiedere alle case cosmetiche di elaborare prodotti adatti a risolvere i problemi estetici legati alle cure oncologiche».
di Ilaria Rundeddu