Eliana Trentalancia: Reloaded Design™ pezzi unici dal significato un pò magico
Eliana Trentalancia è nata a Milano, vive tra il Canton Ticino, Svizzera e Milano. Ha studiato presso il ‘Fashion Institute of Technology’ di New York. Ha lavorato in Italia e all’estero per i più prestigiosi marchi del lusso internazionali della moda e del design. Appassionata di scienze esoteriche e di alchimia, ha collezionato durante i suoi numerosi viaggi pezzi e oggetti provenienti da tutto il mondo. Creativa e curiosa per definizione, ha scelto di dare nuove forme ed espressione ad antichi mobili trovati dopo un lungo e paziente lavoro di ricerca, rendendo contemporaneo l’antico sapore di un artigianato unico, irripetibile e rigorosamente “italiano”. Un lavoro sinergico di arte e manualità, per restituire al più autentico “made in Italy” valore e splendore appannati dal tempo. Reloaded Design™ è il risultato di un originale intervento che rende speciale e unico ogni elemento di arredo e restituisce nuova vita al passato, trasformando in contemporaneo e ultramoderno un pezzo di vita vissuta.
RivistaDonna l’ha incontrata per voi…
Eliana, hai studiato presso il ‘Fashion Institute of Technology’ di New York. Ha lavorato in Italia e all’estero per i più prestigiosi marchi del lusso internazionali della moda e del design. Ci racconti questa passione…L’idea di iniziare l’attività della sua azienda Reloaded Desing come è nata?
Sono ormai quasi 30 anni che vivo nel mondo della moda, dei gioielli e del design. Ho fatto la stilista, mi sono occupata di Relazioni Pubbliche e di Comunicazione per i grandi marchi del lusso e ciascuno di loro ha lasciato un segno indelebile di raffinatezza, di gusto e di bellezza che hanno maturato in me la voglia di sperimentare ancora la mia creatività. Sin da ragazzina sono stata appassionata di esoterismo e di simbologia e provo un’attrazione irresistibile per le cose vecchie, gli oggetti che hanno una storia, che portano i segni del tempo. Il progetto Reloaded Design™ mette insieme tutte queste esperienze e passioni.Ciò che mi affascina di più è il processo di mutamento, di trasformazione, di rinascita di un mobile che era destinato a essere dimenticato. Provo una sensazione elettrizzante nello scovare pezzi d’arredamento bellissimi ma impolverati e abbandonati, frutto della fantastica capacità manifatturiera italiana del passato. Di un pezzo mi attrae una forma, un particolare intaglio. I mobili che scovo nelle cataste dei magazzini sono per me, per dirla in maniera Pirandelliana, come dei “personaggi” dimenticati “in cerca d’autore”. Quando li prendo e inizio a pulirli e sverniciarli, ne scopro l’essenza e ne rivelo le forme iniziali. Il lavoro di trasformazione viene da sé, perché ciascuno di loro ha un suo preciso carattere, una precisa identità, un fascino unico. E’ come vestire una donna: le si trova il vestito, il gioiello, il trucco che più le si addice… Così per i mobili… è esattamente lo stesso processo di valorizzazione e di esaltazione delle forme…
Con tecniche antiche recuperate e reinterpretate in chiave moderna pezzi d’epoca. Come si svolgono le fasi principali delle vostre creazioni?
Il mio non è un lavoro di restauro, anzi è assolutamente agli antipodi. Io non uso le tecniche di restauro classiche. Ogni pezzo è una sperimentazione dettata dal gusto, dalla voglia di trasgredire, di provare nuove strade. Uso tutto ciò che mi piace: materiali preziosi legati al mondo della moda, come i cristalli, gli strass, le passamanerie, le paillettes, le pietre dure e semi-preziose. Ma anche i materiali poveri, come quelli da cantiere, le reti e le lastre di ferro grezzo o i cavi d’acciaio. O quelli classici dell’antiquariato, come i profili e i decori dorati. Mi piace mischiare, mettere in contrasto il grezzo e il prezioso, i materiali più naturali e poveri con quelli più raffinati….. Anche le tecniche sono inusuali. Alcuni pezzi sono interamente realizzati con l’inchiostro puro, quello per scrivere, altri sono stati anneriti e affumicati con le torce, altri ancora rivestiti interamente di rete di ferro tagliata e modellata per seguire le forme del mobile…..non esistono limiti alle sperimentazioni. A volte sono anche deludenti, per cui bisogna ricominciare tutto da capo…..e poi da capo ancora…. Parto sempre cercando di togliere la patina del tempo, ciò che caratterizza l’epoca in cui sono stati creati: la gomma lacca e le verniciature, riporto al grezzo l’intero mobile: e quasi sempre riaffiorano dettagli bellissimi, nascosti dai numerosi restauri. E’ il caso ad esempio della radica, che in passato veniva ricoperta da lacche che la rendevano scura, opacizzando le meravigliose sfumature del legno. Oppure degli intagli, dove le lacche nascondono l’intervento manuale dell’artigiano sul legno. O dei buchi lasciati dai tarli, che vengono sempre stuccati e nascosti. Laddove è possibile, cerco di lasciare queste particolarità al grezzo, per evidenziare la capacità dell’artigiano e il segno del tempo. Ogni pezzo racconta una sua storia… E io cerco di seguirla e assecondarla…
Come si fa a coniugare artigianalità e modernità?
Credo che in fondo il mio lavoro sia un omaggio alla straordinaria capacità artigianale dei nostri maestri del passato…A volte mi commuove la bellezza degli intagli e penso a chi li ha realizzati, tanto tempo fa…Non a caso quasi tutti i decori sono lasciati al grezzo, proprio per evidenziare e valorizzare questa capacità artistica del nostro Made in Italy. Il connubio artigianalità-modernità è il risultato del mio lavoro, è Reloaded Design™.
Ti definisci un ‘artista visionaria e trasgressiva spiegaci meglio…
Reloaded Design™ è una voce fuori dal coro, uno stile preciso che vuole essere un “no” all’omologazione del gusto. Non a caso infatti ogni pezzo è un pezzo a sé, ha una sua storia, ha un nome, segue un gusto diverso, trasgressivo rispetto al design tradizionale… Amo il design tradizionale, non mi fraintenda, amo i designer contemporanei e la loro strabiliante capacità di realizzare mobili e arredi semplici e al tempo stesso elaborati. Ma non è la mia storia. Io voglio proporre una strada alternativa. Voglio proporre mobili come sogni, destinati a donne e uomini capaci di volare con la fantasia, con un tocco di ironia e stravaganza. I miei pezzi sono delle visioni oniriche che diventano realtà, attingono tutti al simbolismo esoterico, ciascuno di loro ha un significato un po’ “magico”.
Quale è la funzione di un designer?
Io non sono una designer “classica” forse qualcun altro potrà rispondere meglio di me. Ma credo che la funzione di un designer sia quello di creare pezzi belli ma al tempo stesso funzionali. Non credo all’estetica fine a se stessa, a mobili belli ma scomodi da usare. L’arredamento, oltre ad essere esteticamente bello, deve poi rispondere a una funzione ben definita.
Parteciperete all’evento “Fuori di salone” quanto sono importanti queste iniziative?
Parteciperò al Salone in due spazi espositivi. Presso la Galleria Garibaldi Connection, con una collettiva, dove esporrò una cassettiera degli anni ’50, Body Armour, rivestita in rete di ferro grezzo e presso la Galleria Neoclassica, dove esporrò gran parte dei miei pezzi unici e una serie limitata di coffee table, che sto creando proprio per il Salone. In quest’ultima insieme ai miei pezzi verranno presentati anche pezzi di alto antiquariato stile impero della galleria Neoclassica che mi ospita. E l’evento vedrà la straordinaria partecipazione di Pier Lorenzo Salvoni, artista geniale e poetico di light design, che ha accettato, con mia grande emozione, di realizzare installazioni di light design site-specific per ciascuno dei miei pezzi. Ne sono profondamente onorata. Penso che queste iniziative siano molto importanti e che possano essere il volano per dare visibilità alla creatività di tanti. Il Comune di Milano ha fatto davvero un ottimo lavoro negli ultimi anni e ha trasformato questa iniziativa da fiera per addetti ai lavori a un vero e proprio evento che coinvolge tutta la città.
Pensi che in questo lavoro, vi sia più spazio per gli uomini o per le donne?
Penso che parlare di uomini o di donne non abbia molto senso in termini di creatività, anche se ho notato che ultimamente la presenza creativa femminile è in netto aumento. D’altro canto abbiamo esempi sia nel presente sia nel recente passato di donne designer e architetti straordinarie. Stendhal diceva che la bellezza cambierà il mondo, me lo auguro. Mai come ora ce ne sarebbe proprio bisogno!