Intervista a Stefania Visconti: un concentrato di  classe ed eleganza a servizio dell’ Arte

 

 

 

Professionalità, classe ed eleganza: Stefania Visconti, modella, fotomodella e attrice di teatro, cinema di nicchia e videoclip musicali, è uno splendido concentrato di queste qualità. Noi di RivistaDonna l’ abbiamo incontrata per scambiare quattro chiacchiere e conoscerla meglio…

 

Stefania, siamo ormai entrati da qualche settimana nel 2018: credi che a livello professionale le donne siano oggi meno discriminate?

Tanti progressi sono stati fatti in questo senso ma c’è ancora molta strada da percorrere per raggiungere un livello professionale senza discriminazioni nei confronti delle donne.

 

Da che cosa nasce – a tuo avviso – questa forma di discriminazione nei loro confronti? Ma esiste discriminazione anche fra donne?

La discriminazione femminile è legata a tutta una serie di eventi storici che ci portiamo dietro da secoli. Ovviamente la situazione è migliorata notevolmente anche se tante difficoltà ancora sono presenti. Un esempio fra tanti sono i salari inferiori delle donne rispetto agli uomini. Non parliamo di Paesi dove alle donne è vietato anche entrare in uno stadio, in un palazzetto o addirittura guidare. I peggior nemici delle donne però sono spesso le donne stesse.

 

Perché – secondo te – spesso l’universo femminile non riesce a risultare collaborativo?

C’è un forte senso di competizione al femminile nella vita quotidiana e peggio sul posto di lavoro. Le donne generalmente non riescono a fare gruppo a differenza degli uomini.

 

L’invidia è un sentimento che nasce anche per colpa dell’insicurezza?

L’insicurezza è alla base dell’invidia. Abbiamo tutti un percorso diverso dagli altri e non ho mai capito come si possa essere invidiosi di qualcosa che non ci riguarda minimamente e che è totalmente lontano dalla nostra realtà.
Che cosa si può fare per diventare più sicuri di se stessi e delle proprie capacità?

Avere fiducia in se stessi utilizzando le proprie capacità è sinonimo di successo. Bisogna però essere in grado di riconoscere i propri limiti ed esaltare i punti di forza.

 

E come si può  – invece – accettare i propri limiti con estrema serenità?

Molto importante è tenere ben presente i propri limiti e provare a capire se possono essere anche superati in qualche modo. Se questo non è possibile si accetta il fatto che oltre un certo punto non si può andare. Non si tratta di debolezza ma di consapevolezza.

 

A proposito, che cosa significa possedere serenità oggigiorno?

Io sono serena quando ho raggiunto i miei obiettivi con la certezza di aver dato il massimo possibile per ottenerli. Cerco di vivere le situazioni con la giusta serenità per non angosciarmi e colpevolizzarmi per qualche eventuale insuccesso.

Tu l’hai raggiunta? E come hai fatto?

La mia serenità è stata raggiunta con l’equilibrio che ho acquisto in questi anni di duro lavoro su me stessa e sul mio modo di essere.

 

Essere persone appagate e serene nella vita privata può aiutare – secondo te – sul lavoro, al di là della professione che si svolge?

Se si ha un’impostazione serena nella vita quotidiana credo che si rifletta anche sul posto di lavoro inevitabilmente. Certo dipende molto dal tipo di lavoro che si svolge ovviamente.

 

Ma oggi lavorare nel mondo dello spettacolo è considerato finalmente una professione?

In Italia non si ha ancora la concezione che fare l’attore sia un lavoro. Quando dici che lavori nel mondo dello spettacolo la domanda successiva del tuo interlocutore sarà la seguente: “si ma come lavoro vero cosa fai?”.

 

Professione…Perché questa parola talora spaventa molto i giovani odierni?

La professione spaventa i giovani perché è sempre più difficile fare il lavoro per cui si ha studiato. Ci si sente disorientati in un mondo sempre più caotico e confusionario.

 

Credi che lavorare sia talvolta considerato qualcosa di fin troppo complesso e complicato da accettare per molti che s’illudono di vivere soltanto con piccoli sotterfugi?

Non penso che spaventi il lavoro in sé ma la precarietà che questo ha portato negli ultimi anni.

 

Pensi che la crisi economica che ha investito da molti anni l’Europa abbia in qualche modo istigato questo pensiero?

La crisi economica è stata un flagello perché ha colpito i sogni e le aspettative di molti giovani e non solo. Il lavoro è diventato una chimera e l’insicurezza che ne è scaturita ha destabilizzato e demolito le certezze di molte generazioni.

E soprattutto ritieni che tale crisi a livello per l’appunto economico abbia portato anche alla perdita dei valori più importanti della vita di un individuo?

La prima cosa che si è manifestata con la crisi economica è stata senza dubbio la perdita di tutti quei valori fondanti e necessari.

 

E infine che cosa si potrebbe fare – secondo te – per riscoprire tali arcani valori e tentare di viverli costantemente e pienamente nelle nostre vite?

Lavoro uguale dignità, ed è quindi assai importante a tale proposito che tutti possano accedere al mondo del lavoro. Riscoprire i valori fondamentali per viverli sarebbe necessario per tornare a sperare. Possiamo solo augurarci che le cose cambino presto per sognare ancora.

Di Laura Gorini