Bambini: quando dicono addio al passeggino?
Sembra che i bambini italiani risultino più precoci quando si tratta di abbandonare il passeggino
Con il passare degli anni infatti, i piccoli smettono di utilizzarlo in anticipo rispetto a qualche decennio fa.
Se prima veniva usato quasi sempre fino all’età di tre anni, oggi c’è un anticipo: si utilizza sempre fino a due anni, mentre tra i due e i tre anni l’impiego diventa saltuario, per poi cessare del tutto
Questo è ciò che è emerso da una ricerca realizzata in vari luoghi d’Italia. Effettuata attraverso un monitoraggio nel lungomare di San Benedetto del Tronto, presentato successivamente nel Comune marchigiano dal pediatra di Milano Italo Farnetani, docente della Libera Università degli studi di Scienze umane e tecnologiche di Malta.
L’obbiettivo della ricerca era quello di stabilire l’età in cui i bambini lasciano il loro passeggino.
Ci ha permesso di rilevare che, rispetto al passato, oggi si è accorciata l’età di uso continuato di questo strumento. Se prima era indispensabile fino ai tre anni, oggi dopo questa età la maggioranza già non lo utilizza quasi più. Risultato? Visto che i bambini scendono prima dal passeggino, in Italia ce ne sono circa 850 mila da ‘rottamare’
Ma cosa è cambiato? Perché i bambini iniziano a camminare prima?
Ovviamente c’è una spiegazione scientifica.
Oggi i bambini sono sempre più ‘tardivi’, cioè l’età dei loro genitori è più avanzata. E con il calo della natalità c’è una maggior presenza degli adulti (genitori, nonni, zii) intorno al piccolo, che finisce per godere di una maggiore sorveglianza ma anche di più stimoli, per cui impara precocemente a camminare e a essere autonomo. Per lo stesso motivo oggi anche il fenomeno del gattonamento è pressoché scomparso, a differenza del passato, quando i bambini iniziavano a gattonare verso gli otto mesi in modo costante
Assicura Farnetani.
I bambini iniziano prima a camminare con un appoggio sotto la sorveglianza degli adulti e talvolta saltano o riducono molto il gattonamento. Imparano prima cioè a muoversi nell’ambiente in modo più sicuro. Ecco perché dopo i due anni, ma in alcuni casi già dai diciotto mesi, preferiscono camminare da soli, anziché nel passeggino
Ha spiegato il pediatra.
Al giorno d’oggi vedere la mamma o il papà che spingono passeggini vuoti mentre il bambino passeggia da solo, è molto comune.
Abbiamo verificato questo fenomeno sul lungomare di San Benedetto del Tronto, perché offre delle caratteristiche di sicurezza per cui i genitori sono stimolati a far muovere da solo il bambino, e nello stesso tempo non ci sono pericoli: la ‘passeggiata’ ha una larghezza media superiore ai 10 metri, non ci sono né auto né biciclette, in quanto per questi mezzi ci sono corsie riservate, e nello stesso tempo lo spazio è animato e anche ombreggiato. In un ambiente simile i bambini si muovono liberamente, e già a due anni li abbiamo visti scendere dal passeggino, correre, giocare e camminare in modo autonomo. In una situazione analoga. Se il bambino dopo una certa età e da sveglio rifiuta di scendere dal passeggino, questo è un elemento anamnestico da approfondire, perché potrebbe essere anche un segnale di tendenza all’isolamento dall’ambiente oppure la spia di un disagio
Avverte Farnetani.
Quando giunge il momento delle vacanze:
Soprattutto quando ci sono spazi aperti e sicuri, e grazie anche ai vestiti più leggeri, che rendono più agili i movimenti è proprio il momento migliore per cercare di disabituarli all’uso del passeggino
Conclude il pediatra.