Antonella Fini: il Gran Ballo Romantico delle debuttanti di Vienna
Antonella Fini stilista turritana con le sue creazioni esalta la donna e la sua femminilità. Il suo stile è romantico e frizzante. Ricorda gli abiti di Elisa di Rivombrosa esalta la dolcezza e l’eleganza di una donna. Ha realizzato l’abito di Elena Da Mario, la ragazza che ha vinto alla cerimonia di Stresa ed è partita a Vienna a rappresentare l’Italia al famoso e romantico ballo dell’Opernball, il ballo delle Debuttanti di Vienna.
Rivista Donna l’ha incontrata per voi…
Antonella come è nata la passione per la moda?
Era un sogno che mi accompagna fin da bambina. Le basi di taglio e cucito le ho apprese grazie ad un’amica di famiglia, mentre le competenze tecniche le ho acquisite durante gli anni di studio in cui ho conseguito il diploma di tecnico sartoriale che ho frequentato a Pisa.
Cosa rende unico il tuo stile?
Il mio stile è romantico e frizzante. Ricorda gli abiti di Elisa di Rivombrosa esalta la dolcezza, la femminilità e l’eleganza di una donna.
Cosa rende elegante un abito?
Il modello rende elegante un capo, non il tessuto. La sagoma dell’abito è fondamentale.
I cambiamenti della moda riflettono quelli della società?
Penso che la società influenzi molto la moda e viceversa. Oggi più che mai abbiamo tantissimi stili. Possiamo scegliere colori, fogge, tessuti di ogni tipo e avere la possibilità di trovare abiti che ci rappresentino. L’abito fa parte di noi, racconta molto sulla nostra personalità.
Nel realizzare molte delle tue creazioni ricicli molti tessuti spiegaci meglio…
L’arte del riciclo è molto importante per me. Nulla viene trascurato nel mio armadio, tutto può essere trasformato in qualcosa di unico e originale. Da un vecchio giubbotto in pelle per esempio ho ricavato una borsa e una cintura. Oppure, da un abito che non uso più posso ricavare una stoffa che può trasformarsi in uno scialle o in un altro accessorio per un nuovo capo.
Hai anche aperto un corso di riciclo e cucito…
In questi tempi di crisi credo sia importante capire il giusto valore della cose e con un pò di creatività si possono realizzare tanti capi, e accessori unici. Durante il corso a chi parteciperà, insegnerò la tecnica di cucito e lancerò idee su come modificare l’abito, il pantalone o il cappotto. Sarà un modo per far acquisire un’arte che, può risultare utile in ogni occasione.
Tra i tuoi numerosi traguardi c’è la realizzazione degli abiti per il ballo delle debuttanti. Accompagnaci alla scoperta di questo romantico mondo…
Il Gran Ballo delle Debuttanti si ispira ai balli delle corti settecentesche europee, durante i quali le giovani rappresentanti dell’alta nobiltà conoscevano i loro principi e cavalieri. Ricordando questa antica tradizione, alcune ragazze di tutta Italia, ogni anno partecipano al ballo delle debuttanti che si svolge a Stresa e la ragazza vincitrice per l’Italia poi parte per Vienna. Io ho avuto modo di realizzare l’abito di Elena Da Mario, la ragazza che ha vinto alla cerimonia di Stresa ed è partita a Vienna a rappresentare l’Italia al famoso e romantico ballo dell’Operball di Vienna. Ho disegnato per lei un abito da sposa. Una grande soddisfazione ed emozione che ricordo sempre con grande piacere.
Parliamo di un progetto a cui sei molto legata… Impronte
Impronte è il mio ultimo progetto lavorativo ideato da me e presentato a Ottobre del 2014. Tutti gli abiti sono pensati e realizzati dalla mia creatività in collaborazione con Roberta Gallo. E’ una collezione pret à porter sviluppata interamente con lo scopo di donare il ricavato delle vendite in beneficenza per l’acquisto di un microscopio con macchina digitale e analizzatore d’immagine per scoprire le lesioni e favorire un pronto intervento per la cura dei tumori.
Come è nata l’idea di questo progetto?
Penso che la solidarietà sia molto importante e iniziative di questo tipo possano aiutare le persone ad aumentare la loro sensibilità e attenzione verso tematiche importanti che purtroppo possono coinvolgere tutti, come la malattia. In tanti in famiglia hanno la sfortuna di avere parenti colpiti dalla sofferenza e spesso, soprattutto per noi che abitiamo in un’isola è difficile poter affrontare le trasferte per affrontare le cure in Italia. Per questo, è importante che nel nostro territorio si creino iniziative che uniscano l’utilità di acquistare un bell’abito a quella della solidarietà. Credo molto in questo progetto e il mio motto è:”Chi veste un abito impronte si veste di responsabilità e solidarietà”.
Alla presentazione del progetto hanno sfilato modelle d’eccezione…
In passerella hanno sfilato donne che lavorano nel campo della ricerca, medici e donne che hanno combattuto e tutt’ora combattono contro la malattia. Una scelta accurata fatta con l’obiettivo di sensibilizzare le persone. Oltre che, un’occasione unica per donare una giornata di svago, gioia e serenità a tutte le donne che hanno partecipato facendole sentire importanti, belle e speciali.
Ogni tuo evento ha un messaggio da comunicare?
In numerose occasioni, ho lanciato al pubblico dei messaggi di solidarietà e sensibilizzazione riguardo tematiche importanti. Anni fa, ho realizzato una collezione dedicata a una donna formosa che indossa taglie dalla 42 in su, un progetto contro l’anolessia e la bulimia. Un altra collezione invece l’ho creata per raccogliere fondi a sostegno della ricerca sulla Talassemia. Tutti progetti in collaborazione con associazioni che si occupano di ricerca e beneficenza.
Iniziative che ti fanno onore. Come ti definisci come donna?
Sono molto combattiva, non mi arrendo e sono convinta che l’unione sia il motore per andare avanti, nella vita e nel lavoro. Credo in valori importanti come la famiglia. Sono una mamma, una moglie, una lavoratrice e in tutti i campi mi impegno con umiltà cercando di mettermi in gioco con spirito critico e con tutto il cuore.
Un progetto per il futuro?
Mi piacerebbe che la collezione impronte diventasse un vero marchio in cui le persone si potessero riconoscere e sentire rappresentate sapendo che comprando un capo impronte contribuiscono a fare un gesto di solidarietà.