ILARIA CONGIU VIVERE IN ALTO ADIGE CON L’ISOLA NEL CUORE, di Massimiliano Perlato
E’ come quando il mare tuona sulla battigia, carezzato dal sole, manifesta una cornice multiforme di colori vivi, che gratificano l’anima. Lo osservi, lo ascolti e completamente assorbito dal suo svilupparsi, vieni trasportato implodendo nel suo mondo.Lei è così, come il mare veemente che ti travolge. Un ciclone.
Ilaria Congiu è nata a Bolzano nell’ottobre del 1976, la più piccola di quattro sorelle, ha la Sardegna e in particolare Oliena nel suo cuore.
E’ il paese di origine dei suoi genitori Pietro e Anna.
E per me pronto a mettere nero su bianco per sommi capi la sua storia, da subito mi accorgo come questo viaggio fra le righe sia più complicato del solito. Anche perché lei per me è Amica con la lettera maiuscola, e la presunta ‘professionalità’ del momento è pressoché renitente. Con lei non funziona nel modo più classico.
Pronto a stravolgere tutto, ridisegnando percorsi pubblicistici già stabiliti e forse troppo scontati, mi ritrovo con la prima domanda fatta da lei..
“Perché questa intervista? Non ho fatto nulla di particolare e faccio della mia semplicità il percorso di vita”.
La mia risposta è un’alzata di spalle. E intanto lei suona la chitarra, il suo più grande amore.
Le dita delicatamente scivolano sulle corde. Un binomio quello con la musicacomposto dasensibilità e vibrazioni che pervadono l’ambiente e si librano nell’aria con una profusa lentezza.La mia opinione è tacita e la scruto rapito seguendo la veloce movenzadelle dita. Forsele storie che più mi dilettano sono proprio quelle semplici. Quelle che lasciano sovranità d’espressione all’arte esistenziale.La vita è un insieme di sfumature da catturare di volta in volta. Ilaria è maestra nel contagiare chicchessia con questo genere di sensazioni: con dinamismo e irriducibilità. E lo ha comprovato per esempio a Oliena dove è stata chiamata a prendere parte a una kermesse musicale in onore del poeta locale Giovanni Luigi Biscu, 93 anni di vita a enunciare l’isola in prosa. Nel giro di poco tempo ha creato una band in Alto Adige per poter partecipare. Ha musicato e cantato tre brani tradotti in italiano dei componimenti del poeta. Ed è stata un’apoteosi
. Un successo talmente ampio da “figliol prodiga” che nemmeno lei si attendeva.
Eppure le congiunturepositive c’erano tutte: l’abnegazione e la dedizione nel perseguire gli obiettivi in cui crede è talmente ossessiva, che diviene inverosimile ponderare di non riuscire negli intenti prefissati.
“Il primo accostamento con la chitarra – racconta Ilaria – è avvenuto da bambina quando ammiravo mia sorella Elena che la suonava. E ancora adesso lo fa meravigliosamente bene. Gli approcci con lo strumento sono stati da autodidatta. Posso affermare di aver imparato a suonarla da sola. Stesso discorso per l’indottrinamentonella sperimentazionedelle possibili potenzialità vocali che hanno avuto agli alborila mia partecipazione in alcuni cori locali”.
Fra le passioni di Ilaria Congiu non va omesso anche l’amore per il teatro.
“Sin dalla frequentazione alle scuole elementari, mi sono sentita affascinata da questo mondo. La mia classe era stata scelta per una rappresentazione e avevamo partecipato a un concorso provinciale aggiudicandoci il primo premio.”
Per lei è cominciata un’attività ventennale nel teatro amatoriale in diverse compagnie di Bolzano con la presentazione di commedie di autori vari con la concretizzazione anche di 45 date annuali in giro per l’Italia.
“Ricordo che oltre all’Alto Adige girato in lungo e in largo, siamo stati in Puglia, in Toscana. Ho rivestito diversi ruoli: sia principali che di supporto. Sfortunatamente ho dovuto mollare perchè l’impegno crescente non si conciliava con l’attività lavorativa.”
Diplomata come operatore turistico, Ilaria da diversi anni lavora come assistente giudiziario alla Corte d’Appello di Trento – Sezione Distaccata di Bolzano, introduce la “sua” isola proferendo della sua famiglia.
“Mio padre ha lasciato la Sardegna negli anni cinquanta – spiega – e a Bolzano ha svolto l’attività di Carabiniere. Una destinazione scelta fra le varie opportunità palesategli dopo i corsi di arruolamento tra Roma e Firenze. A Bolzano poi ha conosciuto mia madre Anna, nata a Bolzano ma figlia di emigrati sardi sempre di Oliena. Mio nonno materno era collega di papà nell’arma”.
E poi la Sardegna, sempre vigente nelle sue riflessioni.
“Le vacanze estive sono da sempre ad Oliena. E in particolare nella casa al mare di San Giovanni di Posada che a rotazione, quando è avverabile, utilizzo sia io che le mie sorelle Sebastiana, Elena e Luciana”.
Per Ilaria, allontanarsi dai monti dell’Alto Adige per ormeggiare fra lesfumature del Mediterraneo era l’azione più desiderata. Spesso ha scortato il padre nei suoi viaggi “fuori stagione”. E di quell’isola ne segue le vicende, come spessofanno con alterigia gli emigrati.
“Mi capita quotidianamente di evidenziare le peculiarità della mia terra – enuncia – anche se poi sono troppe le cose che non funzionano. Sento di essere una persona con il cuore diviso in due parti perché non ripudio la città dove sono nata, ma la mia ricerca d’identità sarda è incessante. E mi capita di parlarne con amici e conoscenti. Diversi di loro dopo esser stati amabilmente sollecitati a farlo – sorride –, hanno trascorso delle villeggiature in Sardegna. La mia è una missione.”
Così nel fine settimana che ho avuto il piacere di ospitarla, abbiamo proferito di quest’isola che ci equipara pur vivendola da lontano. Nella “mia” Brianza tra un giro in Piazza Duomo a Milano, una visita al centro di Monza e una camminata sulle sponde del Lago di Como dove abbiamo anche creato un piccolo book fotografico, di Sardegna abbiamo parlato e molto. Da questi trasporti che ci penalizzano, dove da sempre manca chiarezza e trasparenza. Da come conseguentemente il settore del turismo, che dovrebbe e potrebbe essere il fiore all’occhiello nell’economia regionale, ne esca sempre bacchettato e con le ossa rotte.
“Penso agli emigrati – dice – che bramerebbero tornare a casa con più continuità in diversi momenti dell’anno e sono palesemente danneggiati da una continuità territoriale pressoché inesistente se non si vive a Milano o a Roma. Il mio è l’esempio più lampante. Raggiungere Olbia da Bolzano è uno sfiancante peregrinare verso l’aeroporto di Verona che è il più vicino. Ma i voli sono limitatissimi. Gli orari impossibili. E spesso bisogna fare i conti con la mancanza di disponibilità di posti. Bisogna prenotare per tempo e nulla va lasciato al caso”.
L’impressione che ci parifica è quella di distinguere da lontano una classe politica sarda inadeguata, storicamente in impasse di fronte alle esigenze di un territorio già frustrato dall’insularità. E il giovani non scorgono sbocchi.
“Mancano le dinamiche degli incentivi per far decollare i settori trainanti. – sottolinea con enfasi Ilaria – Penso all’agricoltura per esempio. Mi viene naturale raffrontare il Trentino Alto Adige rispetto alla Sardegna. La funzionalità e la praticità su questi aspetti non sono lontanamente paragonabili.”
Per lei negli anni scorsi c’è stata anche una parentesi triennale alla Presidenza dell’Associazione Sarda “Eleonora d’Arborea” di Bolzano.
“Mi sono avvicinata alla vita del circolo dove papà èstato Presidente per un lungo periodo. E’ un po’ la mia seconda casa vissuta tra folklore, gastronomia tipica, attività ricreative e conferenze culturali sulla Sardegna.”
Ilaria parla del suo tragitto all’interno dell’Associazione dove ha cominciato come consigliere, come responsabile del Gruppo Giovani e anche delle Donne. Altro iter che ci accomuna è stato quello dei percorsi formativi collegati alla Federazione delle Associazioni Sarde in Italia.
“Poi dal 2012 al 2015 sono stata Presidente. Era il periodo che disgraziatamente ha coinciso con la tragica alluvione che ha colpito l’isola. Ci siamo subito prodigati per sopportare nel nostro piccolo le persone in difficoltà. La più grande soddisfazione è stata quella di far pervenire 500mila euro dalla provincia di Bolzano suun progetto collaborativo con le istituzioni di Oliena per il ripristino della fonte de Su Gologone, danneggiata dall’alluvione”.
A ruota libera Ilaria menziona altri passaggi chiave del suo cammino come Presidente: dalla conferenza sul baco da seta tenuta da una rappresentante di Orgosolo, alla realizzazione della festa sarda che il circolo ha storicamente proposto nel territorio bolzanino. E la presenza della Compagnia “Teatro Civico Sinnai Effimero Meraviglioso” con lo spettacolo ‘Grazia a Maria’, due donne che hanno fatto la storia culturale della Sardegna quali Grazia Deledda e Maria Carta.
“E’ il futuro del circolo che mi angoscia. – dice infine – Penso sia un’incertezza che investe tante realtà associazionistiche. La burocrazia nei rapporti con la Regione Sardegna andrebbe snellita e si fa fatica a creare ricambi generazionali. L’esigenza di innovare il sistema è oramai imprescindibile”.
Massimiliano Perlato