Paola Naitana – la “dottoressa” dell’inquinamento
La terra e il mare, sono questi i due elementi che rendono grande la nostra regione. Due ambienti diversi, incredibilmente belli e unici che dobbiamo sempre salvaguardare e tutelare. Dipende da Sardi valorizzare ulteriormente il grande patrimonio della Sardegna. L’impegno di tutti anche nelle piccole cose, è fondamentale per far beneficiare di tanta bellezza anche le generazioni future. Per questi motivi e altri ancora, nasce il 18 Marzo del 1967 a Cagliari, la Socità Battellieri Cagliari. A fondarla fu Antonio Naitana, un uomo che rispettava e amava molto la natura. Aveva cullato per anni l’idea di un’iniziativa che oltre ad essere una professione fosse un atto d’amore per l’elemento naturale che sentiva a lui più caro: il mare. Per mare aveva a lungo navigato apprezzandone la potenza e la generosità ma, avvertendone anche la necessità di tutelarlo, di proteggerlo dal degrado, dall’incuria e dalla trascuratezza di chi non capiva la sua ricchezza e bellezza. Antonio però, aveva compreso la necessità di curarsi della sua salute e pulizia e aveva operato in questo senso dando vita a una organizzazione che avvalendosi di uomini, mezzi e impianti era ed è oggi in grado di rimediare a piccoli e grandi disastri ecologici. Dopo oltre 40 anni di attività la “Battellieri Cagliari” è d’esempio per la Sardegna e oggi con il suo patrimonio di uomini, impianti, tecnologie, è al servizio della società per la lotta all’inquinamento e la salvaguardia dell’ambiente. Opera su tutto il territorio nazionale attuando: disinquinamento e bonifica delle acque portuali, costiere lagunari e fluviali; bonifica delle spiagge e scogliere da inquinamento di prodotti petroliferi; posizionamento delle panne; rifacimento e pulizia degli arenili; trasporto merci e passeggeri con mezzi nautici. Dal 1988 Antonio non c’è più ma, i suoi ideali e il suo impegno nel settore trova continuità nell’egregio e ancor più importante impegno della figlia Paola. Colei che dal 1989 è alla guida dell’azienda. Una donna che ricorda con orgoglio il periodo in cui il padre era “al comando” di tutto. Sono cresciuta in quest’azienda. Mio padre – dice Paola- coinvolgeva la famiglia in ogni scelta e decisione, parlava sempre del suo amore per l’ambiente e il mare in particolare. Questi sentimenti li ha trasmessi a tutti noi e appena ho potuto, a 18 anni, dopo aver conseguito il diploma all’istituto professionale, ho incominciato a lavorare qui. Solo dopo la morte di mio padre nel 1989, sono diventata l’amministratrice. Nei primi tempi mi ha affiancata in questo ruolo mi fratello Ugo. Purtroppo però anche lui ci ha lasciati e dal 1994 sono io la coordinatrice di tutto. L’azienda da allora è nelle mie mani e cerco di farla crescere con impegno, dedizione, fatica. Non sempre è facile, prendo decisioni importanti, gestisco le relazioni con gli uffici, con i ministeri, quello dell’ambiente in particolare. Curo tutte le relazioni interne ed esterne dell’azienda. Partecipo a convegni e fiere internazionali per essere sempre aggiornata su tutto.
Come è stata accolta dai suoi colleghi uomini?
All’inizio con un pò di curiosità, poi con rispetto sia per me come persona che per l’azienda che rappresento. Assieme a una collega siciliana anni fa eravamo le uniche donne a capo di aziende che operavano nel settore dell’antinquinamento marino.
Come concilia lavoro e famiglia?
Come donna e madre sono sempre stata impegnata a fare tutto al meglio. É più faticoso certo, non posso fare solo l’imprenditrice. Essere moglie e madre richiede responsabilità, soprattutto quando i bambini sono piccoli ma con impegno penso di aver fatto il possibile per loro. Ho assunto un valido collaboratore, un direttore tecnico che mi permette di dedicare un pò di tempo al privato. Certo, mi spiace non avere particolari hobby, ma sopperisco facendo un lavoro che mi piace e dedicando il poco tempo a disposizione con la mia famiglia.
Quale il futuro del settore?
In crisi ma ci si può risollevare. L’ importante è incentivare in ogni ambito e settore il rispetto per l’ambiente. Siamo noi i primi beneficiari di un mondo pulito e per questo dobbiamo impegnarci per rispettare e mantenere integro il territorio in cui viviamo.
Che cosa fare per non morire di inquinamento?
Bisogna prevenire, educare i bambini già dalla tenera età al rispetto e alla tutela della cità, dei parchi, delle spiagge. Inoltre sarebbe importante che molte aziende si dotassero di impianti di depurazione ambientale per limitare i danni che la stessa industria può creare durante il lavoro. Ci vogliono anni per riportare l’equilibrio ambientale ma basta poco per sconvolgerlo. Ma sono fiduciosa e vedo dei forti segnali di cambiamento. Il rispetto per l’ambiente è un valore che dobbiamo assolutamente tramandare, una sfida che comporterà un impegno che deve coinvolgere tutti: dalla scuola all’impresa. Potremmo fare molto se riusciremo a coniugare con onestà intellettuale la tecnologia e lo sviluppo con la cultura del rispetto ambientale.
Quale è il suo rapporto con i dipendenti?
Buono parlo molto con loro. Cerco di capire di cosa hanno bisogno per svolgere al meglio il loro lavoro, chiedo le problematiche del momento. Così sono in grado di comprare macchinari più adatti agli interventi che facciamo e con il loro aiuto cerco di risolvere i piccoli problemi che possono diventare grandi se non affrontati subito. La tecnologia infatti deve intervenire interferendo il meno possibile nel contesto naturale per assicurare che venga garantito il fine per cui è stata studiata e applicata.
L’autoprofilo di Paola Naitana?
E’ quello una grande lavoratrice. Non mi sono mai risparmiata in nulla. Impegno e dedizione sono la mia forza.