Sabrina Pili dalla Toga al Kimono
E’ nata come un fuoco che invade l’anima la passione di Sabrina per le arti marziali. Quarant’anni, avvocato, la mattina è in tribunale a studiare e a dibattere tenacemente in aula per sostenere i suoi clienti, la sera entra in palestrae diventa una formidabile istruttrice di Arti Marziali. Due mondi differenti ma accomunati dalla stessa volontà, quella di far prevalere la forza della mente e dell’autocontrollo, importante nel lavoro quanto fondamentale per affrontare una lotta in palestra. Due passioni a cui Sabrina non può rinunciare.
Fare l’avvocato e la passione per le arti marziali nascono entrambe dalla voglia di vincere sia in aula che nei combattimenti in palestra?
Ho scelto di fare l’avvocato perchè ho sempre trovato molto interessante il diritto e ho sentito dentro di me un forte istinto di giustizia. Quindi mi sono iscritta in giurisprudenza per approfondire questa mia curiosità e successivamente ho deciso di specializzarmi in diritto di famiglia. Seguire un cliente non significa necessariamente vincere una causa ma, prima di tutto capire perché una persona decide di intraprendere un’azione legale, poi si pensa alla strategia da utilizzare. Le arti marziali invece, quasi facenti parte di un’altra dimensione. Io vinco tutti i giorni in palestra perché questo sport mi permette di sconfiggere lo stress e le preoccupazioni quotidiane.
Come ti sei avvicinata al mondo delle arti marziali?
E’ una passione che mi accompagna da quando ero una bambina. Ho iniziato a frequentare la palestra a 10 anni. La prima disciplina che ho imparato è stato il teikondo. Poi ho avuto occasione di conoscere il maestro Giancarlo Manca e dal 2001 gestisco assieme al mio fidanzato Alessandro la palestra “Shaolin” a Quartu Sant’Elena.
Che cosa provi quando entri in palestra?
Ogni giorno è un’emozione sempre nuova. Le arti marziali ti catapultano in un mondo completamente diverso dal lavoro. In palestra mi rilasso, mi prendo cura del mio corpo e della mia mente. Riesco a trovare l’equilibrio giusto per affrontare qualunque cosa.
Molte discipline delle arti marziali prevedono il combattimento. Cosa vuol dire fare un combattimento?
Nelle arti marziali è fondamentale avere una ferrea padronanza del proprio corpo. Il combattimento deve essere qualcosa di gioioso non di violento. Il vero combattimento è contro se stessi, contro la paura delle sconfitta e dell’insuccesso. Nel mondo orientale le arti marziali sono state da sempre sinonimo di armonia tra corpo e mente. E’ grazie a questa armonia che l’uomo può affrontare le difficoltà di ogni giorno, avendo il pieno controllo del suo corpo e delle sue reazioni agli agenti esterni.