Intervista a Chiara Taormina, una penna dolcissima e talentuosa

Non c’è essere vivente che non provi amore

Chiara Taormina è una scrittrice siciliana che ama scrivere per ragazzi. Ha all’attivo numerose pubblicazioni. Le ultime ad oggi sono Il segreto di Raffaello e di Margherita e Cammy e il cristallo dell’oceano. In tutte le sue storie ci dona splendidi insegnamenti, facendo rivivere intensamente in noi il fanciullino di pascoliana memoria. Di questo e di sentimenti principi, come l’amore e l’amicizia, abbiamo parlato a lungo nel corso del nostro incontro a base di pane, letteratura e riflessioni di vita.

Chiara, nei tuoi libri metti sempre al timo posto l’ amore, il rispetto per se stesso e per gli altri, oltre che per la Natura, e l’ amicizia. Come è cambiato con il passare del tempo il tuo rapporto con questi sentimenti?

Innanzitutto grazie di questa intervista molto interessante. Nel trascorrere degli anni è normale che si cambi e si evolva nei confronti della vita e delle emozioni. Per quanto riguarda l’amore, la Chiara di oggi è disillusa ma al tempo stesso convinta che sia ancora il sentimento più importante dell’esistenza, non c’è essere vivente che non provi “amore”. Il rispetto, invece, è indispensabile per riuscire a vivere bene nella società, ma penso anche che prima di tutto si debba imparare a rispettare se stessi per riuscire a essere anche più tolleranti verso il prossimo. Questa è una lezione che ho imparato nel tempo e a caro prezzo: spesso ho trascurato i mie bisogni per assecondare quelli degli altri. Niente di più sbagliato! La Natura da sempre è al centro della mia attenzione, e credo sia un dovere morale di ciascuno cambiare qualche piccola o grande abitudine per preservarla. Lo pensavo ieri e lo penso ancora di più nel presente. L’amicizia, spero di non esagerare, credo sia un lusso per pochi. Gli amici veri sono esigui e di questi tempi che ben venga il detto “ Chi trova un amico trova un tesoro”!

In realtà sarebbero anche strettamente connessi. Del resto amare significa anche rispettare chi si ama e se stessi. Perché invece lo si confonde con il possesso?

Amare senza egoismo è molto difficile, infatti l’amore incondizionato è un sentimento raro proprio perché non si riesce ad accettare l’idea fondamentale che la libertà sia necessaria e vitale per qualsiasi rapporto sano. Troppe le persone che manifestano l’impulso a controllare e possedere la vita degli altri. A mio avviso sono comportamenti deviati scaturiti da insicurezza personale, che purtroppo vanno a braccetto con la società in cui viviamo.

L’ uomo moderno pensa pure di essere il padrone assoluto del mondo e di possedere la natura. O forse questa credenza ha sempre fatto parte dell’ essere umano?

L’uomo moderno è il risultato di tutta una serie di evoluzioni storiche dell’umanità, quali la rivoluzione industriale, la conseguente società globalizzata, portando l’uomo a padroneggiare attraverso le scoperte scientifiche anche la natura e assoggettarla ai bisogni delle nuove necessità. Basti pensare, per esempio, all’ampliamento delle città durante l’industrializzazione, trasformando il territorio e iniziando la sventurata urbanizzazione che poi recentemente è diventata ancora più brutale e invasiva. Cosa ben diversa il rapporto dell’uomo antico con la natura, che cercava di interpretarla attraverso il mito o racconti delle origini, come accadeva per esempio in Grecia.

Credi che la Storia possa realmente essere maestra di vita?

La storia può sicuramente essere maestra di vita, molti avvenimenti terribili come le due guerre mondiali hanno insegnato molto all’umanità. Tuttavia ritengo che la storia spesso si ripeta e che certi meccanismi possano essere rivissuti in contesti storici e sociali differenti. Condivido in pieno il materialismo storico di Marx per il quale la storia è un lungo processo di evoluzione umana, ma che purtroppo conservi sotto le sue ceneri alcuni tratti simili che si ripetono, come le diseguaglianze sociali.

E l’Arte?

L’Arte ha un ruolo importante nella vita di tutti, non solo educa al bello e all’armonia, ma soprattutto è madre di emozioni profonde, conferisce la consapevolezza del gusto personale, è identità comune che si esplica attraverso il suo linguaggio universale.

Che cosa ti ha insegnato a livello umano  la Cultura? Quale credi sia il più bel insegnamento che sei riuscita a cogliere dal tuo amore per la conoscenza?

La Cultura ha reso possibile la realizzazione dei miei sogni, mi ha permesso di conoscere meglio le mie origini e ampliato i miei orizzonti mentali. Sono grata alla mia famiglia per avermi permesso di studiare e creare la vita che volevo.

Credi che sia utile per conoscere qualcosa o qualcuno essere spinto dalla famosa curiositas?

Credo che mostrare interesse per qualcosa sia molto positivo, perseguire la conoscenza mossi dall’irrefrenabile voglia di sperimentare, ma penso anche che ci voglia una via di mezzo e maturare anche la consapevolezza dei propri limiti. La curiositas deve motivare a sviluppare un percorso interiore che non si fermi solo in superficie.

La curiosità oggi viene sovente confusa con il mero pettegolezzo. Come mai secondo te?

Secondo me il pettegolezzo nasce quando la semplice curiosità si trasforma in morbosità e purtroppo i Social stanno aumentando il fenomeno perché la vita di tutti viene data in pasto agli altri senza scrupoli e il pettegolezzo è lo specchio di questo meccanismo.

Per la verità molti termini vengono visti come sinonimi quando non lo sono. Basti pensare alla sensibilità che viene confusa con la sensibilità e la testardaggine con la determinazione. Desiderio di semplificare un po’ troppo o ciò nasconde altro?

Credo che sia solo sintomo di estrema superficialità.

Chiara oggi come si sente? C’è donna sente di essere oggi? Che cosa ti manca per sentirti pienamente soddisfatta di te stessa?

Oggi sono una donna che ha raggiunto tanti obiettivi, e spero di poter sempre migliorare in ogni ambito della mia vita. Posso dire di sentirmi abbastanza soddisfatta, ma nutro la speranza di poter lasciare una impronta significativa nel panorama della letteratura per ragazzi.

 

Di Laura Gorini