Michela Murgia il mondo lo deve sapere
Abolisce lo sfruttamento in tutte le sue forme e non ha paura di combatterlo.
Con questo spirito ha scritto un libro “ il mondo lo deve sapere”, presto diventato un vero best seller. Un successo davvero enorme a cui si è ispirata la trama di uno spettacolo teatrale e un film diretto da Paolo Virzi “Tutta la vita davanti”.
Come ti definisci in poche parole?
Feroce, fertile,concreta.
Quanto hanno inciso nella tua vita gli studi di Teologia?
Molto. Gli studi di teologia ti permettono di svolgere un percorso critico. Hai la possibilità di studiare su testi che analizzano la storia, la cultura, le tradizioni,
la religione di altre società e puoi sviluppare un’ampia capacità critica e anche molto relativa sull’intera realtà che ti circonda
Qual è la tua più grande soddisfazione?
La mia più grande soddisfazione è potermi trovare nelle condizioni di aiutare altre persone. Creare opportunità perché chi vale, per chi ha le capacità per potersi realizzare al meglio.
Non ho delusioni ma revisioni di prospettiva.
Progetti futuri?
Il mio più grande desiderio per il futuro è molto semplice. Ciò che più mi preme è essere felice. Crearmi una famiglia e avere un figlio.
Cosa vuol dire essere una donna per te?
Vuol dire tanto, forse tutto, non sono una femminista ma, al massimo, una nuova femminista che pensa che la vera lotta che devono fare ora le donne non
è la stessa che hanno portato avanti le ragazze del ’68 per la parità e l’emancipazione. Quella odierna è una battaglia per mantenere la propria identità di donna. Per cercare di poter conciliare il lavoro e la famiglia senza dover scegliere una cosa piuttosto che l’altra.
C’è stata una critica che ti ha messo in discussione?
Sì. Una ragazza di 16 anni un giorno mi disse che io voglio che gli altri siano come me. Mi ferì molto, ma riflettendoci, capì che un po’ aveva ragione e adesso sto molto più attenta a non condizionare troppo il pensiero delle persone che incontro.
Come ti sei convertita?
Ho conosciuto persone che mi hanno trasmesso serenità. Ho desiderato essere come loro.
Hai scritto un libro dal titolo “il mondo lo deve sapere”. cosa deve sapere il mondo?
Il mondo deve sapere che esistono dei luoghi di lavoro come i call center dove si sfruttano tantissimo le persone e che ci sono delle realtà troppo ingiuste
contro le quali bisogna combattere. Non è stato facile decidere di scrivere e far pubblicare questo libro. Parlare del mondo del lavoro quando questo manca e raccontare una storia che hai vissuto, fa affiorare dei sentimenti contrastanti e ti espone ancora di più alle critiche. Devi essere molto convinta delle motivazioni che ti hanno portato a denunciare tutto questo per poter superare gli ostacoli che ti mette di fronte la verità. Il mio però, non è un libro di denuncia. E’ solo una protesta contro il precariato, un male della nostra società contro cui bisogna combattere per il bene dei giovani e del paese.