Il coraggio di Madre Teresa
La figura minuta di Madre Teresa, il suo fragile fisico piegato dalla fatica, il
suo volto solcato da innumerevoli rughe sono conosciuti in tutto il mondo.
Chi l’ha incontrata, non ha più potuto dimenticarla: la luce del suo sorriso, i suoi occhi profondi, amorevoli, limpidi riflettevano la sua immensa carità.
Lei amava definirsi “la piccola matita di Dio”, un piccolo semplice strumento fra le Sue mani. Riconosceva con umiltà che quando la matita sarebbe
diventata un mozzicone inutile, il Signore avrebbe affidato ad altri la sua
missione apostolica. Alla base della spiritualità di Madre Teresa
c’era il tabernacolo. , la preghiera, l’abbandono a Dio. E’ dal tabernacolo,
infatti, che lei le sue suore attingono forza e fede per il servizio loro
affidato. Per condurre una vita d’amore al servizio degli ultimi bisogna innanzitutto pregare, ripeteva spesso Madre Teresa. Senza la preghiera, infatti la carità non sarebbe carità, ma semplice filantropia o generico buonismo. “ Ricordatevi che non siete assistenti sociali – soleva ripetere loro Madre Teresa – ma contemplative nel cuore del mondo “. Lei stessa aveva sempre in mano la corona del Rosario e così tante volte l’hanno immortalata i fotografi e le TV di tutto il mondo. Anche quando andò a Oslo a ritirare il premio Nobel, in una terra rigidamente luterana, portò con se la sua corona di grossi grani ben in vista tra le sue dita nodose. Era convinta che la santità è possibile a chiunque s’impegni seriamente nel seguire Gesù, e si affidava a Maria.
“Ricorrere a Lei con confidenza come di bambini in tutte le proprie gioie e
pene”, non mancava mai di raccomandare ogni giorno alle sue suore. Una delle sue preghiere più belle, tradotta dall’inglese, dice così:
“Maria, Madre di Gesù,
dammi il tuo cuore,
così bello,
così puro,
così immacolato,
così pieno d’amore e umiltà:
rendimi capace di ricevere Gesù
nel Pane della Vita,
amarlo come tu lo amasti
e servirlo
sotto le povere spoglie
del più povero tra i poveri…”
Madre Teresa è scomparsa a Calcutta la sera del venerdì 5 settembre 1997, alle 21.30. Aveva 87 anni, la sua morte creò un profondo vuoto. Il 26 luglio 1999 si è aperto, per volontà di Giovanni Paolo II, il suo processo di beatificazione. Per tutti Madre Teresa è già Santa.
Il suo messaggio è sempre attuale, la sua vita un esempio da seguire. Il suo era un linguaggio semplice, comprensibile, che penetrava nel profondo del cuore. Per lei ognuno deve cercare la sua Calcutta, perché è presente anche sulle strade del ricco Occidente, nel ritmo frenetico delle nostre città. “Puoi trovare Calcutta in tutto il mondo – lei diceva – se hai occhi per vedere.
Dovunque ci sono i non amati, i non voluti, i non curati, i respinti, i dimenticati…”
Nella casa-madre nella Lower Circular Road di Calcutta, c’è una semplice cappella, dove dal 13 settembre 1997, riposa la piccola suora che ha dedicato la sua vita agli altri.
Pellegrini da tutto il mondo vengono ogni giorno a visitarla. Persone di ogni credo e ceto sociale giungono qui, nel cuore di Calcutta, per pregare e trovare pace e amore.