Le Scarpette di Nikilina
Le scarpetta di Nikilina” il quarto romanzo di Isabel Sardu, ventinove anni, regista e attrice teatrale oltre che scrittrice, è il racconto di una storia personale. E’ la prima volta che Sardu decide di ispirarsi a se stessa. Al centro del racconto le emozioni, “La storia di come esse ci diano la forza e al contempo la paura di sentirci completamente vivi”, spiega l’autrice.
La trama:
Una ragazza “I” scopre come incanalare le energie negative e positive attraverso l’arte della clown-terapia, riscoprendo la gioia nelle piccole cose, nei piccoli gesti e nel contatto umano. Nikilina è il nome del suo clown che scoprirà essere assopito dentro di sé e che porterà allo scoperto nuove emozioni: il coraggio e la vitalità della protagonista. Nikilina è anche il bambino interiore che tutti noi nascondiamo e che tendiamo a dimenticare. Il testo cerca di ricordare come superare le difficoltà, il senso di inadeguatezza che ogni tanto ci pervade e la sfiducia, lasciandoci scoprire che tutti i limiti possono essere superati e che messi sotto prova, se lo vogliamo siamo capaci di azioni e di gesti che mai avremmo potuto credere di compiere.
“Il libro”, spiega l’autrice, “ induce me stessa ad essere protagonista del racconto come Nikilina e come “I”, interfacciando queste due figure come se fossero ben distinte e come se l’una potesse descrivere l’altra. Non potendo e non essendo troppo portata all’auto-descrizione, per ciò che riguarda il personaggio di “I” nel capitolo finale ho lasciato spazio alle “voci degli altri” per permettere in totale onestà di lasciar percepire attraverso gli altri, appunto, qualcosa di più specifico del mio carattere e dunque di quello di “I””.
L’emozione più intensa, il desiderio.
Mettere in gioco me stessa con qualcosa di personale, sottopormi per la prima volta al pubblico con qualcosa di mio. E’ stato emozionante vivere ogni parola di questo racconto e proprio per questo è stato difficile e articolato il lavoro che mi ha portato alla sua pubblicazione: scrivere sapendo che tutto ti appartiene è più complicato. Vorrei che questo romanzo portasse l’attenzione sul rispetto per se stessi e gli altri, vorrei che il lettore lasciasse andare la sua immaginazione vedendo le azioni descritte. Non ho nessuna aspettativa, vivo alla giornata, felice delle mie scelte, piano piano il tempo ti ripaga sempre e arrivano le soddisfazioni, vorrei stupirmi sempre come farebbe un bimbo, e se fosse possibile stupire.
Cristiana Sarritzu