Per una Giunta “rosa” nel Governo di Francesco Pigliaru
Diversi mesi fa mi espressi contro la nuova legge statutaria elettorale sarda, “rea” con una votazione ” vigliacca”, perpetrata per ben due volte, di non aver consentito le modifiche atte ad inserire la doppia preferenza di genere nelle elezioni regionali.
Come ho dichiarato in altre occasioni, anche prima che la stessa venisse attuata, ritengo che sia necessario garantire un’adeguata partecipazione delle donne nella politica e nelle attività istituzionali.
Infatti, l’ingresso delle donne nelle Istituzioni dovrebbe avvenire in modo spontaneo, sopratutto all’ interno di sistemi democratici come il nostro.
Ora tale discorso, diventa ancora più attuale, visto che l’esito dello spoglio elettorale ci conferma l’ingresso in Regione di sole tre donne che ricopriranno l’incarico di consigliere per la Sardegna.
Ciò mi porta a confermare amaramente, che continuano ad esistere ancora tante discriminazioni tra i generi.
Ricordo infatti ai più che, in diversi paesi europei, si arriva al punto di dover promulgare disegni di legge, analoghi al filone delle “quote rosa” , per consentire alle donne in carriera e alla loro indiscutibile capacità, non solo il diritto, ma la concreta possibilità di occupare un posto negli organi decisionali.
D’altronde anche in Italia si è scelta la strada di ricorrere agli strumenti legislativi per dare sostegno alla loro volontà di partecipare alla vita pubblica.
Ciò, è la c.d. democrazia paritaria, in cui noi donne, dobbiamo insegnare ai nostri figli, con il nostro impegno e lotta quotidiana, che ciò è naturale, perchè viviamo appunto in uno Stato democratico.
Vorrei riportare anche i dati contenuti nell’Unione Interparlamentare (IPU) e nel Database “On women and men in decision-making” della Commissione Europea, dove si presenta il quadro esaustivo dei risultati delle ultime elezioni nei vari Paesi europei; da esso si rileva che il sistema delle quote ha avuto particolare successo in Svezia e in Finlandia dove sono state elette rispettivamente il 47 % e il 42% delle donne; subito dietro, i Paesi Bassi e la Danimarca.
Ritornando all’Italia, ricordo poi che in Campania l’introduzione della doppia preferenza di genere ha consentito l’ingresso in Consiglio Regionale di ben 16 donne, passando dal 3,35% al 23,3%) (legge regionale n.4/2009) .
Il rinnovamento della politica non può perciò prescindere dalle donne.
Per tali motivi, mesi fa ho aderito alla petizione presentata da “Se non ora quando” per sostenere una maggiore presenza della componente femminile nei posti apicali.
Ciò significa però, anche rielaborare i percorsi formativi di selezione verso le carriere politiche e gli step verso le stesse, dove risulta necessaria una ridefinizione del settore.
Invito, pertanto Francesco Pigliaru, a cui invio i migliori auguri per l’incarico, a dare un segnale nel sostenere questa forma di garanzia paritaria, e le iniziative atte a sostenerla, magari iniziando a ” colorare di rosa” la sua Giunta, facendo così partecipare ” l’altra metà del cielo” alle scelte di rinascita della Sardegna.
Tiziana Mori, ricercatrice e manager del Terzo settore.