Somayya Jabarti la prima donna direttore di un giornale in Arabia Saudita
“Una breccia è stata aperta, speriamo diventi una porta”. Con queste parole Somayya Jabarti ha commentato la sua nomina a direttrice della testata della Saudi Gazettre. Somayya è la prima giornalista donna divenuta direttore di una testata in Arabia Saudita
La sua nomina è il segno che nel paese saudita qualcosa, anche se molto lentamente, sta cambiando. In una società che vieta alle donne di guidare, spostarsi senza l’autorizzazione di un tutore e dove i diritti vengono spesso calpestati, quest’avvenimento smuove l’opinione pubblica.
“Il ruolo di una sola donna avrà ripercussioni su tutte le donne saudite”, ha detto Jabarti, già vicedirettore dello stesso giornale dal 2011, parlando della sua designazione senza precedenti in un’intervista all’emittente di Dubai Al-Arabiya.
“Il successo – ha tuttavia ammesso – non sarà completo fintanto che non si vedranno altre giornaliste saudite assumere posizioni decisionali nei media”.
In Arabia Saudita, a dispetto di qualche episodica apertura recente, resta in vigore una severa applicazione della legge islamica che impone forti limitazioni alle donne e le obbliga fra l’altro a esibire l’autorizzazione di un ‘tutore’ per viaggiare, lavorare o anche solo per sposarsi.
Jabarti è stata personalmente scelta dall’ex direttore – un uomo – Khaled Almaeena, sapendo la grande competenza lavorativa della collega ha deciso di affidarle le redini della testata.
“Ha collaborato con me per 13 anni (prima ad Arab News, ndr) e per quasi lo stesso periodo di tempo ho puntato a veder entrare una donna saudita nel bastione dei direttori dominato dagli uomini” ha sentenziato Almaneena, chiarendo come “non è per una questione di genere ma di merito che nomino Jabarti. È determinata e votata alla causa, sono sicuro che con lei la Saudi Gazette vincerà la sfida di dell’era digitale”. Che sia un uomo a dirlo, in Arabia, ha tutto un altro senso.
Alla redazione lavorano una ventina di donne e solo tre uomini.
Le donne saudite sembrano più interessate ai media rispetto agli uomini. Un segnale forte per il mondo musulmano, che non riserva alle donne e agli uomini gli stessi diritti, che comprime ogni forma di diversità e dove la libertà di espressione sembra un miraggio.