Donne e capitale umano: presentati i dati dell’Istat
Il capitale umano di ciascun italiano equivarrebbe a circa 342 mila euro ma le donne valgono metà degli uomini (231 mila euro contro 453 mila). Lo stima l’Istat, che diffonde per la prima volta ”informazioni sperimentali circa il valore monetario attribuibile allo stock del capitale umano”, cioè la capacità di generare reddito. La cifra, riferita al 2008, riguarda le attività di mercato.
Il divario tra il nostro Paese e i principali Stati Ocse è notevole. Anche se l’aggiornamento dei dati validi per il confronto internazionale si ferma al 2006, si tratta comunque di stime nuove, diffuse per la prima volta.
L’Italia è ultima dopo Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia e Spagna, ovvero tra gli stati che hanno aderito al progetto Human Capital dell’Ocse.
”Forti – rileva l’istituto statistico – appaiono le differenze di genere nella dotazione di capitale umano: il 66 per cento dello stock complessivo si concentra nella componente maschile”. La capacità di generare reddito per le donne è ridotta quasi della metà (-49%). ”Il differenziale è da mettersi in relazione alle differenze di remunerazione esistenti tra uomini e donne, ma anche al minor numero di donne che lavorano e al minor numero di anni lavorati in media dalle donne nell’arco della loro vita”, spiega l’Istat.
Tuttavia, poiché le donne prevalgono di gran lunga nel lavoro domestico, le differenze di genere si riducono considerando anche il lavoro domestico. Ecco che le donne in questo caso si aggiudicano un valore pro-capite di 431 mila euro (+12,3% rispetto alla componente maschile).