Omicidi-suicidi familiari: perché avvengono?
LA LETTERA
“Ciao, mi chiamo M, sono una giovane mamma e ti scrivo dal nord italia.
Aiutami a capire perchè nn capisco… come e perchè succedono certe cose. Da ieri mi arrovello cercando di capire ma nn trovo una risposta esaustiva, di quelle che mi dico.. ok deve essere per questo motivo. allora ho deciso di chiedere allo specialista e quindi a te.
Parto dall’inizio: ieri vedo un filmato di una strage familiare avvenuta in Turchia, dove un padre ha sterminato la propria famiglia. Leggo la storia ma nn trovo una risposta. mi potresti rispondere che forse nn c’è una risposta ma nn ci credo. idem un caso analogo che ho trovato cercando su internet, avvenuto però a Brescia nel 2012.
Perchè nn si ammazzano da soli? perchè le creature innocenti sangue del proprio sangue…. piccole anime senza colpa? il mio cervello va in tilt e nn capisco. Cioè li prende e li butta… ok… detto così nn fa tanto effetto.. spesso si sente in tv ma passa inosservato.. si esclama “poveri piccoli” o “era un pazzo” ma vederlo… vedere quel piccolo d 7 anni raggiungere il suolo e contorcersi dal dolore per pochi istanti mi ha fatto orrore, mi ha fatto capire quanto sia terribile questo atto.
come è possibile che si possa fare una cosa del genere e mi ha fatto così tanta impressione che nn sono nemmeno riuscita a piangere e sfogarmi per l’orrore. mi è rimasta solo la voglia di capire perchè se uno è depresso non ammazza se stesso e basta invece questi padri e mariti apparentemente devoti compiono queste stragi per un futile motivo come il denaro mettendo da parte l’unico vero e nobile motivo che è la vita.”
RISPONDE MATTIA LOY
Cara M., il quesito che mi poni è molto delicato e di certo non di facile risposta, ma ho deciso comunque di risponderti, nonostante le tinte forti e cupi dell’argomento che non è proprio di mia specialità, proprio perché colgo nelle tue parole una fortissima sensazione di preoccupazione, disagio e forse anche un certo torpore emotivo come risposta ad un piccolo shock che puoi aver vissuto davanti a certe notizie.
Innanzitutto, premetto che la seguente risposta è carica del mio personale punto di vista e sappi anche che è difficilissimo dartene una universale per il semplice fatto che non si possono intervistare i morti e si possono fare solo supposizioni plausibili sulle loro intenzioni solo mettendo assieme i vari “indizi” disponibili. Ciò che i “vicini” sanno può non fare testo, tant’è che spesso chi tenta il suicidio sta in realtà lanciando un messaggio di allarme con richiesta di attenzione fortissimo, vuole essere fermato ma si sente ignorato, solo e trascurato. Ancora, i casi di persone che si sono salvate dai propri omicidi-suicidi esistono ma sono rari e, per quanto il tema abbia spesso degli elementi in comune, c’è chi ritiene di dover considerare ogni caso come a sé stante.
Stando alle mie conoscenze, è molto raro che questo tipo di suicidi siano di tipo “razionale”: un triste esempio che ricordo di razionalità avvenne durante l’attentato alle torri gemelle di New York del 9/11/2001, in cui molte persone presenti dentro di esse si buttarono dai grattaceli per non morire carbonizzate vive, evitando così una morte ancora peggiore.
Molto spesso, gli omicidi-suicidi sono collegati a complesse dinamiche relazionali nel “gruppo” di appartenenza, in questo caso una famiglia, dove posso presumere che l’adulto assassino fosse dotato in un certo potere, quanto meno fisico se non relazionale, e che lo abbia usato per un unico fine. Spesso i suicidi sono collegati a gravi forme di depressione, sia patologica che dovuta ai così detti eventi di vita traumatici come la morte di un parente prossimo mal elaborata, nonché all’utilizzo di sostanze psicotrope (alcool, droghe pesanti) che, oltre ad essere sintomatiche di una condizione di disagio, possono fortemente alterare la percezione delle persone che compiono questi atti. Non mi addentro qui a descrivere le varie interazioni fa questi fattori ma spero che tu capisca come non possa approfondire più di tanto il tema tra queste pagine, che richiederebbe molto più spazio per la sua complessità.
Spero di poter riassumere l’essenziale in modo comprensibile, ovvero che gli omicidi-suicidi sono dovuti in generale ad un’interazione di fattori dove una patologia, uno stato alterato di coscienza anche temporaneo o un gravissimo trauma dovuto a cause reali (non oso definirle “oggettive”) come l’assoluta mancanza di lavoro e quindi di fonti di sostentamento, unita alla convinzione soggettiva che non vi siano alternative né possibilità di salvezza, possono portare ad una percezione della vita come intollerabile ed insopportabile come pure il proprio futuro. Discorso lungo.
Spesso, le persone che arrivano all’omicidio-suicidio hanno una visione della vita così terribile da pensare di fare il “bene” anche dei propri cari quando li uccidono, salvandoli da un futuro terrificante, di sofferenza estrema dal quale non vi è scampo. Oppure può essere un gesto egoistico, in cui il suicidio comporta il desiderio di rinascita (magari in una vita ultraterrena) e l’omicidio dei propri cari rappresenta il desiderio di portarli con sé. Oppure ancora può essere l’espressione di relazioni d’odio intenso, estremamente conflittuali, dove l’omicidio ha una funzione di vendetta ed il suicidio ha una componente di auto-punizione, oltre che essere strumento per far cessare le proprie sofferenze e/o il senso di colpa. A me personalmente, le uccisioni violente fanno pensare a rapporti familiari infelici o comunque conflittuali, là dove ricordo casi in letteratura scientifica di omicidi compiuti seguendo strategie molto più “dolci” e rispettose dei corpi delle persone amate, proprio ad indicare delle intenzioni di “trapasso” e di amore contorto e deviato ma pur presente, in condizioni di anormalità psicologica (concetto vago ma spero che renda l’idea) sia temporanea che cronicizzata.
Forse ti stupirà saperlo, ma la letteratura scientifica ha evidenziato come l’aumento dei suicidi possa essere dovuto anche ad emulazione di altri suicidi (ecco perché ho rimosso i dettagli dei casi che mi hai proposto). Ma la domanda che mi pongo è: con tutta la sofferenza che c’è nel mondo, perché ti ha colpito proprio questo fatto? Cosa ha smosso dentro di te? Cosa ha fatto risuonare?
Se il tuo timore è quello che certi fatti possano verificarsi casualmente anche nella tua vita, dall’oggi al domani, tale da spingerti a cercare una spiegazione e nel tuo subconscio a voler proteggere il tuo figlio/figlia da eventuali minacce, il mio parere è “no”: certi fatti trovano spiegazioni concrete (anche non sempre a noi è dato saperle) e sono l’apice di condizioni estreme di malessere psicologico e/o patologia, dove i segnali premonitori sono stati ignorati, potenzialmente complice l’indifferenza di società non più sociali ma ciniche ed individualiste.
A tua disposizione, un cordiale saluto.