Il dipendente non licenziabile: rischio denuncia per mobbing
Dipendente, da sempre ligio al dovere e bravo lavoratore, una volta assunto dalla ditta a tempo indeterminato smette di assolvere i propri compiti e di comportarsi onestamente. Il dilemma della sua titolare, lettrice di RivistaDonna, che ora non trova il coraggio di licenziarlo per paura di una denuncia per mobbing. In questo articolo la lettera e la risposta dello psicologo e coach Mattia Loy.
Egregio dott. Loy, mi chiamo A. e scrivo da Oristano. Non so se lei possa aiutarmi, ma sono disperata per via di un mio dipendente. Sono una piccola imprenditrice: gestisco qui un piccolo albergo e riusciamo a stento a far quadrare i bilanci nonostante il numero di clienti incostante, sempre in calo, le tasse e la crisi in generale.
Questa persona ci sta rovinando la vita a tutti: prima si comportava bene e lavorava seriamente ma, da quando l’ho assunto a tempo indeterminato, non fa nulla tutto il giorno, arriva spesso in ritardo, non segue i compiti prefissati e di recente è arrivato addirittura ubriaco al lavoro, rompendo numerosi piatti e bicchieri nella sala ristorante e facendoci fare una figuraccia con i clienti. Le litigate e le discussioni con gli altri lavoratori sono all’ordine del giorno e, da quando si comporta così, è ormai sparita l’armonia e la serenità dentro il nostro piccolo hotel. So che è padre di due splendide bambine e presumo che abbia tutta la famiglia a carico, ma così non possiamo andare avanti.
Ho provato a parlargli, non è servito a niente, ma non posso permettermi di avere tra i miei dipendenti una persona che non produce e che, anzi, sta facendo sempre più danni!
Sono terrorizzata perché una collega che lavora in un settore diverso dal mio ha avuto lo stesso problema ed ha litigato con un’altra persona, che ha licenziato, ma il giudice l’ha costretta a re-integrarlo sul posto di lavoro perché dice che ha bisogno del lavoro e non c’era giusta causa.
Cosa posso fare?
La risposta di Mattia Loy
Cara A, il tuo problema è purtroppo molto grave, perché non è di semplice soluzione.
Il primo consiglio, se davvero la situazione è irrecuperabile, è quello di contattare immediatamente un avvocato e di valutare assieme a lui ciò che si può fare in termini di elementi probatori, perché qualunque accusa senza prove non porterebbe a nulla. A tal riguardo, avete dei sistemi di valutazione della performance dei vostri lavoratori? Immagino che, essendo piccolo l’albergo, non abbiate un vero specialista in risorse umane che possa offrire uno storico del crollo del rendimento di questa persona che, a mali estremi, si potrebbe licenziare proprio per scarso rendimento.
Pur avendo fatto da perito, non posso sostituirmi ad un avvocato ma so quanto la famosa “giusta causa” per il licenziamento sia un concetto molto ambiguo ed il sistema giudiziario può spesso essere ingolfato, tanto da portare i giudici a risultati dettati anche dalla fretta e spesso senza buon senso che, per quanto possano essere impugnate, portano comunque ad ulteriori spese di tempo e danaro.
Ciò che mi preoccupa, tuttavia, è la possibilità che il lassismo di questa persona possa scatenare una reazione di mobbing anche inconsapevole da parte tua o dei tuoi dipendenti, nel tentativo di difendere la vostra piccola impresa. Se quanto mi scrivi è vero, questo “parassita” che prende lo stipendio e non lavora non penso che avrebbe remore a denunciarvi in tal senso.
Mi chiedo comunque cosa abbia questa persona, dato che mi dici che è cambiata col tempo: purtroppo esistono quei disgraziati che, una volta assunti a tempo indeterminato, diventano delle “sanguisughe” dell’impresa, consapevoli della lentezza e relativa inefficacia della giustizia Italiana, ma è anche possibile che abbia avuto un così detto “life event” traumatico ed altamente stressante e forse, ma sottolineo forse, varrebbe la pena che la tua impresa investisse in un percorso di coaching per vedere se è possibile supportare questa persona e farla ritornare quella di un tempo. Mi raccomando: affidati ad un coach che sia anche psicologo perché sarebbe il più indicato per capire se il tuo dipendente avrebbe bisogno di altre forme d’intervento più incisive, come la psicoterapia.
Mattia Loy