Bullismo in classe da parte di omofobici?
Salve, mi chiamo E. e sono una studentessa di un istituto superiore. Da poco mi è successa una cosa che, da quello che ho letto su wikipedia e yahoo answers, dovrebbe essere del bullismo nei miei confronti … ma vorrei esserne sicura e vorrei chiedere il suo parere.
Qualche giorno fa, ho voluto condividere su Facebook un noto meme(1) di due ragazzi che si baciano, per esprimere la mia solidarietà agli omosessuali che sono discriminati. Anche se ho taggato(2) i miei amici lì, il meme ha preso pochissimi “Mi piace” mentre, il giorno dopo a scuola, i miei compagni di classe (soprattutto maschi) mi hanno attaccato dandomi della lesbica e hanno continuato a sfottermi e prendermi in giro per tutto il giorno, poi mi sono accorta che alcuni ragazzi mi hanno cancellato da Facebook. 🙁
Cioè, a parte che non sono lesbica, l’amore secondo me dovrebbe essere una cosa splendida per tutti! Per me gay e lesbiche dovrebbero avere gli stessi diritti di tutti, potersi sposare e stare insieme! Allora perché sono stata attaccata così e cosa devo fare?
Risposta del dott. Mattia Loy
Ciao E., penso di aver capito di quale meme parli. Pensaci un attimo ed immagina quanto segue: vedi due ragazze vicino a te che si accarezzano, si baciano sulle labbra, poi iniziano a succhiarsi la lingua a vicenda e poi ad spogliarsi, accarezzarsi e baciarsi altre parti del corpo, i seni, i glutei e le zone erogene. Che effetto ti fa? Ti lascia indifferente o provi una certa sensazione di disgusto? Premesso che, anche ad opera di certe pressioni sociali, mediatici e culturali, il lesbismo è più accettato nelle società occidentali contemporanee rispetto all’omosessualità maschile, non mi stupirei se tu provassi un certo disagio davanti ad un’immagine del genere. Con grande probabilità (non sono un neuro-scienziato), è dovuta ai nostri neuroni-specchio, i neuroni che si reputa siano responsabili della nostra partecipazione empatica alla vita sociale. Il sentire l’altro, mettendoci nei suoi panni e provando, appunto, empatia.
Per questo motivo, è difficile che tu, femmina, ti immedesimi in un’immagine con due ragazzi e per questo ti viene facile condividerla. Pensa invece ai ragazzi che hai taggato ed alle emozioni negative che possono aver provato nel vedere la foto che hai condiviso, e che noi tutti proviamo anche quando vediamo scene di sesso tra persone che troviamo sgradevoli, gay o meno. Come dire: “non vorrei essere lì, al suo posto”.
Purtroppo, certe immagini come il tuo meme hanno dei contenuti sessualmente espliciti ma non esagerati e ricadono in quell’area di “grigio” dove non sono né una semplice effusione di affetto, come lo stare mano nella mano, né la raffigurazione di un rapporto sessuale vero e proprio, completo. A mio avviso la reazione di potenziale disgusto provata da un osservatore dipende dall’intensità dei contenuti sessuali nel meme: più sono palesi ed intensi, maggiore sarà il disgusto e la repulsione.
Non è un caso che la buona educazione preveda, tra le tante norme non scritte, quella di contenere le effusioni in pubblico: essa ha uno scopo, anche se norme e società sono in costante evoluzione. Ma siamo in tempi di crisi anche culturale, in cui le persone scambiano la libertà col diritto di fare quello che vogliono, incluso esagerare in pubblico e pretendere che il prossimo li accetti nonostante tutto, anche se poi chi vuole essere accettato è il primo a non rispettare il prossimo. Sai cosa si ottiene? Non è tolleranza, che si basa sul rispetto reciproco, ma una indifferenza sempre più marcata, che porta all’individualismo.
Quindi spiegami: come la tua condivisione aiuterebbe gli omosessuali, se non infastidendo chi è etero proprio sbattendo loro in faccia quello che più li disgusta? Tralasciando particolari correnti ideologico-religiose, ciò che di solito turba non è la libertà di essere ciò che si è (perché gay si nasce ed è una naturale variante del comportamento umano) e nemmeno il diritto di essere felici e di avere pari opportunità, quanto il contatto ravvicinato con aspetti così intimi e personali, dove certi comportamenti per alcuni possono essere appunto disgustosi e repellenti.
Facendo un parallelismo con un bisogno altrettanto primario, ovvero il cibo, ci sono persone che si sentono male addirittura alla vista di certi alimenti “particolari”, tanto che la sola vista può far star male, là dove altre persone li adorano: formaggio con la muffa o coi vermi, sanguinaccio, aringhe e pesce azzurro in generale, frattaglie e così via sono solo alcuni esempi. Penso che tu non abbia niente contro chi mangia certe “prelibatezze” ma ti infastidiresti non poco se qualcuno ti imponesse di mangiarle o lo facesse proprio davanti a te, appestando l’aria con il loro odore. Per quanto la sessualità e le relazioni siano infinitamente più complesse, penso che il parallelismo renda l’idea e che, di conseguenza, i tuoi compagni che ti hanno attaccata il giorno seguente lo abbiano fatto come reazione difensiva alla tua iniziativa, interpretata come un atto sgradito. Visti i tempi in cui sin troppe persone tendono ad anestetizzarsi emotivamente, tutto sommato sono leggermente stupito che i tuoi compagni di classe abbiano preso di petto la situazione, certamente esprimendo il loro disappunto in modo poco garbato e “funzionale”, anziché ignorarti per non avere complicazioni.
Non penso quindi che si tratti di bullismo o altro, a meno che la cosa non perduri: non basta una paginetta scritta sul web per diventare esperti di processi così complicati, ma di certo potresti sforzarti di comunicare con i tuoi compagni di classe per capire i motivi e le emozioni che hanno generato la loro reazione di difesa.
Rifletti anche sul fatto che “omofobia” è un termine sulla bocca di tutti ma ci sono moltissime persone che sono a favore dei pari diritti per le coppie omosessuali ma, non per questo, gradiscono la vista di scene come quella proposta dal tuo meme, per i motivi visti sino ad ora. E questo non fa certamente di loro delle persone omofobe, anzi: solo persone che vogliono essere rispettate nella loro intimità in modo paritario al rispetto che porgono a chi ha un diverso Sé.
Un caro saluto.
Dott. Mattia Loy
1: “meme”: termine usato per descrivere vari tipi di vignette che vengono condivise in modo virale sui social network, contenenti immagini e/o testo, aforismi o fumetti e simili.
2: “taggare”/ “tag”: processo per inserire i nomi degli amici di un social network in foto, messaggi ed altri contenuti di varia natura che vengono condivisi. Dall’inglese “tag”: etichetta.