Gli stivaletti di Čajkovskij, scintillante fiaba musicale natalizia
Venerdì 19 dicembre alle 20.30 (turno A), a chiusura della Stagione lirica e di balletto 2014 del Teatro Lirico di Cagliari, va in scena il settimo appuntamento con l’opera: Gli stivaletti (Čerevički), opera comico-fantastica in quattro atti e sette quadri, su libretto di Jacov Polonskij, tratto da La notte prima di Natale di Nikolaj Gogol’, e musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
Si tratta dello straordinario allestimento del Teatro Lirico di Cagliari del gennaio 2000 che ebbe un enorme successo, di pubblico e critica, al suo apparire, per la prima volta in Italia. L’affascinante e coinvolgente messinscena, di ambientazione ed argomento natalizi, è ispirato alle creazioni di Fabergé ed è rimasto negli occhi del pubblico anche per la sontuosità delle scene e la magnificenza dei costumi che, ideati da Vjacheslav Okunev, incorniciano questa fiaba russa in quattro atti che il regista Yuri Alexandrov racconta in maniera tanto semplice quanto spettacolare. Le luci sono di Irina Vtornikova, mentre la coreografia è di Nadezda Kalinina.
A dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro Lirico di Cagliari ritorna, dopo il recente ed enorme successo ottenuto nella Traviata, la bacchetta esperta di Donato Renzetti. Il maestro preparatore del coro è Gaetano Mastroiaco.
Protagonisti dell’opera sono due cast di straordinario spessore, formati da giovani ed affermati cantanti che si alternano nelle recite quali: Vsevolod Grivnov (19, 21, 23, 28, 30)/Ivaylo Mihaylov (20, 27) (Vakula); Arutjun Kotchinian (Čub); Gregory Bonfatti (Panas); Alexander Vassiliev (Pan Golova); Mikolaj Zalasinski (19, 21, 23, 28, 30)/Gevorg Hakobyan (20, 27) (Bes); Irina Makarova (19, 21, 23, 28, 30)/Nicole Piccolomini (20, 27) (Solocha); Alex Penda (19, 21, 23, 28, 30)/Viktoria Yastrebova (20, 27) (Oksana); Giulio Pelligra (Il maestro di scuola); Nicola Ebau (Il Serenissimo/Lo spirito del bosco); Mauro Secci (La guardia/Il cerimoniere); Francesco Leone (Il vecchio cosacco).
La vicenda degli Stivaletti prende avvio nel 1872 con un concorso bandito dalla Società per la musica russa per un’opera tratta da La notte di Natale di Nikolaij Gogol’. Affascinato dall’idea di raccontare un episodio tra il fantastico e il popolaresco, Pëtr Il’ic Čajkovskij (Kamsko-Votkinsk, governatorato di Vjatka, 1840 – San Pietroburgo, 1893) decise di parteciparvi. Con il titolo Il fabbro Vakula, il grande musicista vinse il primo premio, ma il 6 dicembre 1876 la prima rappresentazione al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, ebbe esito deludente. Čajkovskij si impegnò pertanto in un rifacimento dell’opera, modificandone anche il titolo negli Stivaletti, che andò in scena al Teatro Bol’šoj di Mosca il 31 gennaio 1887.
In breve, la trama. Il fabbro Vakula è un sempliciotto innamorato di Oksana, ma la capricciosa ragazza, per accettare di sposarlo, pretende in dono un paio di stivaletti uguali a quelli della zarina. Il giovane non disarma e riesce nell’impresa di catturare un diavolo, dal quale si fa portare al Cremlino. Nel palazzo imperiale il principe Serenissimo finisce per regalargli degli stivaletti ricamati d’oro. Vakula può allora finalmente chiedere in moglie Oksana a suo padre Čub.
L’opera, della durata complessiva di 3 ore e 10 minuti circa, compresi due intervalli, viene rappresentata in lingua originale russa, ma, come ormai tradizione al Teatro Lirico di Cagliari, viene eseguita con l’ausilio dei sopratitoli in italiano che, scorrendo sull’arco scenico del boccascena, favoriscono la comprensione del libretto.
Gli stivaletti viene replicata: sabato 20 dicembre alle 19 (turno G); domenica 21 dicembre alle 17 (turno D); martedì 23 dicembre alle 20.30 (turno B); sabato 27 dicembre alle 20.30 (turno F); domenica 28 dicembre alle 17 (turno E); martedì 30 dicembre alle 20.30 (turno C);
Prezzi biglietti: platea da € 70,00 a € 45,00 (settore giallo), da € 55,00 a € 35,00 (settore rosso), da € 40,00 a € 25,00 (settore blu); I loggia da € 50,00 a € 30,00 (settore giallo), da € 40,00 a € 25,00 (settore rosso), da € 35,00 a € 20,00 (settore blu); II loggia da € 30,00 a € 20,00 (settore giallo), da € 20,00 a € 15,00 (settore rosso), da € 15,00 a € 10,00 (settore blu).
La Biglietteria è aperta dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.
Per informazioni: Biglietteria del Teatro Lirico, via Sant’Alenixedda, 09128 Cagliari, telefono +39 0704082230 – +39 0704082249, fax +39 0704082223, biglietteria@teatroliricodicagliari.it, www.teatroliricodicagliari.it. Il Teatro Lirico di Cagliari si può seguire anche su Facebook, Twitter, YouTube. Biglietteria online: www.vivaticket.it
La Stagione lirica e di balletto 2014 si avvale del contributo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione Banco di Sardegna e, in qualità di media partner, di Tiscali.
L’azione si svolge nel villaggio di Dikan’ka in Ucraina e a Pietroburgo alla fine del XVIII secolo.
Atto I
Una strada nel villaggio di Dikan’ka.
Solocha, donna piacente che vorrebbe apparire più giovane della sua vera età, confessa alla luna il desiderio di divertirsi e trascorrere una spensierata notte di Natale. Gli abitanti di Dikan’ka non la considerano una persona comune: per tutti è una strega, capace di magìe e sortilegi. Bes tiene d’occhio Solocha e la corteggia: vuole vendicarsi di suo figlio il fabbro Vakula, che in chiesa ha osato dipingerlo in modo così buffo da suscitare l’ilarità degli altri diavoli dell’inferno. La notte di Natale Vakula raggiungerà la fidanzata Oksana, mentre il padre della ragazza, il cosacco Čub, è stato invitato dal diacono del villaggio. Bes architetta dunque il suo piano: rapire la luna e scatenare una tempesta di neve, in modo che Čub sia costretto a tornare a casa. Penserà il vecchio a tener lontano dalla sua bella figlia l’irriverente Vakula, che avrà così una dura punizione per ciò che ha fatto. Nella notte buia soffiano i venti gelidi e una terribile bufera di neve si scatena. Čub e l’amico Panas che lo accompagna sono costretti a rifugiarsi in una taverna. Quando la tempesta si attenua, il vecchio riprende la strada di casa, ormai ubriaco.
La casa di Čub.
Chiusa nella sua casetta, Oksana, vestita a festa, attende il fidanzato. Ha preparalo i dolci e il vino per la brigata di giovani che sta per passare sotto le sue finestre cantando le koljadki, le tradizionali canzoni ucraine delle feste natalizie, ma è di cattivo umore. Si sente abbandonata, pensa che nessuno la sposerà mai. QuandoVakula arriva, Oksana non è tenera con lui, gli rinfaccia che sua madre è una strega e che presto Čub la sposerà. Vakula rimane folgorato da queste parole. Il vecchio cosacco, intanto, coperto di neve e completamente ubriaco, ha finalmente raggiunto la porta di casa e bussa. Ma Vakula, arrabbiato, non lo riconosce e gli impedisce di entrare, scacciandolo malamente. Oksana è offesa dai modi con cui il fidanzato ha osato trattare suo padre e, per punirlo, lo fa ingelosire, dicendogli di amare un altro. Quando però il giovane se ne va avvilito, si pente della sua impulsività. Tutti i suoi sentimenti sono solo per Vakula e nemmeno l’allegra brigata in festa riesce a sollevarla dai suoi rimorsi.
Atto II
La casa di Solocha.
Solocha e Bes danzano insieme il gopak, ma all’improvviso qualcuno bussa alla porta. È Pan Golova, il capo del villaggio, anch’egli invaghito della donna. Bes fa appena in tempo ad infilarsi in un sacco prima che l’uomo entri e cominci a conversare. Bussano nuovamente: a Golova tocca un uguale nascondiglio, mentre entra un altro goffo corteggiatore, il maestro di scuola, che invano cerca di sedurre Solocha. Per lui c’è un ultimo sacco quando bussa Čub, accolto con grande affetto dalla bella strega. Rincasa infine Vakula, e Solocha, non trovando soluzione migliore, impone al vecchio di trovar rifugio nello stesso sacco del maestro di scuola. La donna consiglia quindi al figlio di andare a dormire nella sua bottega. Il ragazzo tenta di trascinare via anche i sacchi, e solo dopo molti sforzi, credendo che la delusione d’amore sia causa di tanta fatica, riesce a portare fuori di casa quel carico così pesante.
Una strada nel villaggio di Dikan’ka.
Nella strada coperta di neve la brigata di giovani canta le koljadki. Oksana si unisce a loro e, quando scorge la presenza di Vakula affranto, per mortificarlo ancora di più, racconta quanto è successo poco prima con suo padre. In vena di capricci loda gli stivaletti indossati da una fanciulla, Odarka, e sospira dicendo che nessuno a lei fa mai regali così belli. Pur di riconquistarla, Vakula si impegna a portarle in dono gli stivaletti più preziosi, addirittura quelli della zarina. Oksana è lusingata ma continua a infierire sul fidanzato e scherzosamente promette di sposarlo. Vakula si allontana portando in spalla solo un sacco e abbandonando gli altri. Il gruppo di giovani pensa siano pieni di cibo raccolto con le koljadki, invece, inaspettatamente, escono Golova, Čub e il maestro di scuola.
Atto III
La riva del fiume.
In preda alla disperazione, certo di essere stato abbandonato per sempre da Oksana, Vakula ha deciso di suicidarsi. Improvvisamente, nella notte gelida, Bes salta fuori dal sacco e piomba sul dorso del giovane: riavrà l’amata, se gli darà in cambio la sua anima. Ma il fabbro è ben più furbo: finge di siglare il patto scellerato col suo sangue, afferra il diavolo per la coda e gli monta in groppa a sua volta, insensibile alle querule preghiere di lasciarlo andare. Ora è lui ad esigere qualcosa di molto importante: vuole gli stivaletti della zarina, e, per prenderli, Bes dovrà portarlo in volo sino al sontuoso palazzo di Pietroburgo.
Una sala del palazzo.
Nella magnifica reggia fanno dunque il loro ingresso il demone raggirato e lo scaltro Vakula, che, subito, si aggrega ai cosacchi di Zaporoz’e vittoriosi sul nemico e in attesa di essere ricevuti dalla zarina. Quando arriva il suo turno, il gruppo viene accolto in una grande sala dove si sta svolgendo una festa danzante. Vakula si fa avanti con la sua richiesta, e il Principe Serenissimo, divertito dalla sua semplicità, lo rende felice donandogli i tanto desiderati stivaletti. In groppa al diavolo il giovane fa dunque ritorno al suo paese.
Atto IV
Una piazzetta.
Nella piazzetta di Dikan’ka splende il sole, ma è cupo l’animo di Solocha e di Oksana, disperate perché da giorni non hanno notizie di Vakula. Quando finalmente il fabbro ritorna, per tutti è gioia grande. Il giovane è deciso a riparare ai suoi errori: chiede scusa a Čub, che commosso gli concede in moglie Oksana. Per lei ci sono in dono i preziosi stivaletti, ma la fanciulla con modestia li rifiuta, felice di aver riconquistato l’amato. Il villaggio può adesso festeggiare la coppia di sposi.