La Bridal Designer Elisabetta Delogu ci parla del suo Bridal Style
Elisabetta Delogu, bridal designer dell’Atelier Regina,
Nata a Cagliari, frequenta il liceo artistico e poi le Belle Arti di Sassari. Dopo varie esperienze legate al mondo dell’arte, nel 2003 apre l’Atelier e le sue creazioni vengono immediatamente apprezzate a livello internazionale. L0 stratificare di tessuti con le loro combinazioni rievocano uno stile che va al di là delle mode del momento.
“Abiti ricamati in tessuti pregiati, per le donne che amano sognare…” Ogni abito, unico, irripetibile e dal taglio sapiente, può rivelare una donna romantica ed eterea, innocente e sensuale in un gioco di contrasti tra antico e contemporaneo. La sua Atelier richiama un fascino elegante e discreto, le future spose possono trovare la perfetta realizzazione dei propri desideri. “Curo ogni vestito come se fosse un’opera d’arte, nell’intento di migliorare la figura della donna, per esaltarne la naturale bellezza”. Elisabetta Delogu affermata Bridal Designer ama la cura sartoriale di ogni minimo dettaglio che si accompagna a un’attenta selezione dei tessuti: come le organze, il tulle, e i pizzi più leggeri che si affiancano alle bourette e agli shantung ricamati a mano con cromatismi molto sofisticati.
Rivista Donna l’ha incontrata per voi…
Elisabetta, raccontaci la tua arte..
Creo abiti da sposa in un’ottica non convenzionale, diretta ad una donna sì moderna, ma romantica, consapevole della propria femminilità.
Ci può raccontare il mood delle sue creazioni bridal?
Mi ispiro tantissimo al concetto di eleganza degli anni ’30 e lo reinterpreto con elementi forti, decisi e anticonvenzionali. La mia filosofia consiste proprio nel recuperare tutto ciò che è antico e renderlo attuale e originale. I pizzi pregiati che acquisto nei vari mercatini del mondo e nelle boutique vintage rispecchiano perfettamente la mia arte.
Diventare una stilista di abiti da sposa. Perche?
Prima di iniziare il mio percorso legato al mondo “wedding”, ho tentato la strada degli abiti da sera. In seguito, l’incontro con un imprenditore tessile, che mi ha consigliato di avvicinarmi al settore sposa, è stato illuminante. Da lì, ovviamente, il mio percorso ha proseguito su quella strada con tutto l’impegno richiesto.
Come potresti definire i tuoi abiti da sposa?
Preziosi, eleganti ma anche sensuali. I miei modelli esaltano la silhouette nei punti giusti e mimetizzano eventuali imperfezioni. La donna oggi si è un po’ persa nella ricerca spasmodica di una modernità fredda e materialista. Io cerco di riportarla ad una visione più naturale, in cui essa può ritrovare la propria essenza interiore.
Da cosa trai ispirazione?
Prevalentemente dal mio background, dalla natura, dalla musica, da tutto ciò che in qualsiasi modo è arte e mi fa provare emozioni.
Quali sono i tessuti che più utilizzi?
Le basi sono tessuti classici, tra cui chantun, mikado, organza, tulle, pizzi, a cui unisco tessuti antichi.
Che tipi di donne si rivolgono a te?
Sono di solito delle donne alla ricerca di un abito diverso da ciò che viene proposto nel mercato, serializzato e per questo, in fondo un po’ anonimo.
Come avviene il processo di scelta dell’abito da parte delle spose?
Le spose sono rapite dalla precisione dei dettagli e dai tessuti, che sono sempre scelti con gran cura. Gli abiti sono rivolti ad un pubblico di donne che cercano qualcosa di unico.
Quali sono gli errori da evitare?
Cercare di seguire le mode del momento, invece di scegliere in base al proprio cuore e a ciò che veramente un abito deve trasmettere.
E’ importante l’empatia che si crea con le future spose?
E’ tutto. Senza empatia non c’è comunicazione né complicità. Prima di mostrare i miei abiti, cerco sempre di entrare in sintonia con chi ho davanti.
Che emozione si prova nel contribuire con i tuoi abiti a realizzare il sogno di una sposa?
Beh, naturalmente, essere scelta per il giorno più importante della loro vita, mi fa provare un grande orgoglio ed un’immensa soddisfazione. In un certo senso mi sento parte della loro felicità.
Quanto sono importanti gli accessori?
Gli accessori sono parte integrante dell’abito. Bisogna tuttavia fare attenzione a che non rubino visibilità all’abito stesso.
Preziosi tessuti, originali cuffiette. La tua ultima collezione è unica. Cosa la rende così speciale?
Per me, una sfilata deve essere quasi un’opera teatrale. Tutto viene amplificato perché gli spettatori possano entrare in comunione con l’evento stesso e creare un pathos.
I tuoi sono considerati tra gli abiti più originali del 2015 insieme a grandi marche come Nicole spose, Max Mara e altri. Cosa si prova?
Essere accostata a questi grandi nomi del settore sposa, mi fa indubbiamente un gran piacere e mi riempie d’orgoglio. Naturalmente, tutto ciò comporta una grande responsabilità, un grande impegno professionale e tanto sacrificio.
Il tuo successo ti ha portato oltre i confini della Sardegna ad aprire anche un atelier a Milano.Raccontaci questa esperienza.
Il punto è che da anni ormai, avendo contatti a Milano e partecipando ad iniziative di qualità nel settore sposa, ed esponendo alla Rinascente l’anno scorso, non potevo rimandare oltre l’apertura di uno spazio esposizione e vendita nel capoluogo meneghino, date soprattutto le numerose richieste ricevute in tal senso.
Proggetti per il futuro?
Mi piacerebbe dare il mio contributo creativo per delle grandi firme. E’ una mia aspirazione e mi piacerebbe poter essere messa alla prova.