“L’Oréal-Unesco For women in Science” ecco le donne vincitrici
Le donne che fanno ricerca ad alto livello sono ancora una minoranza. Il programma “l’Oréal-Unesco For women in Science”, nato ormai 17 anni fa, punta ad aiutare le ricercatrici premiando ogni anno a livello mondiale cinque laureate che si sono distinte per il loro lavoro scientifico. Ecco le vincitrici di quest’anno..
Sono cinque le premiate per il 2015 de “L’Oréal-Unesco For women in Science”, programma nato per valorizzare le donne e il loro lavoro nel mondo della scienza. La marocchina Rajaâ Cherkaoui El Moursli, la cinese Yi Xie, l’inglese Dame Carol Robinson, la brasiliana Thaisa Storchi Bergmann e la canadese Molly S. Shoichet hanno ricevuto il premio alla Sorbona a Parigi.
Il programma nel 1998 ha l’obiettivo di aiutare le ricercatrici in un settore ancora troppo maschile, solo il 30% degli scienziati è donna. Il premio punta a portare alla ribalta storie di successo scientifico al femminile favorendo la carriera delle giovani donne. Ogni anno vengono premiate a livello mondiale cinque donne (laureate) che si sono distinte per il loro lavoro scientifico e 15 giovani ricercatrici (Rising Talents), a cui si aggiungono più di 230 giovani premiate nei diversi paesi.
Quest’anno il premio ha una marcia in più perchè le Nazioni Unite, e l’Unesco, hanno decretato il 2015 l’Anno Internazionale della Luce. Una denominazione che vuole essere una metafora di conoscenza, sapere e intelligenza, perchè la luce simboleggia la scienza stessa. Ecco le cinque laureate di quest’anno, che, secondo le giurie che le hanno selezionate, rappresentano il faro che con la sua luce ci guida lungo la strada per un mondo migliore.
Asia – Pacifico – Yi Xie
L’obiettivo della ricerca di Yi Xie è davvero ambizioso: ridurre la dipendenza da combustibili fossili, ormai sempre più scarsi, diminuendo l’inquinamento e incrementando l’efficienza dello sfruttamento energetico, sfruttando le proprietà di alcuni materiali. I cosiddetti nanomateriali bidimensionali, che possono essere modificati in modo da ottimizzare la loro struttura per non disperdere l’energia quando ne sono attraversati. I materiali attualmente impiegati per produrre o trasferire energia, come i semiconduttori che incamerano l’energia solare per generare elettricità, sono infatti sorprendentemente inefficienti. Mentre gli innovativi materiali ultra-sottili che il team di Xie sta sperimentando sono di gran lunga più efficienti di quelli convenzionali nell’immagazzinare e convertire le fonti energetiche, portando a massimi livelli lo sfruttamento energetico. I Xie per la sua fama di professoressa e ricercatrice, ha vinto numerosi premi.
Africa e Stati Arabi – Rajaa Cherkaoui El Moursli
Rajaa Cherkaoui El Moursli è una delle ricercatrici che hanno partecipato alla scoperta scientifica più importante degli ultimi anni, quella del Bosone di Higgs. Un lavoro scientifico che è valso il Nobel ai due scienziati che avevano previsto su basi teoriche l’esistenza di questa particella, fondamentale perché all’origine della massa dell’universo. La teoria è ora confermata anche dalla pratica grazie al lavoro, di Rajaa Cherkaoui El Moursli, che ha contribuito in maniera significativa alla costruzione, alla simulazione, ai test e al lancio del Calorimetro Elettromagnetico, uno degli strumenti che hanno consentito di “vedere” le tracce di questa particella.
Professoressa di fisica all’Università la Mohammed V di Rabat in Marocco, Rajaa Cherkaoui El Moursli, per inserirsi nel mondo della ricerca, ha dovuto lottare contro molti pregiudizi. “La prima sfida è stata convincere mio padre a consentirmi di studiare in un’università francese. All’epoca la società marocchina era ancora piuttosto conservatrice e la maggior parte delle donne non lasciava la propria casa se non una volta sposata”.
Europa – Dame Carol Robinson
Una testa calda, potrebbero definirla alcuni. Quello che è certo è che Carol Robinson non è un tipo convenzionale. È nota per aver sviluppato un campo di ricerca, quello della biologia strutturale delle molecole in fase gassosa, e per averlo fatto trasformando un macchinario, lo spettrometro di massa, da dispositivo utilizzato unicamente per determinare la struttura atomica di una sostanza in uno straordinario strumento altamente performante, in grado di mantenere le interazioni proteiche. Tra i suoi traguardi Carol Robinson conta anche la creazione di un metodo rivoluzionario per lo studio del funzionamento delle proteine, in particolare quelle che costituiscono la membrana cellulare e svolgono una funzione essenziale per l’organismo umano.
È stata nominata Dame dell’Impero Britannico, ed è stata la prima donna a insegnare chimica in due delle più prestigiose università del pianeta, ovvero Oxford e Cambridge. Il suo percorso di ricerca è stato sicuramente non convenzionale: ha lasciato gli studi a 16 anni per lavorare come tecnico di laboratorio presso un’azienda farmaceutica. È ritornata poi a studiare, ma quando sono nati i suoi figli Carol Robinson si è presa un periodo di pausa di otto anni per dedicarsi alla famiglia.
Nord America – Molly Shoichet
La passione di Molly Shoichet sono i polimeri, molecole lunghe che grazie alle sue intuizioni possono essere usate per promuovere la riparazione dei tessuti danneggiati da ictus, lesioni del midollo spinale o cecità. Per questi tipi di lesioni bisogna ripristinare una connessione fra le cellule nervose, Shoichet sta lavorando a due strategie diverse per raggiungere l’obiettivo: il trapianto di cellule staminali, e la stimolazione di quelle già presenti nel cervello. Nel primo caso le sue ricerche mirano a trovare un modo per mantenere in vita le cellule staminali per un tempo sufficiente da consentirne l’integrazione nel sistema nervoso; nel secondo, a progettare nuovi metodi per il rilascio dei farmaci direttamente nel cervello. Entrambe le strategie fanno leva sui polimeri ad alta tecnologia. Infine, Shoichet si sta mettendo a punto nuovi materiali che rilascino i farmaci in maniera selettiva, direttamente nelle cellule cancerogene, per cercare di evitare così alcuni degli effetti collaterali dei trattamenti.
Tutto questo si accompagna a un forte impegno in famiglia, e nel sociale in cui Molly si impegna a favore di associazioni di pazienti, di organizzazione che si battono contro il razzismo, e anche sui social media, “Research2Reality”, finalizzata a “connettere la ricerca di oggi con la realtà di domani”.
America Latina – Thaisa Storchi Bergmann
Thaisa Storch Begmann viene chiamata la signora dei buchi neri. È infatti grazie alle sue ricerche che sappiamo di più di questi enigmatici spazi dell’universo, non visibili direttamente e con una forza gravitazionale tale da “inghiottire” la materia. Sebbene siano molto difficili da studiare, gli astronomi sono convinti che proprio nel loro funzionamento si nasconda il segreto della formazione dell’universo. Storchi Bergmann ha isolato per prima lo schema dei movimenti di un disco di materia accumulata che si è formato attorno a un buco nero supermassiccio, svelando preziose informazioni sul comportamento di queste formazioni celesti. È stata anche la prima a dimostrare che gas e polveri possono essere assorbiti dai buchi neri.
Alle ragazze che prendono in considerazione la carriera da ricercatrice chiedendosi se questa possa essere conciliata con la vita familiare, Storchi Bergmann consiglia con tutto il cuore: “Fatelo! Inseguite il vostro sogno!” Lei ha portato con sé il proprio figlio neonato in una missione di tre mesi in un osservatorio straniero, camminando su e giù per una montagna più volte al giorno per allattarlo.