Sars, l’atipica ma non invincibile polmonite
E’ stata chiamata sars ( severe acute respiratory sindrome ) la malattia respiratoria che ha causato, sino al momento in cui scrivo cinquantotto decessi in tutto il mondo . Dalla Cina, si è diffusa molto in fretta tanto in Europa quanto in America: oggi i paesi che hanno denunciato la presenza di almeno un caso certo sono quindici. Cerchiamo di capirne meglio di che cosa si tratta. Da che cosa è causata? Nonostante nelle scorse settimane siano stati indicati come responsabili diversi virus (attualmente i più accreditati sono i corona virus),gli esperti al momento in cui scrivo non hanno ancora idea di quale sia il vero colpevole. Per arrivare a una risposta convincente nel tempo più breve possibile undici diversi laboratori in vari paesi stanno lavorando giorno e notte sotto l’attento e sempre vigile coordinamento dell’Organizzazione mondiale della sanità. Quali sono i sintomi? Le prime manifestazioni comprendono febbre alta sopra i trentotto gradi C, tosse secca e’ difficoltà a respiratorie; possono esserci anche mal di testa, malessere generale, inappetenza, dolori muscolari, debolezza, diarrea e sfoghi cutanei. Tutti i sintomi si aggravano nel arco di qualche giorno. A differenza delle polmoniti tradizionali infatti, che colpiscono l’ alveolo e sono quindi facilmente rilevabili tramite una semplice auscultazione, la SARS colpisce il tessuto tra un alveolo e l’altro: un medico che non sia stato allertato per motivi specifici all’ inizio non nota nulla di diverso da una normalissima affezione respiratoria. In assenza di un test, realizzabile solo dopo che il responsabile avrà una fisionomia nota, non è possibile fare una diagnosi al di là di ogni ragionevole dubbio. Al momento, quindi , l’OMS ha delineato le caratteristiche dei casi sospetti e di quelli probabili, riferite a sintomi comparsi dopo il primo febbraio 2003. Non essendo noto il germe responsabile, al momento non ci sono cure efficaci. A Hong Kong, dove la situazione è critica e dove l’ epidemia si allarga di giorno in giorno, i medici hanno trattato con successo alcuni casi sospetti con il siero di persone che erano guarite, dimostrando cosi’ che il corpo umano è in grado, almeno in certi casi, di produrre anticorpi specifici. Va comunque ricordato che la percentuale di decessi al momento una sessantina rispetto al numero dei contagiati almeno 1600 è piuttosto bassa, il ricovero in ospedale può consentire una gestione migliore della malattia, con la conseguente riduzione delle probabilità che essa diventi letale. In un primo momento si era pensato che l’infezione non fosse molto molto contagiosa tuttavia il caso dell’edificio di Hong Kong , nel quale sono stati trovati più di 200 inquilini infettati su 700, sembra deporre a favore di un alto potere infettivo e, forse , della trasmissione aerea di un germe abbastanza resistente anche al di fuori dell’ospite. Si è accertato che l’incubazione dura da 1 a 11giorni. L’Organizzazione mondiale della sanità, pur senza prendere provvedimenti drastici, ha ricordato l’opportunità di rimandare se possibile, i viaggi nelle zone più a rischio come Hong Kong, almeno fino a quando non dovessero essere disponibili più informazioni.
Lo stesso Ministro della salute Girolamo Sirchia, pur ritenendo che in Italia la situazione sia del tutto sotto controllo al momento, tre i casi sospetti più quattro membri di una famiglia appena tornata dalla Cina ancora oggetto di esami, ha inviato a limitare viaggi e ha predisposto misure preventive pronte a scattare qualora ci si trovi in presenza un dubbio nei luoghi più pericolosi come gli aereoporti.
Costantino Mazzanobile