Cool Caddish: il Rapper che racconta la vita nelle periferie cagliaritane “L’ironia è al centro di tutto”
Coool Caddish Rapper cagliaritano non è un Rapper come gli altri. Riesce a regalarci uno spaccato sociale in chiave assolutamente ironica, sa centrare il punto con l’occhio attento e critico davanti a tutto ciò che lo circonda. Si muove tra l’Italia e l’Estero. I suoi album sono autografati. La sua passione per la musica ci trascina tutti e anche noi di Rivista Donna ci siamo lasciati affascinare dai toni Rap per le strade di Cagliari.
Come nasce la tua passione?
Come è noto le passioni sono innate e devono solo esprimersi. Da bambino a differenza dei miei coetanei non amavo giocare a calcio e neppure partecipare ai gruppi scuot. Ero un diavoletto e mia madre pensò di mandarmi a studiare da uno dei pochi Dj hip hop in città, Dj Andy, appena ho visto microfono e giradischi sono diventato un Hare Krhisna.
I tuoi rapper di riferimento?
Più che attraverso i Rappers ho studiato alla scuola genovese dei cantautori e la corrente italiana della Rca. Il Rap italiano non mi piace, nonostante abbia molti amici nell’ambiente. Infatti di rado ho collaborato con Rappers della penisola, non mi piace la voglia di sembrare americani e scopiazzare. Preferisco mille volte la Vanoni a Fedez per fare un esempio, e non gradisco il prendersi sul serio che hanno tutti i miei colleghi.
Raccontaci le tue esperienze fuori dalla Sardegna. Quando hai iniziato e come?
Nel 1997 ho fatto da tour Dj per alcuni famosi gruppi. E’ stata una grande gioia, essendo ancora piccolo, anche prendere l’aereo per andare in altre città italiane. Dal 2008 al 2014 ho lavorato nel settore crocieristico con ottimi risultati e mi sono trovato a fare Dj Set in giro per il mondo per conto delle tre più grosse multinazionali. Una grande soddisfazione che mi ha permesso di evolvermi e di vedere posti che non avrei mai visitato.
Musiche e parole sono tue?
Le parole ovviamente sono mie, non riuscirei mai a cantare qualcosa scritto da altri. Per le musiche collaboro da sempre con “El Flike De Caribe”, che oltre ad essere il mio producer è uno dei miei amici storici. Chi ci vede lavorare lo capisce in due minuti che non abbiamo bisogno di dirci nulla. Oltre a lui ho un piccolo team di produzione che include persone corrette non arriviste e con una forte passione per la musica al di là della possibilità di guadagno.
Hai una tua Band Fissa?
La mia più che una band e un team di amici. C’e’ Robka che si occupa delle trasferte e dei pagamenti e in più e il nostro tecnico del suono, Flike che produce le musiche e cura il Fan Club, Milwokee che cura le mail di risposta dal sito www.coolcaddish.com creato da un altro amico esperto di web master. Di recente ho chiuso con un managment nascente ben noto qui “Ready to celebrate Cagliari”. In programma abbiamo molte serate musicali con artisti internazionali ed eventi Open Air. Nel team è molto importante anche l’aiuto spirituale in cui io credo molto. Nel gruppo siamo tutti uniti e sappiamo che “pensando in piccolo e dando ognuno il suo contributo tutto diventa più facile da realizzare”.
A cosa devi il tuo Successo?
Sicuramente alla passione smisurata e al fatto che non ho mai voluto mentire al mio pubblico. Penso che comunque il successo sia deciso dal pubblico e da nessun’altro. Mi è capitato di conoscere alcuni Rapper depressi a 20 anni perchè non hanno ottenuto il successo che speravano. Bisogna sempre stare con i piedi per terra ed essere umili. Se alla fine hai il tuo pubblico, riesci a lavorare e le persone ti seguono vuol dire che la musica piace e questo per me è un grande successo.
Cosa ne pensi del Rap oggi in Sardegna e nel resto del mondo?
Il Rap in Sardegna ha avuto un bell’esordio ma si è trattato di un momento. Molti considerano questo mondo il più semplice per guadagnare e avere successo ma non è così. Nel 2001 avevo fondato un’etichetta indipendente la “Beatbull Recordz” per un paio di anni ha avuto successo poi questa esperienza è terminata. A livello mondiale l ‘hip hop è un genere che si è concluso nel 2006, così come è capitato anche ad altri generi musicali come il Rock anni 80.
Cool Caddish e le donne…
Ho una sorella e una madre e sono cresciuto nel rispetto delle donne. Ho fatto studi linguistici ed ero l’unico ragazzo della classe. Le donne sono sempre state una grande fonte d’ ispirazione. Ho letto libri sulle violenze alle donne come “Donne che amano troppo” e “Donne che corrono coi lupi”, sono assolutamente convinto che le donne siano un miracolo su questa terra. Non tollero violenze psicologiche o fisiche sulle donne e se mi capita di sentire questi argomenti in tv cambio canale. Nelle mie canzoni tendo a far innervosire le furbette e come ho scritto nel mio motto “Se sei una donna e ti offendi per quello che dico nelle canzoni sei della tipologia descritta”. Vivo con la mia compagna e un gatto. Ci dividiamo i compiti e amo essere circondato da oggetti che appartengono alla mia compagna, inoltre ho lasciato a lei il compito di arredare la casa perchè io, da uomo e da Rapper in questo ho molti limiti.
Nei tuoi testi si parla molto di donna “Baby” ovvero una bambina che vuole fare la grande. Spiegaci meglio…
Il problema della società di oggi è l’apparenza sia per i ragazzi che per le ragazze. Nella società attuale se non si è circondati dalle persone giuste si rischia di entrare a far parte di ambienti pericolosi. Facebook, i social, le nuove tecnologie sono anch’essi degli strumenti di cui diffidare. Bisogna sensibilizzare molto i ragazzi a usare i nuovi strumenti di comunicazione con prudenza e sono contro tutti coloro che approfittano dell’ingenuità dei ragazzi per far loro del male.
Le tue canzoni sono uno sguardo attento alla tua città con grande criticità di ciò che ti sta intorno. A cosa ti se ispirato principalmente?
Io amo la mia terra e la mia citta’ ma non c’e’ arma piu’ potente dell’ironia. Vedi ad esempio la redazione di “charlie hedbo ” solo dopo l’increscioso attentato e la morte di tante persone si è iniziato a far capire al mondo quanto potente è l’ironia. Carosone in anni non sospetti scrisse “Caravan Petrol” un pezzo che parlava della dipenza dei popoli dal petrolio, lo ha fatto in senso ironico ma intanto lo ha fatto. Io quando scrivo mi ispiro sempre ad esperienze di vita vissuta. Penso sempre di avere “il cielo e non il tetto sopra la testa…” mi piace provocare e far riflettere. Per farlo bene mi ispiro solo a fatti successi me o alle persone che mi circondano. Il testo di “A Cagliari” ad esempio è una critica enorme eppure è diventato l’inno di Cagliari. E’ la sonora di Sky Sport per il ritiro del Cagliari.
Le donne hanno lottato tanto per diventare come Belen o la Sinecar. Ci puoi tratteggiare un profilo della tua donna ideale?
Di recente leggevo delle soufraggette e di quanto le donne hanno dovuto combattere per una posizione degna di nota. Ho letto biografie di donne potenti, ho molta ammirazione per il modo di lavorare delle donne in alcuni campi penso che siano le donne a scegliere gli uomini non il contrario. Figure come Belen la Sinecar sono solo “bonone” ma forse la gente non lo sa che in america latina o nell’europa dell’est sono tutte più o meno come loro. La Sinecar è una donna intelligente ma Belen la trovo diseducativa e un cattivo modello. Abbiamo bisogno di donne pensanti e forti non di bambolone che ballano e muovono il lato b. Per quello che riguarda la mia donna ideale, si ne avevo una in mente, ma la mia compagna e addirittura meglio del concetto che avevo di donna ideale e in questo sono molto fortunato. Sto con una donna che per prima cosa stimo e amo, e soprattutto è intelligente e con grandi valori morali, impegnata come me in mille campi.
L’ironia è al centro di tutto “Il figlio Emo”….”Una cosa losca” ” Sarai uva domani” spaccati della realtà che riesci a ironizzare spiegaci meglio…
L’ironia è la mia religione nella vita e nell’arte. Le storie narrate in queste canzoni sono successe realmente poi, se nella vita parti dal nulla, ironizzare può essere una risposta concreta alla disperazione.
Ti segue anche una grossa linea moda “Blomor” come è iniziata questa esperienza?
Ho collaborato con svariati brand con Blomor abbiamo prodotto tre video, al momento ho degli altri sponsor che lavorano per me ma preferisco non parlarne. Il più delle volte i brand mi chiamano perchè il mio riscontro pubblicitario nell’Area della Sardegna è molto ampio.
Se un ragazzo volesse seguire la tua strada cosa consiglieresti?
Gli consiglierei di sentirlo nelle vene, di mettere in conto che lo si fa per se stessi e non per gli altri. Gli direi che un artista soffre per sè e gli altri tutta la vita. Un artista un giorno ha tutto, il giorno dopo può non avere nulla. Il lavoro di un artista è duro e come tutti i lavori le difficoltà non mancano. Inoltre è importante ricordare che il successo dipende da un buon manager da un buon portafoglio o semplicemente dal tuo pubblico.
Un sogno nel cassetto?
Il mio sogno è sempre stato fare il musicista e viaggiare per il mondo. Quindi o cambio cassetto o cambio sogno! Ma a dover essere sincero vorrei un bambino da guidare nel suo percorso nella vita. Poi…sogno di essere felice…