La riscoperta delle cavità nel quartiere di Sant’ Avendrace
C’e’ sempre stato un rapporto molto stretto, quasi naturale, tra il quartiere e la coscienza della presenza di un sottosuolo interessante che tutti i giorni, quasi senza saperlo si calpesta. Con l’approdo dei fenici e dei punici poi, oramai quasi 2800 anni fa, si iniziarono a scavare diverse cavita’ per ricavarne luoghi di culto per esempio le tombe che oggi formano la necropoli di Tuvixeddu una delle importanti del Mediterraneo. O serbatoi che, scavati nei pendii rocciosi, avevano il compito di catturare il prezioso liquido, per restituirlo nei momenti del bisogno. Ieri, come d’altronde oggi, con CAG, le piogge non sono state generose, per cui era necessario dotarsi di provviste per fronteggiare i lunghissimi periodi di siccità. Cisterne impermeabilizzate e appositamente rivestite per non disperdere l’acqua, poi sostituite dall’acquedotto romano, opera grandiosa che portava l’acqua dalla lontana Villamassargia, quasi a voler anticipare di 1900 anni il percorso che proprio in questi giorni e negli stessi luoghi, sta’ per convogliare le acque delle miniere. Le tracce più evidenti ed importanti di questa opera sotterranea,completamente scavata dalle mani dell’uomo, si trovano nel quartiere. Ma la vocazione allo scavo, per ricavare spazi nel sottosuolo, si evidenzia in cave utilizzate fino a qualche decennio fa, se pensiamo che durante i tragici eventi dell’ultima guerra mondiale, culminati coi bombardamenti di febbraio fino a maggio 1943, molti cagliaritani utilizzarono tali luoghi per cercare di sfuggire al pericolo. Altre cavità, tra le quali la grotta della vipera uni’ al culto l’arte ,con preziosi scavi ed erudite citazioni letterarie. Ancora oggi esiste una straordinaria cava sotterranea, utilizzata fino a qualche decennio fa,che sfiora i due chilometri di lunghezza e, nel perenne intreccio tra passato e presente, che sembra il filo conduttore in questa area, interseca perpendicolarmente l’acquedotto romano. Tutti luoghi che si dovrebbero destare dall’oblio, per raccordarli con le altre cavita’ presenti nella zona di via Veneto, viale Merello,piazza d’Armi, viale Fra Ignazio, Ospedale civile,dove esiste la piu’ alta concentrazione di sotterranei della citta!per favorire un armonico raccordo tra il quartiere ed il resto del tessuto urbano, ponendolo non piu’ in disparte e con connotati periferici, ma al centro della vita anche culturale di Cagliari. Tante citta’ italiane fanno parte del consorzio Italia Sotterranea che si pone come obiettivo quello di valorizzare il sottosuolo dei centri abitati e Cagliari e’ presente soltanto con l’area, non comunale, di Sant’Eulalia. Perchè non estenderla? Si raggiungerebbero almeno tre risultati : valorizzare il quartiere, creare posti di lavoro, dare maggiore stabilita’ alla zona perchè usufruire del sottosuolo significa rendere più sicure le strutture sovrastanti evitando le classiche sorprese , sempre possibili quando piove , che si rivelano sotto forma di frane o smottamenti . Un quartiere con tante potenzialita’ e con ricco passato che aspetta di essere riscoperto perche’, con la moderna condotto accennata ci insegna, la memoria del passato ci permette di vivere piu’ consapevolmente il presente e forse ci rende meno presuntuosi perche’, voltandoci indietro spesso ci capita di verificare che quello che facciamo oggi ha radici ben solide che affondano si nutrono dell’esperienza di chi ci ha preceduto.
Costantino Mazzanobile