Imago Karalis Imago Mundi: dal 14 febbraio una mostra all’ExMa per indagare l’identità visuale della Città
Domenica 14 febbraio presso l’ExMa si inaugurerà la prima personale di Stefano Non, Imago Karalis Imago Mundi: un’indagine per immagini dello spazio urbano, la creazione di un controambiente, che fa emergere nodi, percorsi, riferimenti che hanno contribuito a creare l’identità visuale del tessuto urbano.
Quello di Stefano Non è un esercizio effettuato usando il mezzo fotografico più antico e storicizzato (il banco ottico), nel tentativo di fornire degli “approdi” geopoetici ed estetici, per radunare significati utili all’azione di posizionamento nel contemporaneo (nell’epoca in cui Google Maps permette di fruire di ogni centimetro quadro del mondo, in funzione commerciale).
Stefano Non nasce nella cintura industriale lombarda; i suoi primi rapporti con l’immagine automatica sono attraverso il VHS e i film distopici in seconda serata. Diplomato in fotografia al CFP Bauer di Milano, laureato in Scienze della Comunicazione ha lavorato come assistente per diversi studi fotografici milanesi ed in particolare per Alberto Ferrero.
«In prima nel dipingere la superficie faccio un quadrato grande, quanto mi piace d’anguli dritti: il quale mi serve per una finestra aperta, onde si possa vedere l’historia», scriveva Leon Battista Alberti nel “De Pictura” (nel 1436), dettando i canoni di rappresentazione dello spazio moderno attraverso l’inquadratura e la prospettiva lineare, profetizzando l’avvento della fotografia. Dopo più di 500 anni, i tecnici della Xerox si ispireranno al suo trattato per definire, con la navigazione a finestre, i canoni di rappresentazione dello spazio web. L’approccio mediologico suggerisce un’integrazione fra i due spazi (ogni medium contiene quello precedente), presupponendo però un concetto fondamentale: quello di posizionamento, in una continua dialettica fra immediatezza e ipermediazione. Posizionamento, anche e soprattutto, nel sistema principale di organizzazione spaziale e temporale che accompagna l’uomo da quando si può chiamare tale: la città.
Lo sviluppo urbano novecentesco da sfondo si fa soggetto, emergendo con le sue implacabili e forse irrisolvibili contraddizioni. Ci costringe così ad un confronto/scontro individuale e collettivo con l’essenza stessa della città, che è stata giustamente definita la più grande opera d’arte generata dall’uomo, ma che ciclicamente ne evidenzia i limiti.
In un dibattito (alle ore 11 presso la Sala Conferenze dell’ExMa) coordinato da Enrico Cicalò, docente di Metodi e Tecniche della Rappresentazione Grafica (Università di Cagliari) si cercherà di evidenziare affinità, differenze e momenti di convergenza passati e possibili del rapporto fra Cagliari e cinque arti (architettura, cinema, fotografia, grafica e letteratura), in un’ottica che rifiuti lo stereotipo, facendosi critica e propositiva rispetto ai nuovi scenari che il presente impone. Interverranno Antioco Floris (docente di Linguaggi del Cinema, Università di Cagliari), Emiliano Ilardi (docente di Sociologia dei Processi Culturali, Università di Cagliari), Dandy Massa (architetto e vice presidente del Consiglio Italiano Ingegneri) e Stefano Non,fotografo, autore della mostra.
La mostra sarà visitabile dal 14 Febbraio al 9 Marzo.