La ricetta della felicità? Creare se stessi
L’uomo non ha limiti eccetto quelli che lui stesso si impone ed è un vero e proprio “viaggiatore interstellare” se accetta di essere fatto “della stessa materia di cui sono fatte le stelle”. Ci sono la fisica quantistica, la psicologia e la medicina, ma anche un autentico amore nei confronti dell’essere umano alla base delle riflessioni di Marco Lombardozzi che ieri sera è tornato in scena al Teatro San Genesio di Roma con L’Universo siamo noi.
Una nuova edizione dello spettacolo (dopo il debutto nell’estate scorsa) in cui il medico e psicoterapeuta romano propone al pubblico un flusso di pensieri trasformato in teatro e musica. Sul palco con Lombardozzi – che è autore e interprete dello show – anche Roberto Deiana, Silvia Santini e Marco Gentili, tutti impegnati a far divertire il numeroso pubblico in sala attraverso una accattivante selezione di grandi successi musicali, come Space oddity di David Bowie, Je vole e Je vais t’aimer di Michel Sardou, Wish you were here e Brain damage dei Pink Floyd, I will survive di Gloria Gaynor e infine anche il rap, scritto dall’autore, che riprende il titolo dello spettacolo.
Ma in questo lavoro c’è spazio soprattutto per le riflessioni legate alla possibilità che ognuno ha di ottenere felicità e realizzazione con una semplice ricetta: conoscere se stessi per accettarsi ed esprimere le proprie potenzialità, abbandonando le false certezze, le menzogne e i preconcetti imposti dal “comune pensare”. Il punto centrale sta, secondo l’autore, nel comprendere che ogni uomo non è “altro” rispetto all’universo, ma ne è parte integrante. Se il tempo è curvo e non lineare, il passato e il futuro appartengono a un’unica dimensione e possono toccarsi: ecco allora che ognuno di noi può avere l’opportunità di conquistare nuove visioni attraverso schemi diversi, che di certo si pongono in contrasto con ciò che “i dominatori del mondo ci hanno raccontato”. “L’uomo è cambiamento”, ha detto l’autore rivolgendosi al pubblico, “ci illudiamo di avere il controllo con la razionalità, ma quello che chiamano il libero arbitrio è semplicemente cambiare approccio alla vita”. Quindi non dobbiamo rimanere bloccati nel nostro io, ma aprirci all’universo per poterne esplorare le varie dimensioni e scoprirne le leggi.
Nonostante i problemi della quotidianità la vita è molto più bella e più semplice di come ci appare. “Dobbiamo creare, trovare noi stessi e crederci, senza paura”, ha aggiunto, “così troveremo nuove strade e non nuove scuse”.
di Ilaria Rundeddu