Mermaiding, le sirene popolano i mari di Golfo Aranci
Chi non ha desiderato almeno una volta nella vita essere come loro? Code sgargianti, capelli sciolti e un pizzico di magia. Divine regine marine che fluttuano e si muovono sensuali nell’acqua.
Un sogno che diventa realtà grazie alla prima scuola in Italia per sirene istituita dal centro immersioni Alpha Diving Centre di Golfo Aranci.
L’ ideatrice di questa iniziativa è Francesca Magnone, biologa marina e istruttrice ESA di sub.
«Il progetto La Casa delle Sirene è antecedente al 2013, ma ha poi preso il via proprio in quell’anno dopo l’installazione voluta dal Comune della statua della sirena che emerge dalle acque di Golfo Aranci, motivo di attrazione turistica che aveva come intento stimolare l’attenzione sulla donna sarda e il legame col mare».
La Magnone ha iniziato a indossare la coda praticando snorkeling, poi la decisione di studiare la didattica e le tecniche notatorie del mermaiding, così si chiama la disciplina sportiva di nuoto con la coda, praticata in tutto il mondo sia in piscina che in mare aperto dalla Germania alle Filippine. «Mi sono chiesta: se c’è questo interesse per la sirena, perché non far provare anche alle altre, fisicamente, che cosa vuol dire esserlo veramente?».
Uno sport che modella il corpo e che scolpisce attraverso movimenti sinuosi, offre la possibilità di provare a cimentarsi nell’ apnea in un ambiente più rilassato e giocoso rispetto ai corsi tradizionali. Requisito richiesto? Saper nuotare, perchè tutte dai dieci anni in su possono provare a diventare sirene: «Stiamo proponendo delle prove standardizzate che hanno una successione di esercizi in cui si impara a nuotare con la coda da sirena, una situazione completamente diversa dal solito perché abbiamo le gambe fasciate e la monopinna».
L’apprendimento è graduale: si prende in sostanza confidenza con l’attrezzatura e con l’acqua attraverso dei semplici giochi come passare dentro ad un cerchio o recuperare degli oggetti sul fondo. Poi si approfondisce la tecnica del mermaiding con un particolare focus sull’apnea, sulle coreografie e sulla respirazione. Il tutto viene abbinato a tecniche yoga e meditative che si fanno fuori dall’acqua.
di Ilaria Rundeddu