“Giochi d’amore” ironia del paradossale ed equivoci d’amore, in palcoscenico

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La Fondazione Teatro Studio Jankowski presenterà Giochi d’amore tratto da Parady di Jan Potocki e dal Teatro Comico di Carlo Goldoni il 13 giugno alle ore 21 al Teatro Manzoni di Roma. Ironia del paradossale, maschere, trucchi fantastici e gioco del teatro si uniranno sul palcoscenico, grazie alla regia dell’ eccellente  Claudio Jankowski.
 ” Giochi d’ amore ” è una storia giocata sugli equivoci d’amore, sulla futilità del vivere la quotidianità, una provocazione acuta e grottesca per riflettere sulla condizione surreale della nostra esistenza.
Tra gli interpreti spicca la bellissima attrice teatrale e cinematografica Marilù De Nicola.
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 Claudio Jankowski regista italo-polacco, pedagogo e artista performativo. Laureato in Lettere, in Pedagogia e in “Educatore Professionale di Comunità”, ha studiato presso lo Studio di Arti sceniche di Alessandro Fersen nel biennio 1974/76. Ha collaborato tra gli altri con Alexander Jodorowsky, Lindsay Kemp, Klaus Kinski, con il Footsbarn Travelling Theatre e con il Teatro Stabile di Roma. Si è sempre impegnato nella ricerca della profondità psicologica del teatro in tutte le sue valenze aprendo a Roma, nel 1976, il suo Teatro Studio divenuto Fondazione nel 1993. La sua esperienza nell’analisi didattica lo ha portato a sviluppare il teatro come espressione di crescita e liberazione del proprio sé, e la grande fascinazione del suo “teatro di ricerca” sta proprio nel sollecitare le profondità dell’anima dell’attore, inizialmente come uomo e poi come personaggio. Nelle sue regie predilige l’improvvisazione e la creazione di performance. La sua ricerca in campo teatrale mirata all’animo umano, lo ha portato a guidare corsi di dramma-terapia e a collaborare con Ferruccio Di Cori, direttore di ricerche e training in psicodramma al Kings County Hospital di Brooklyn negli anni cinquanta. Essendo il suo un teatro alla ricerca delle emozioni più profonde, ha come motivo ricorrente il gioco, il grottesco, la maschera. Proprio alle maschere dedica corsi e seminari in Italia e all’estero. Inoltre, sempre per l’attrazione che esercita la scena teatrale nella sua interezza, è stato assistente degli scenografi Roberto Francia e Bruno Garofalo. Legato al tema della maschera è il trucco curatissimo degli attori che caratterizza tutte le sue rappresentazioni, creato da importanti truccatori cinematografici e make-up artists.
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Il conte Jan Nepomucen Potocki, autore di “Parady”, deve principalmente la sua fama a: “Il manoscritto trovato a Saragozza”. Egli condusse una vita avventurosa, amante dei viaggi visitò l’Olanda, la Spagna, l’Italia, la Francia, l’Egitto, il Marocco spingendosi fino al Caucaso, alla Mongolia e alla Cina. Parlava otto lingue ma scriveva soprattutto in francese. Sposato con la principessa Lubomirska soggiornava nel castello di Łańcut in Polonia che apparteneva alla consorte. Lì nel 1792, volendosi sdebitare per l’ospitalità ricevuta, scrisse “Parady” in lingua francese e nello stile della commedia dell’arte per il teatro di quella corte. L’opera è composta da sei scherzi scenici pieni di umorismo grottesco, di giochi di parole, di spirito frivolo, sei canovacci o “parades” nei quali manifestava una vena burlesca di tono moderno. “Parady” è stata restituita al palcoscenico polacco nel 1958 quando fu tradotta per la prima volta in lingua polacca. Queste “stravaganze drammatiche”, come lui le qualificava, ebbero da sempre molto successo e continuano ad averlo fino ai giorni nostri. “Parady” è un gioco costante tra la maschera e il personaggio. Pensando alla ricorrenza della morte di Potocki avvenuta nel 1815 e alla rappresentazione di “Parady” del 1792 (l’anno prima della morte di Goldoni) abbiamo pensato che non è solo il periodo storico a legare questi due autori ma è il loro gioco costante tra maschera e personaggi. Per celebrare il connubio fra il teatro polacco e quello italiano abbiamo creato un incontro tra il “Teatro comico” di Goldoni e l’opera di Potocki portando in scena personaggi eccentrici e vivaci, reali anche se fortemente caratterizzati (come nella divertente scena iniziale che racconta ironicamente lo storico duello fra Casanova e il conte polacco Branicki). “Le sfilate” di Potocki diventano un cabaret umano di emozioni e sentimenti nascosti dietro l’apparente semplicità delle maschere. Una brillante parodia della società senza intenti moralistici, ma finalizzata al riso e al divertimento, con situazioni esilaranti e grottesche, portate al limite dell’esasperazione. Il comune denominatore dei due autori e delle loro opere è diventato, in questo caso, ’amore: quell’amore che vince su tutto e che non ha paura di esprimersi anche con trucchi e malizie, e che ha la stessa dignità per l’amato e per l’amante. Il lieto fine è sempre garantito, indipendentemente dalle difficoltà, dai litigi, dagli intrighi e dai malintesi che ostacolano le storie di Gil, Zerzabella, Kasander e Leander. Guidato dal capocomico della compagnia prima, dallo stesso Potocki, poi, impersonificato da un attore che darà il via alle singole scene, il pubblico passerà in rassegna situazioni e scene diverse tra loro ma sempre concatenate dall’amore e dal gioco teatrale, che si risolve prima in un dibattito e poi nel più romantico e duraturo dei matrimoni. I personaggi di Goldoni: impresario ed attrici in un mondo teatrale all’apparenza rovesciato, cedono al fascino delle maschere esaltate, umanizzate e rese personaggi e attori dalla fantasia magica di Potocki. Entrambi i nostri autori aiutano il mondo ad essere salvato dalla fantasia. Stravaganti e grotteschi sono i trucchi, le acconciature, i costumi, le maschere, i movimenti e la recitazione per rimanere nel gioco del teatro, in una favola che porti a sorridere e sognare donando al pubblico quella speranza che solo il teatro sa dare. In conclusione un abbraccio fra la cultura italiana e quella polacca e all’arte in generale, con la speranza di divertire e di emozionare, ma anche di incuriosire e di essere un punto di partenza per approfondire e riflettere.
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La Fondazione “Teatro Studio Jankowski” presenta “Giochi d’Amore” tratto da “Parady” di Jan Potocki e dal Teatro Comico di Carlo Goldoni regia di Claudio Jankowski assistente alla regia / Art Director Alessandra Elena Peduto aiuto regia/ docente di recitazione e dizione Maria D’Arienzo movimenti coreografici Evelyn Hanack musiche Marco Raul Marini traduzione dal polacco di Dorota Wdowinska, drammaturgia di Ilaria Ceci da un’idea di Claudio Jankowski realizzazione costumi: Alessandra E. Peduto, Federica Latini, Gianluca Cococcia, Maria Gabriella Baliva realizzazione scenografie ed elementi scenici Gianluigi e Priscilla Contesini trucco a cura dell’Accademia di Trucco Professionale di Roma acconciature “Gli Spettinati” maschere di“Cà del Sol” di Venezia interpreti: Paola Auzas, Alessandro Bellico, Debora Caira, Silvia Capizzi, Susanna Capponi, Alessia Carbonaro, Giacomo Castrucci, Anna Maria Cittadini, Giovanni D’aniello, Vito D’onzia, Silvia De Matteis, Marilù De Nicola, Maurizio Diamanti, Dora Di Mizio, Teresita Fazzari, Asia Maione Cozzolino, Anna Pavia, Davide Poggioni, Stefano Roselli, Enzo Schiavello
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Credito foto di Giancarlo Fiori- foto tratte dalla data zero avvenuta lo scorso 21 Maggio al Teatro Polacco di Roma.