Laura Mura: le sue opere, un viaggio tra Arte e “Food”
Laura, da 22 anni nella ristorazione con l’animo artistico, valorizza ogni angolo del suo ristorante che gestisce insieme al marito con la passione sempre viva e vivace.
La sua vita è lì 24 ore su 24.
Diventa la psicologa del food dentro il suo ristorante.
Riconosce il cliente da come apre la porta, sa già i suoi gusti culinari; è difficile che Laura si confonda, il suo è un intuito micidiale: spaghetti al pomodoro o all’aragosta?.
Un’artista a 360 gradi, il ristorante per lei diventa come per il pittore la stanza dei colori.
Partendo dal food per arrivare a delle vere e proprie opere dove possiamo scoprire non solo la ristorazione, ma una libera interpretazione di un’arte che completa la sua vita. Nelle opere tutto il suo lavoro, l’ardore vivo delle sue emozioni ed un grande sogno, che coltiva ogni giorno.
I protagonisti assoluti diventano quindi la natura, i suoi colori, i sapori, le forchette, i coltelli, orpelli vari e tovagliati. Qualunque oggetto può diventare strumento per esprimere la sua vena artistica.
Una stilista Pop-Art molto innovativa. All’interno della “Risacca“, nome dato al ristorante che in origine era una camera iperbarica, troviamo a completare l’arredamento i suoi bellissimi manichini stravaganti, opere originarie e pezzi unici.
RivistaDonna la ha incontrata per voi.
Buongiorno Laura, come nasce la tua ispirazione?
La mia è una grande passione che mi accompagna sin da piccola, il desiderio di creare arte sempre e ovunque mi trovi.
Ho sempre dovuto mettere un po da parte questa mia attitudine, per il senso del dovere nel mio lavoro;un lavoro di grandi sacrifici e rinunce , una vita dedicata alla famiglia e al ristorante.
Come nasce il collegamento tra arte e ristorazione?
Nasce dal binomio tra la passione per il “food” e la voglia di creare delle opere d’arte che hanno il “sapore” di ciò che offro.
Descrivici la tua opera preferita.
Sono tante le opere a cui sono legata, ma la più significativa per me rimane sempre la prima, a cui ho dato il nome di “Guerre Stellari“.
Un’opera concepita completamente con coltelli rivolti verso il cielo, come ad invocare una “forza”, la mia forza; quella che dimostro ogni giorno.
Il cappello è esclusivamente composto da cucchiaini e il vestito di sole posate.
Parlaci delle altre tue altre opere.
Dalla natura prendo tutto e creo.
Nelle mie opere la natura c’è: i colori sono importantissimi per me; ho concepito un’opera intitolata “Le Quattro Stagioni”, ispirata totalmente ai giardini che circondano il mio ristorante.
Abbiamo anche un’opera itinerante che viaggia a bordo della nostra “barca-ristorante”, un’opera di raso e altri tessuti che esprime uno sbocciare di colori tra verde, rosa e rosso che ha come elemento portante i fiori, protagonisti dell’opera, completati da un bellissimo cappello da cuoco.
Una altra mia creazione vede protagonisti il bianco ed il celeste, colori della nostra squadra di Sorso.
Quest’ “abito” avvolge un manichino, vestendolo con questi due colori che richiamano anche il bellissimo nostro mare e la serenità.
Quanti ristoranti gestisci e tra loro quale è la punta di diamante.
Il nostro primo ristorante è “La Risacca“, che in origine era una camera iperbarica e che negli anni, con duro lavoro e sacrificio, abbiamo restaurato completamente e trasformato in un azienda di eccellente livello.
Il secondo è “Lo Scoglio Lungo“, che si trova a Porto Torres.
Inoltre abbiamo una “Barca-ristorante“, che circumnaviga la Sardegna e le sue bellissime acque, offrendo un‘atmosfera romantica e servendo a bordo un menù a base di pesce fresco per tutta l’estate.
Sono diversi i servizi all’interno della barca, e ovviamente personalizzabili ed adattabili alle richieste del cliente.
Spiegaci la psicologia che utilzzi per ciascun cliente.
Essendo nata nella ristorazione posso dire oggi di riuscire a riconoscere il cliente dal momenti in cui varca la soglia del ristorante, quando tocca la maniglia della porta.
Questa caratteristica fa un pò sorridere tutti i coponemti della mia famiglia, perchè non sbaglio un colpo!
So riconoscere intuitivamente le richieste ed i gusti del cliente, se ordinerà uno spaghetto al pomodoro o uno spaghetto all’astice e così via.
Chiaramente è molto difficile, nonostante il mio intuito, gestire il cliente ed accontentarlo in ogni sua richiesta.
Spesso tutto ciò richiede molto tatto, pazienza e delicatezza, ma il risultato non delude mai.
La sinergia lavorativa con mio marito è reciproca, e ciò mi consente di dare il mio meglio sul lavoro.
Quante rinunce e sacrifici in un lavoro come il tuo?
Tantissime rinunce e sacrifici.
La mia casa ormai è il ristorante, gestiamo 50 dipendenti e sono 24 ore al lavoro, insieme a mio marito.
Tutto questo l’ ho potuto realizzare perchè per me questa è la felicità e da tantissime soddisfazioni.
Ora ancor di più dal momento in cui sono riuscita ad esprimere la mia arte che per molto tempo ho dovuto mettere in secondo piano.
E’ bellissimo poter dar sfogo alla mia vena artistica a “casa” mia.
Raccontaci il tuo sogno nel cassetto.
Ho diversi sogni nel cassetto: tutto ciò che mi mette allegria, tutto ciò che è creare e potermi esprimere.
Il mio vero sogno è quello di poter far conoscere la mia prima opera “Guerre Stellari” ad un pubblico più ampio.
Vorrei ringraziare RivistaDonna per questa opportunità e invito lettrici e lettori a provare la nostra cucina e venire a trovarci a Sorso.
—