Donne: dietro la forma si cela la sostanza: non siamo soltanto un ‘nome’.

Preliminarmente ho il dovere di precisare che nessuno dei miei contributi aspira ed aspirerà mai ad avere un connotato ideologico o politico.

Un’analisi lucida ed obiettiva, infatti, impone innanzitutto un atteggiamento neutrale.

Relativamente di recente è stata sollevata la questione squisitamente linguistica sulla declinazione al femminile di alcuni nomi identificanti specifici ruoli rivestiti anche da donne: si pensi alla ‘sindaca’, alla ‘magistrata’, la ‘consigliera’ o l’avvocata.

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Ora, questa sostituzione linguistica ha trovato riscontri favorevoli e non nell’universo femminile.

Si ritiene opportuna una riflessione a riguardo. La diversa forma linguistica non deve oscurare la sostanza della problematica: il raggiungimento della reale ed effettiva parificazione dei due sessi nell’attribuzione di ruoli e di responsabilità all’interno della società nonché nella titolarità dei diritti e dei doveri.

Ad avviso di chi scrive, infatti, è opportuno che non ci si fermi in modo riduttivo e svilente soltanto al ‘nome’ ma è necessario che quest’ultimo sia ricco – o arricchito – di sostanza e di un riconoscimento effettivo e reale. Un nome – svuotato di contenuto – non può che restare soltanto un nome.

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Si pensi al già citato rapporto tra il primo ed il secondo comma dell’art. 3 della nostra Costituzione. Già il Costituente ravvisò la necessità di un necessario accostamento al concetto di ‘uguaglianza formale’ di un corrispondente concetto di ‘uguaglianza sostanziale’.

Il riconoscimento formale è, dunque, condizione necessaria ma – a mio avviso – non sufficiente per il perseguimento dell’obiettivo principale: la parificazione dei due sessi e la inclusione della figura femminile nell’assunzione di ruoli fino ad oggi costituenti prerogativa esclusiva della figura maschile.

Il rischio di inseguire formalismi svuotati di contenuto è il raggiungimento di una soltanto illusoria conquista. È doveroso, dunque, spingersi oltre il ‘nome’. È doveroso conquistare diritti che riempiano tale ‘nome’ di un effettivo contenuto.

Donne: non siete e non siate soltanto un ‘nome’.

Avv. Roberto Pusceddu