Alla Scoperta dei nostri limiti di Ercole Renzi
Una celebre frase di P. Watzlawick recita: non si può non comunicare! A dire che ogni atteggiamento e comportamento trasmette comunque un messaggio all’altro che abbiamo di fronte… anche l’immobilità e il silenzio!
Mi piace completare questa affermazione aggiungendone un’altra che ne è complementare: non si può non manipolare! Un genitore, un figlio, un coniuge, un amante, … tutti istintivamente manipolano per il raggiungimento dei loro obiettivi e la comunicazione, se e quando consapevole, consente di leggere l’incontro/scontro di queste diverse esigenze.
Recita un aforisma delle nostre discipline analogiche:
I nostri limiti sono le nostre esigenze
Perché abbiamo esigenze che vogliamo appagare a tutti i costi e, per farlo, cerchiamo, individuiamo e creiamo il simbolo/persona che le possa soddisfare; costi quel che costi, questa persona assume un potere su di noi direttamente proporzionale all’intensità e alla forza di quelle esigenze e da qui nasce la possibile manipolazione.
E allora sbirciamo cento volte lo smartphone alla ricerca del messaggio che non arriva o alla telefonata di lui/lei che si fa attendere, dando un senso tutto nostro a questo silenzio: ma sono le nostre esigenze a creare questo senso dal nulla.
Quando l’esigenza supera il livello di guardia, da spinta propulsiva a fare e a conquistare diventa fardello pesante e insopportabile che blocca e rende infelici.
Perché la relazione con l’altro da noi (idea, cosa o persona) è inficiata dalla cattiva comunicazione con noi stessi; abbiamo perso il bandolo della matassa, l’esigenza prevarica il nostro oggetto del desiderio, il senso di realtà se ne va e con esso, spesso, se ne va anche l’obiettivo a cui tenevamo tanto.
Entriamo in conflitto con noi stessi cominciando a pensare che il vero problema siamo noi e non i vari ostacoli che ci presenta la vita.
Da questo punto di vista la conoscenza della visione analogica della vita offre un grande aiuto per la ricerca e il mantenimento del benessere, sia fisico, sia psicologico: un approccio semplice e diretto che agisce sul doppio livello, cognitivo e esperienziale e che consente una prospettiva nuova ma di inesorabile evidenza nell’osservare la storia della propria vita e le fasi salienti che l’hanno caratterizzata.
E avviene allora il miracolo che la semplice consapevolezza logica di certi eventi già da sola aiuta a prendere coscienza che le possibili difficoltà che si incontrano nel presente quotidiano possono essere illuminate da una luce diversa e che il cambiamento e il miglioramento sono lì a portata di mano, a patto che si affrontino in forma attiva e propositiva.
E la chiave che offre e insegna il percorso analogico è il dialogo diretto con l’istanza emotiva.
Quell’enorme serbatoio del nostro vissuto emotivo che influisce in modo determinante sulla vita attuale, attimo per attimo, generando felicità o infelicità.
Non c’è interlocutore più importante per individuare l’origine antica dei nostri problemi del presente, non c’è interlocutore migliore per comprendere il senso della vita e infrangere la coazione a ripetere scelte ed errori che puntualmente si ripresentano.
Niente di magico o metafisico: semplicemente un dialogo diretto con la nostra parte più genuina ed istintuale facilitato dall’ipnosi dinamica, strumento rapido ed efficace per aggirare le difese logiche sempre attive nel difendere lo status quo.