Diastasi addominale la patologia delle mamme: la storia di Tiziana

La diastasi addominale è una vera e propria patologia fisica che va curata come tutte le altre, poiché incorrono vari disturbi nella vita quotidiana delle mamme

Ciao, sono Tiziana, mamma di due bellissime bimbe.

Sono sempre stata una ragazza molto magra, non ho mai superato i 42kg di peso, almeno fino alle gravidanze, in occasione delle quali acquistavo circa 25 kg per ciascuna.

Con impegno e pazienza, riuscivo a ritornare alla forma fisica di un tempo, salvo per quanto riguarda il mio addome, che rimase con una forma strana, globoso e atonico; non riuscivo a far rientrare la pancia in nessun modo, né con la dieta, né con l’attività fisica.

Inoltre, avevo diversi disturbi, come dolori addominali, mal di schiena, instabilità del bacino e reflusso gastrico.

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Tiziana e la Diastasi Addominale

Ero veramente preoccupata, pensavo al peggio.

Decidevo di fare diverse visite, ma il responso dei medici era sempre identico, ovvero non vi erano problemi fisiologici, avrei dovuto solo fare più esercizi addominali e mangiare più sano.

Solo dopo molto tempo, quando ormai mi ero rassegnata a convivere con i miei fastidi, un medico mi diagnosticava la diastasi addominale: un allontanamento dei retti addominali causato dalle gravidanze.

Durante la gestazione, infatti, le due metà dell’addome si dividono naturalmente per fare spazio all’utero che cresce, andando incontro ad una diastasi del tutto fisiologica, che avviene per la stragrande maggioranza delle donne.

In genere nel post parto i retti addominali tornano al loro posto, in un periodo che può andare dalle 8/12 settimane fino ad 1 anno.

Quando lo spazio tra i retti addominali non si riduce in quel lasso di tempo, allora si può andare incontro non solo ad un problema estetico, caratterizzato da una pancia prominente (mancando la funzione di contenzione dei retti addominali, gli organi interni premono verso l’esterno dando alla pancia una caratteristica forma a palloncino), ma anche a problemi di tipo funzionale, come prolassi, ernie, dolori lombari, incontinenza, nausea e perfino difficoltà di respirazione e digestione.

Nessuno mi aveva detto che si trattava di una patologia!

Un giorno mentre guardavo, su internet, un programma di bellezza, scrivevo, in un commento, della mia diastasi e così, una ragazza mi inviata ad iscrivermi ad un gruppo chiuso facebook, chiamato Diastasi Italia.

Mi si è “aperto un mondo”!

Scoprivo piano piano che la mia condizione era comune a circa il 33% delle donne che partoriscono, che è una patologia tanto diffusa, quanto sconosciuta, in quanto ritenuto un problema puramente estetico dagli stessi operatori sanitari, ma soprattutto scoprivo che era possibile guarire dalla diastasi addominale!

Finalmente vedevo la luce in fondo al tunnel.

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Tiziana dopo l’operazione

Così intraprendevo il mio iter, facevo immediatamente un’ecografia dei tessuti cutanei e sottocutanei, con la quale mi fu rilevata una diastasi di 5,6 cm e 3cm di ernia, parametri che mi consentivano di rientrare a pieno diritto nelle liste di attesa di alcune strutture ospedaliere della mia regione.

Nonostante il servizio sanitario nazionale mi garantisse l’intervento di sutura dei retti addominale con conseguente addominoplastica, decidevo di operarmi in regime privatistico, così accelerando il mio iter.

Il mio post operatorio è stato tranquillo, non ho avuto alcuna complicanza, né dolori.

 

 

Già dopo alcune settimane dall’intervento, scomparivano tutti i miei fastidi e avevo anche riacquistato l’addome pre gravidanza: finalmente non avevo più paura di relazionarmi con le persone, finalmente mi ero liberata da quelle domande fastidiose ed insistenti, come “aspetti il terzo?”.

Oggi sono di nuovo una donna, sicura di me stessa e padrona del proprio corpo.

Attualmente sono moderatrice del gruppo Facebook, Diastasi Italia Official Group  la prima community che in Italia ha diffuso la conoscenza di questa patologia e che ad oggi accoglie, supporta e sostiene oltre 20.300 donne che presentano o hanno risolto questo problema.

Grazie all’attività di volontariato di alcune mamme, è nata anche l’Associazione Diastasi Italia ODV – Organizzazione di volontariato, la quale mira a far riconoscere la diastasi addominale una patologia operabile in tutte le Regioni d’Italia tramite servizio sanitario nazionale.

È fondamentale che le donne conoscano l’esistenza di questa patologia, poiché la consapevolezza è il primo passo verso la guarigione, per questo motivo

Per questo motivo, invito tutte le mamme ad eseguire un’autovalutazione del proprio addome:

  • Sdraiata supina piega le ginocchia tenendo le piante dei piedi appoggiata a terra. Metti una mano dietro la testa e l’altra sopra il muscolo addominale. Le dita devono essere sopra la linea mediana ma parallele alla linea della vita all’altezza dell’ombelico.
  • Premi leggermente con le dita sul muscolo addominale rilassato.
  • Solleva testa e spalle dal pavimento senza piegare il collo e senza avvicinare il mento allo sterno, come per effettuare il “crunch” (addominali) contraendo il muscolo addominale.
  • Muovi le dita a destra e sinistra alla cercando le pareti del muscolo. Se viene eseguita in modo corretto, a mano a mano che la contrazione aumenta, si dovrebbe notare una diminuzione del “foro” nell’addome, tra i due retti.
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Tiziana dopo l’operazione

Nel sito www.diastasitalia.it, potrete trovare anche un video esplicativo su come effettuare correttamente il test http://www.diastasiaddominale.com/i-passi-da-seguire-per-la-diagnosi-di-diastasi/ a cui è poi consigliabile far seguire una ecografia muscolo tendinea. Se dall’esame diagnostico si evidenzia una diastasi lieve, quindi inferiore o uguale a cm 2,5/3 è possibile tenerla a bada con specifici esercizi di rinforzo della parete addominale, rivolgendosi a fisioterapisti esperti nella riabilitazione della parete addominale. Nel caso di diastasi medio-gravi, invece, l’unico rimedio risolutivo è l’intervento chirurgico basato sulla sutura dei retti addominali (cosiddetta plicatura) a cui solitamente segue un’addominoplastica funzionale.

Allo stato attuale, solo alcune regioni italiane passano l’intervento con il Sistema Sanitario Nazionale e con parametri tra loro molto diversi.

Al fine di meglio conoscere le cause che favoriscono l’insorgere di questa patologia, l’Associazione ha elaborato un questionario a cui sono invitate a rispondere tutte le mamme, che troverete nel seguente link https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=739803203066130&id=588185521561233

Aiutateci ad aiutare! Grazie. Tiziana