Intervista a Francesca Spanu, autrice del libro “Dentro la borsa”.
I miei articoli nascono sempre da un particolare che fa scattare l’idea creativa ed è quanto successo prendendo in un bar di Cagliari un segnalibro con in risalto una frase : “Un romanzo di donne, per le donne che molti uomini dovrebbero leggere” così, ho contattato l’Autrice del libro “ Dentro la borsa “che gentilmente si è prestata alla mia intervista :
Francesca ti presenti alle nostre lettrici?
Un saluto a tutte, mi chiamo Francesca Spanu, faccio l’avvocato e sono una lettrice compulsiva che ha deciso di raccontare una storia.
Hai un luogo/stanza dove preferisci scrivere?
Scrivo in cameretta, quella che chiamo la stanza del “casino”, in genere scrivo durante le partite del Cagliari, perché mio marito mi impedisce di accedere al salotto dove lui sta guardando la partita.
Prendo spunto dal titolo del tuo libro: cosa non deve mai mancare nella borsa di una donna?
Credo che ogni borsa sia un caso a sé, siamo tutte simili ma diverse. Posso dirti cosa non può mancare nella mia: l’ebook reader, uno specchio, l’occorrente per rifarmi il trucco, medicinali di ogni tipo, una bottiglietta d’acqua, l’agenda, penne, deodorante, e biancheria di ricambio che non si sa mai. Insomma, le mie più che borse sono valigie.
Come e quando ti sei accorta di essere una scrittrice?
In realtà non mi ritengo una scrittrice, sono una lettrice che ha scritto una storia e che ha avuto la fortuna di incontrare un vero editore come Alessandro Cocco, che ci ha creduto tanto da voler investire e pubblicarla. Ma ne devo ancora fare di strada prima di definirmi scrittrice nel vero senso della parola.
Chi è la prima persona che legge quello che scrivi?
Per avere più feedback invio ciò che scrivo a più persone fidate, tra cui mio marito, il mio collega di studio Antongiulio, la mia amica Mariella, il mio collega Rinaldo Paderi e alcuni amici scrittori, in primis Sara Bilotti e Piergiorgio Pulixi.
Presenti il tuo libro con questa frase: “Un romanzo di donne, per le donne e che tutti gli uomini dovrebbero leggere”. Mi spieghi meglio il concetto?
In realtà quella frase non è mia ma della mia amica Alessandra Ghiani, Direttrice di Antas, che mi aiuta nell’editing di ciò che scrivo. Credo che ciò che intende Alessandra sia il fatto che “Dentro la borsa” racconta una storia di donne da un punto di vista femminile ma che può servire agli uomini per capirci meglio.
Cristina e Lidia, le protagoniste le tuo romanzo, esistono solo nella tua fantasia o prendono spunto da persone esistenti?
Cristina e Lidia sono due personaggi di fantasia ma che hanno caratteristiche mie e di alcune mie amiche e di donne che ho conosciuto.
Il tuo romanzo parla di amicizia, ma cosa è per te l’amicizia?
Per me l’amicizia è un valore fondamentale, una vita senza amici non ha senso. Io ho tanti amici e amiche, diversi tra loro e appartenenti a contesti differenti. Riconosco a ciascuno di loro il proprio valore con pregi e difetti e credo di essere molto fortunata e ricca da questo punto di vista. Gli amici non bastano mai.
Nel tuo libro mi ha incuriosito la divisione dei capitoli con una “playlist” fatta di 30 brani musicali. Ci racconti il riferimento?
La musica per me è basilare, vivo ogni istante con un sottofondo musicale. Pensa che ogni mese dell’anno creo una playlist apposita e la stesura del romanzo non poteva fare eccezione. Ogni canzone indicata ha un significato, alcune fungono da sottofondo musicale alle scene di “Dentro la borsa”, altre le ho ascoltate mentre scrivevo. Non te le indico una per una per evitare lo spoiler.
Nella “postfazione” Dentro la borsa viene definito una storia di gabbie morali di pregiudizi e tradimenti. Realmente così?
Assolutamente sì, la postfazione è un dono di Piergiorgio Pulixi, uno scrittore sardo dal talento raro e un caro amico, che ha riassunto magistralmente il senso del mio romanzo: mostrare i danni che i giudizi facili e la paura del giudizio altrui possono fare.
Fai un altro lavoro oltre a scrivere?
Lavoro come avvocato, amo il mio lavoro anche se a volte è difficile occuparsi dei problemi degli altri senza esserne coinvolti, soprattutto se come me metti l’anima in ciò che fai. Ma il rischio di burn out è dietro l’angolo, quindi occorre fermarsi e staccare ogni tanto. La lettura e la scrittura mi aiutano in questo.
Nel tuo romanzo si parla di donne ma nei ringraziamenti citi tanti uomini; quindi i sessi opposti possono coesistere?
Certo che sì, io ho tanti amici uomini. I sessi opposti hanno bisogno gli uni degli altri, chi afferma il contrario dice una stupidaggine.
Consigliaci un libro non tuo.
Uno solo? Impossibile, facciamo due usciti nel 2019:
“La danza dei Veleni” di Patrizia Rinaldi e “Memorie di un’anima” di Danilo Mallò. Ma sarebbero molti di più quelli che consiglierei.
Molti affermano che si debba creare una sorta di «lettore ideale», e scrivere avendo in testa proprio lui (o lei), Tu, lo fai? Scrivi avendo in testa un preciso lettore?
Non concordo con questa affermazione, io credo che si debba scrivere al servizio della storia, se la storia è valida i lettori arrivano. Io ho voluto scrivere un romanzo per tutti e che tutti potessero leggere, anche chi non ha mai letto nulla.
Per chiudere, che consiglio vorresti dare alle nostre lettrici?
Siate libere di essere ciò che volete voi non ciò che vogliono gli altri.
Umberto Buffa