Spettacolart incontra Paolo Demontis & Corrado Cuboni “Destination Anywhere” nel laboratorio artistico di Rivista Donna

Intervista a Paolo Demontis & Corrado Cuboni in occasione della presentazione dell’album “Destination Anywhere”.

Per l’appuntamento di MusicArte showcase del 5 dicembre 2019, nel Laboratorio artistico di Rivista Donna  abbiamo incontrato il duo Paolo Demontis e Corrado Cuboni per conoscere il loro nuovo album Destination Anywhere.

MusicArte showcase nasce dalla collaborazione fra SpettacolartRivista Donna e ci vede impegnati nella direzione artistica e conduzione di degli incontri periodici con cadenza mensile dedicati agli artisti.

 

Paolo_Demontis & Corrado_Cuboni

Spesso insieme come due binari che si muovono sempre parallelamente, Paolo Demontis, armonicista e Corrado Cuboni, chitarrista, appassionati di musica 60’s e di Blues, da oltre 25 anni sono fra i protagonisti della scena musicale sarda e non solo.

Destination Anywhere…… Destinazione ovunque… anche se le strade si separano alla fine vi ritrovate sempre insieme.

In realtà il nostro percorso non si separa mai, si muove come fosse un binario.

Abbiamo iniziato in maniera parallela negli anni ‘90 suonando in diverse band garage e sixties, ma anche insieme in gruppi blues e rock’nroll e ancora oggi lo facciamo con diverse band (“Orange Peel” e “Lady F. and the Stout Bro’ “).

Poi è nata la voglia di sviluppare un progetto diverso in stile acustico seguendo un filone di brani cover che fossero di riferimento per la nostra crescita musicale.

Alla fine l’idea l’abbiamo portata a termine anche se non con le cover ma con i nostri brani e l’input iniziale del cambio di rotta è stato uno strumentale che ha dato vita ad una serie di idee che non ci aspettavamo di avere.

Destination Anywhere, che è la destinazione ignota che poi ti porta dove siamo adesso.

Assieme in duo per questo disco; cos’è cambiato rispetto alle precedenti esperienze che vi hanno visto per decenni calcare assieme i palchi e suonare rock’nroll e blues in svariate formazioni?

Oltre ai capelli che sono sbiancati…. È cambiato… per certi versi niente, perché portiamo avanti i nostri progetti.

E’ cambiata l’idea e l’impostazione della musica stessa e cambia il genere.

Ci confrontiamo con un folk/blues con matrice tipicamente inglese 60’s

Ci teniamo a precisare che tutto il lavoro non sarebbe stato lo stesso senza il grosso aiuto del nostro amico e grande conoscitore del genere Antonello Fadda (direttore artistico) e, visto che ci siamo, approfittiamo per ringraziare anche le altre persone che ci hanno aiutato a realizzare questo lavoro.

Valeria Bulla per le foto e la parte grafica e Danilo Murtas per il logo.

Ma soprattutto la partecipazione attiva e in coproduzione dell’etichetta Green Studio Productions di Ignazio Marcia con la collaborazione fonica di Paolo Carta, con il loro lavoro e i preziosi consigli le idee sono diventate un disco.

Un album con 14 tracce, e ben 11 firmate da voi, e sole 3 cover
Ho sentito il vostro disco e oggi non sono qua per fare recensioni e posso dire che per ogni traccia che sentivo pensavo….bella questa, ecco questa dev’essere una delle cover, poi andavo a controllare e invece era un brano vostro, e più andavo avanti a sentire e più ero sorpreso per la bellezza del vostro album.
Come sono nati questi brani ?

Alcune volte da una bozza di testo e altre volte da un idea musicale, con un confronto continuo ed ininterrotto.

Alle volte l’idea partiva da un lavoro separato per e poi essere sviluppata in sala anche con l’aiuto di un multi traccia per poi capire la reale efficacia.

Alla fine avevamo tanti brani da poter fare un doppio album, che sarebbe stato un po’ eccessivo.

I brani sono nati nelle campagne di Soleminis, nella nostra sala, con il massimo della tranquillità lontani da tutto e tutti.

Successivamente abbiamo pensato che sarebbe stato un giusto ringraziamento per questo bellissimo posto, trovare una location proprio dove si era creata l’atmosfera del disco e qui il paese si è mostrato ancora ricco di sorprese “dandoci” un bel binario morto con tanto di stazione.

Destination Anywhere, perché ogni brano ha un percorso:
Perchè ci muoviamo senza una direzione ben precisa con l’idea di andare avanti senza necessariamente avere una metà, un po’ come la canzone che da il nome al disco.

La ragazza in questione chiedeva al bigliettaio un biglietto del treno per una destinazione ignota.

Lei aveva la necessità di allontanarsi da un dispiacere, noi invece per inseguire il nostro piacere.

Poi in questo disco il treno e i crocevia non sono altro che la vita, ad esempio “I see the city light” e “Let’s step back” parlano della speranza di vivere in maniera tranquilla con un lavoro e una famiglia e perfino di fare un passo indietro per capire quali sono le cose più importanti per noi stessi.

Mentre Stockwell, rappresenta una delle tante tappe del viaggio, una delle tante stazioni che avresti voluto vedere meglio ma che evidentemente non erano il punto d’arrivo ma solo un semplice crocevia.

Anche “Song for G.” che è dedicata al mito Gigi Riva, diventa un esempio storico di una delle tane “destination anywhere” che non ti saresti mai aspettato.

Paolo Demontis & Corrado Cuboni Destination Anywhere

E come avete scelto le tre cover?

Inizialmente erano tante; sul brano dei Love, A house is not a motel, fa parte del nostro DNA, non era una scelta, era una necessità.

Invece Mr Pharmacist è un brano garagepunk che noi abbiamo trasformato in un blues rurale ed è per noi un forte senso di appartenenza al garage e al blues.

Per Coming into Los Angeles è stato molto più semplice perché ci siamo detti “ah cavolo, ci piace!”.

Intervista a cura di Marco Sotgiu.