Marco Puzzoni Autore De La Storia Di Scor
Max Strong era un abile paleontologo che aveva due figli di nome Peter e William e una moglie di nome Marianne.
Max nonostante fosse un uomo di cuore buono aveva un passato oscuro: la madre era morta in un incendio, suo padre era stato ucciso da un ladro e i suoi nonni e zii erano degli ubriaconi che lo picchiavano; ma lui non si arrese e si impegnò moltissimo per non far vivere ai suoi figli quello che ha vissuto lui e ci riuscì, ogni giorno aiutava i bambini a fare i compiti e gli raccontava quando pestava i bulli per difendere gli altri; e Peter e William lo guardavano meravigliati considerandolo il loro eroe.
Anche Marianne amava suo marito:non stava mai fermo,non si arrabbiava mai e la aiutava sempre in cucina e coi bambini.
Un giorno Max stava scavando nella sabbia e lí vi ci trovò un grosso scorpione dorato con occhi verdi scintillanti.
Max lo toccò e appena lo fece una luce verde lo accecò e poi lui inizio a sentire un forte mal di pancia, inizio a gridare, la pelle iniziò a diventargli viscida, gli spunto un enorme coda con un enorme spuntone in cima gli occhi gli diventarono verdi e penetranti e gli spuntarono zanne e artigli lunghi come pugnali. Era diventato uno scorpione umanoide.
Tornato a casa scoprì che quest’ultima era stata incendiata e la sua famiglia era morta,scoprì anche che il responsabile era il criminale snakepower; Max seguì le traccie e lo trovò in un vicolo; provò ad attaccarlo ma lui aveva toccato la statua serpente che gli dava gli stessi poteri dell animale.
Quindi riusciva a tenergli testa.
Max riuscì però a impalarlo al muro e disse:”Perche hai ucciso la mia famiglia?”
-Snakepower:”Perchè me l’hanno ordinato!”
-Max:”Chi?”
Snakepower:”Da…Jonh…Spyns!”
Detto questo Max estrasse la coda per inniettarli il veleno ma poi spuntarono due bambine che lo abbracciarono.
-max: “Sono tue?”
Powersnake:”Si, faccio tutto questo per darle un esistenza normale!”
Max:”Sai, oggi ho imparato una cosa; un ladro uccide un eroe aiuta. Puoi andare!”
Da quel giorno Max decise di aiutare la sua città, di capire tutti, anche i criminali, e di farsi chiamare Scor.
Dopo tutto non è la tragedia a definire chi sei, ma le scelte che fai per affrontarla.
Erano passati due anni dalla morte della famiglia di Max, ma quest’ultimo sente ancora il dolore di questa perdita, l’unica cosa che voleva fare era morire,ma non poteva farlo perché la città aveva ancora bisogno di lui. E proprio in quel momento scattò l’allarme:dei ladri mafiosi stavano svaligiando una banca con delle armi soniche e avevano una gabbia con dentro un bambino.
Max si mise il costume e andò nel luogo del delitto.
I mafiosi lo videro nell’ ombra e terrorizzati dissero:”C…Chi…s…sei tu…?
Scor:”Il vostro peggiore incubo!”
Mafiosi:”Che v…vuoi…da noi…?
Scorso fece un salto verso uno e lo stese con un calcio, i cattivi gli spararono ma lui evitò le onde soniche con una capriola aerea all’indietro e li stese con una codata; l’ultimo invece gli diede un pugno, poi lo prese per la giacca e urlò: “BRUTTO, SCHIFOSO, RIFIUTO UMANO! PARASSITI COME TE MI HANNO ROVINATO LA VITA! VI ODIO!!!”
E mentre urlava lo faceva sanguinare fino a che non svenne.
Poi Max si avvicino’ al bambino che all’inizio era terrorizzato, ma l’eroe riusci’ a tranquillizzarlo e la vittima usci’ e lo abbracciò.
Bambino:”Ho paura signore!”
Scor:”Non preocuparti, devi essere forte, come ti chiami?”
Bambino:”P…Peter!”
Appena senti’quel nome Max sorrise e disse:”Non preoccuparti Peter, io ti proteggerò a qualunque costo!”
Poi a un certo punto Scor vide che un mafioso stava per scappare ma Max lo raggiunge con la sua supervelocita’, lo afferro’ e disse:”Per chi lavori?”
Mafioso:”Per la serpe! Ma ormai e’ tardi! La serpe sa’ tutto!
E detto questo si liquefo’ all’ istante.
Dopo le parole del mafioso Max inizio’ a cercare “La Serpe” su internet e ci trovo’ Jonh Spins lo stesso che aveva ordinato a King Snake di uccidere la sua famiglia.”Non ci credo!no…no…nooo!”
Cinque mesi dopo Max inizio’ a capire che non poteva continuare cosi’; doveva andare avanti,cercare di superare il trauma e inizio’ a frequentare degli amici;ma dentro di se sapeva che non poteva smettere perche’ la citta’ aveva bisogno di lui.
Un giorno Max ebbe un’idea, andò dal suo amico Harry che possedeva un’enorme industria di gadget, gli parlò dei suoi poteri e gli chiese di fabbricarli un orologio per contenere il suo costume.
Un giorno Max era in un bar e si stava bevendo un bicchiere di wisky finche’ a un certo punto non senti’ delle urla:”Cos’è questo baccano?”
Appena uscito dal bar vide delle persone correre e chiese:
-Max:”Che succede?”
-Civile:”Due pazzi mascherati stanno distruggendo l’empire state boulding!”
Max corse verso il ponte, premette l’orologio e il costume gli si infilo’ subito addosso.
Appena arrivato li’ vide due tizi con delle maschere bianche con un serpente in mezzo
-Max:”Chi siete?”
-I cobra:”Noi siamo cio’ che vogliamo essere!”
-Max:”Beh, chiunque voi siate andatevene subito o avrete problemi!”
-Cobra 1:”Questa l’hai rubata a Robocop!”
Cobra 2:”Si è vero! FREEBOTHER!
-Max:”Non e’ vero!”
-Cobra 2:”Si invece!”
-Max:”No, Per niente!”
-Cobra 2:”Si invece!”
-Max:”No, per niente!”
-Cobra 2:”No, per niente!”
-Max:”Si invece!”
-Cobra 2:”Te l’ho detto!
Max:”DANNAZIONE!”
Poi Scor fece un salto verso loro due, ma entrambi lo schivarono, ma l’eroe riusci’ a frenare sfruttando la sua coda e poi fece un salto e afferro’ per la gamba Cobra 1 e lo sbatte’ per terra, ma lui riusci’ ad attutire la caduta con una capriola e mentre Scor era distratto Cobra 2 lo feri’ con la sua accetta e poi i due iniziarono a pestarlo alla pancia e alla schiena.
Max alla fine si arrabbio’: prese con la coda la gamba di Cobra 2 e lo sbatte’ contro Cobra 1 e i due persero la maschera e si coprirono il viso
-Max:”che c’e’,non riuscite a lottare senza la maschera?”
Poi i due nemici si girarono e Max rimase a bocca aperta:”Peter…William?”
-I cobra:”Chi diavolo sono?”
Scor:”Ragazzi!”
Max si distrasse e i due ne approfittarono e lu buttarono giu’ nel fiume e lui svenne.
Quando si sveglio’ vide una signora che lo stava curando.
-Max:”DOVE SONO? CHI SEI TU? DOVE SONO I MIEI FIGLI?”
-Signora:”Calmati Max!”
-Max:”Come sai il mio nome?”
-Signora:”Sono una veggente”
-Max:”Cosa?”
-Signora: “No, non e’ vero, ho letto l’etichetta! Mi chiamo Miranda!”
-Max:”MIRANDA DOVE SONO I MIEI FIGLI?”
-Miranda:”Ti racconto! Quando incendiarono la tua casa la serpe prese i tuoi figli e li torturo’ per trasformarli in armi letali!”
Sentito questo Max si avvio’ ma Miranda lo fermo’:
-Aspetta Max!
-Max:”Che c’è?”
-Miranda:”Non sai dove colpiranno!sara’ alla casa bianca!”
-Max:”Grazie!”
Arrivato sul posto i figli lo attaccarono, Max evito’ i colpi e disse: “Fermi ,non voglio farvi del male!”
Poi i due lo impalarono al muro e prima che potessero ucciderlo Max disse:”Cough!vi prego,non fatelo…!
Max provo’ a farli tornare come prima ma non funzionò; Peter estrasse la sua katana cosi’ Max non ebbe altra scelta e diede un calcio al figlio per liberarsi.
-Max:”Ragazzi dovete credermi, io sono vostro padre! Non dovete lasciare che la serpe continui a manipolarvi!”
Peter provo’ a tirargli un calcio ma lui lo schivo’.
-Max:”DAI DOVETE RICORDARVI!PERCHE’ I RICORDI BELLI SONO QUELLI CHE TI RIMANGONO NEL CUORE!”
-William:”ZITTO!”
-Max:”DAI RICORDATE:QUANDO FACEVAMO GLI SCHERZI A VOSTRA MADRE,QUANDO GIOCAVAMO A CUSCINATE,E TUTTI GLI ABBRACCI CHE VI DAVO!IO MI RICORDO DI VOI;ERAVATE DEI BAMBINI DOLCI,SENSIBILI E PREMUROSI,INVECE ADESSO SIETE SOLO L’OMBRA DI VOI STESSI!
A un certo punto William e Peter iniziarono a prendersi a pugni urlando: “NO! NO! TU NON SEI NOSTRO PADRE!”
A un certo punto i due svennero e quando tornarono in se’ dissero: “Ora ricordo! Tu sei nostro padre!
-Max: “Si.E se me lo permetterete faro’ di tutto per farvi tornare a come eravate prima!”
A queste parole William e Peter si alzarono e quest’ultimo disse: “Mi dispiace ma…no,no,ormai e’ troppo tardi per quello!”
E detto questo i figli distrussero un chip dietro al collo che era lo stesso che aveva ucciso il mafioso e se ne andarono mentre Max li guardava con le lacrime agli occhi e disse: “Buona fortuna ragazzi!”
Storia dedicata a mio padre Rino Puzzoni