Diventa museo il Paff!, fumetto come non lo avete mai visto
Espande i suoi orizzonti e realizza un sogno il Paff! – Palazzo Arti Fumetto Friuli che dal 10 marzo diventa, con il patrocinio del Ministero della Cultura, un innovativo Museo Internazionale del Fumetto, a Pordenone.
Cuore del nuovo International Museum of Comic Art, che si estende su 2.200 metri quadrati, è la mostra permanente dedicata alla storia del fumetto, curata da Luca Raffaelli che propone un percorso nuovo, multimediale, interattivo, in cui la tavola originale è solo uno degli stadi di lettura e al visitatore è richiesta una partecipazione attiva.
Circa 200 gli originali esposti dei più famosi fumettisti di tutti i tempi e oltre 500 fra schizzi, fogli di sceneggiatura, pubblicazioni storiche e rare, provenienti da tutto il mondo tramite acquisti, prestiti e donazioni.
Tra queste uno splendido Carl Barks, il creatore di Zio Paperone, come emblema del Comic Book che è il formato famoso per i super eroi. Una striscia di Segar del 1938 con Olivia protagonista, che è una delle ultime che il creatore di Braccio di Ferro ha realizzato. Un Otto Messmer del ’33, con Felix il Gatto. Una tavola inedita del Maus di Art Spiegelman “che lui non ha inserito nel libro conclusivo ma che è bella assolutamente come le altre. Abbiamo anche degli originali di Aurelio Galleppini , il creatore grafico di Tex. Una tavola di Guido Buzzelli del primo Texone. Le tavole di Diabolik. Il formato Lupo Alberto con la collaborazione di Silver” racconta Raffaelli che è esperto e storico del fumetto.
“L’originale è il punto di partenza, le riproduzioni nascondono sorprese e trasformazioni meravigliose. E’ la prima volta che il fumetto viene raccontato in tutto il suo percorso e con tutto quello che le riproduzioni hanno scatenato dopo, i grandi successi, il merchandising, gli oggetti, i telefilm, i filmati, le interviste, le produzioni televisive, radiofoniche. Tutto questo è unico” spiega Raffaelli. Tra i pezzi forti anche – racconta – “una tavola di Chester Gould, l’autore di Dick Tracy, il grande detective. Siamo negli anni’40. Tracy è stato uno dei grandi che ha fatto partire i telefilm e avremo la possibilità naturalmente di vederli”.
Suddivisa in 9 sezioni, dedicate ai formati, fino alla graphic novel che ne segna il superamento- la mostra comprende anche i lavori di grandi come Milton Caniff, Benito Jacovitti, Magnus, Milo Manara, Andrea Pazienza, Hugo Pratt, Alex Raymond, Charles M. Schulz. Sarà inoltre esposta una scultura di Ivan Tranquilli e Davide Toffolo ha realizzato la tavola introduttiva sul protofumetto.
Sotto la direzione artistica del suo fondatore, presidente e direttore artistico, Giulio De Vita, il Paff! International Museum of Comic Art è una realtà unica in Italia che trova analogie, per concept e dimensioni, solo nelle capitali europee come Parigi e Bruxelles. “Sono fumettista da quando avevo 16 anni. Fin da piccolo disegnavo sui frigoriferi, sui diari, sulle lavagne, per terra. E’ una vocazione che condivido con tantissimi altri autori. Mi sto dedicando da orami sette anni a questo sogno e siamo riusciti a realizzarlo grazie alla collaborazione e fiducia delle istituzioni. Abbiamo iniziato questa avventura gradualmente. Abbiamo avuto a disposizione, grazie al comune di Pordenone, questa struttura splendida, era un area anche mediamente degradata e siamo riusciti a bonificarla e renderla fruibile. Il Museo è il pezzo finale del progetto originale del Paff che prevede mostre temporanee, attività didattiche e di formazione, interazione con le altre discipline, non solo artistiche” ha sottolineato oggi alla presentazione a Roma, Giulio De Vita. All’incontro, moderato da Giorgio Gosetti, sono intervenuti il fumettista Ivo Milazzo, la direttrice Centrale Cultura e Sport Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Anna Del Bianco e il vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Pordenone. Alberto Parigi. “L’idea fondante del Paff è utilizzare il linguaggio del fumetto non solo come arte ma come strumento di divulgazione proprio per il fatto che è una arte ibrida. Continueremo a fare acquisizioni da collezionisti, aste ma contiamo molto sui prestiti e donazioni e sul dialogo con altri musei” ha sottolineato De Vita.
“Credo che la trasformazione del Paff in Museo Internazionale incarni quello che è lo scopo mediatico del fumetto: la relazione tra chi crea un’opera, tra chi la divulga, cioè la parte imprenditoriale, e chi gli da vit, che è il lettore” ha sottolineato Milazzo.