“Zigheddu” ci racconta il segreto dei suoi pellegrinaggi e delle sue 55 maratone.
Ha fatto del camminare la sua filosofia di vita, il papà del trekking e delle escursioni in Sardegna si chiama Francesco Calledda, ma tutti lo conoscono come “Zigheddu”, camminando e pregando con energia offre la fatica e lo stupore a Dio e, da 40 anni è una presenza costante al pellegrinaggio di San Francesco di Lula.
Lo incontro spesso al rientro di una delle sue camminate giornaliere nella spiaggia del “Poetto” a Cagliari, caldo o freddo non sono un problema, lui si alza molto presto e al rientro dopo avere percorso mediamente 20 km, non è mai affaticato anzi, è più in forma di prima.
Quando hai iniziato a correre? Ho iniziato a correre a 60 anni, una volta che sono andato in pensione la mia vita è cambiata totalmente.
Quante maratone hai fatto? Ne ho fatto 55, Londra, Parigi, Berlino, otto volte New York, ma mica per vincere, figurarsi.
A novembre dei 2001 quasi due mesi dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre hai partecipò alla Maratona di New York mi racconti cosa ha significato? Un’esperienza indelebile per ciò che mi trasmise il clima particolare di quei mesi negli Stati Uniti.
Nel corso dell’anno Santo hai percorso mille chilometri con tappa in tutte le porte sante della Sardegna ci racconti il tuo incontro con Papa Francesco?
Mi arrivò una lettera dal Vaticano, l’invito a un’udienza del Pontefice, sapeva del mio pellegrinaggio e gli ho fatto vedere tutte le credenziali con le firme dei vescovi e dei sacerdoti. Gli ho chiesto se poteva metterci anche lui la firma, “Non è un assegno, vero?”mi domandò ridendo. E io: no, “Santità”, e neanche una cambiale.
“Zigheddu” ma quanti chilometri percorri l’anno? Faccio 8.000 chilometri, ho la fortuna di non conoscere mai il mal di schiena
Mi dai qualche dato specifico delle distanze dei tuoi pellegrinaggi?
1000 km delle porte Sante già citate, Roma-Assisi (250 km); Roma-Padova (700 km);
Roma-San Giovanni Rotondo (430 km).
Quali sono gli elementi fondamentali per i tuoi traguardi?
L’incontro, la conoscenza, la comprensione e la compassione dei credenti, la comunità, l’unità.
Qual è il significato di ogni cammino? Camminare è essere alla ricerca di qualcosa, per esempio, al cammino di Santiago de Compostela ci sono persone di tutto il mondo che percorrono ogni tappa silenziosamente, un modo diverso di pregare.
Sei un grande conoscitore delle montagne e dei percorsi della nostra Isola, hai qualche rito da raccontare?
Da 27 anni festeggio i compleanni con un viaggio a piedi, zaino in spalla parto da Cagliari, faccio una piccola sosta a Isili per arrivare ad Aritzo.
Per chiudere quale valore trovi in tutto questo peregrinare? Ho trovato la fede, Dio e la Chiesa, penso che camminare sia una preghiera continua nel momento in cui si stacca il telefono e si osservano le meraviglie del creato, indipendentemente dai cammini consolidati nel tempo o da quelli nuovi.
Umberto Buffa
N.B. Le foto sono fornite dall’intervistato che ci autorizza la pubblicazione.