Maria Benoni, verso una pedagogia del teatro
Il teatro è quel magico luogo dove si possono realizzare i sogni, vivere le paure, affrontare il passato e il presente. Maria Benoni, classe 1964, attrice, autrice regista, ha fatto del teatro uno stile di vita. “Ho iniziato presto a interessarmi al teatro e all’arte, e quasi subito ho capito che non sarebbe stato solo un lavoro”. Il teatro è anzitutto un luogo vivo e di formazione. “Per questo motivo ho cercato un maestro speciale: Etienne Marcel Decroux, l’artista e l’uomo, che mi ha insegnato tutto quello che so”. Decroux attore e mimo, considerato il padre del mimo moderno:“ Era un uomo d’altri tempi. A un certo punto della sua carriera, decise di dedicarsi soltanto alla formazione degli artisti nella sua casa. Era un maestro di vita”.
Chi è l’artista? “ E’ colui che mette al centro l’essere umano e i suoi valori”.
Cos’è dunque il teatro? “Il mio maestro diceva: il teatro è un pretesto, ciò che conta è l ‘essere umano, se non si fanno esperienze di vita, se non si è conosciuta la gioia come il dolore, non si può fare teatro”. Sussane la moglie era anarchica come lui e apparteneva a una ricca famiglia, ma all’età di quattordici anni scappò di casa, rinunciando ai privilegi della famiglia d’origine. “Era una donna molto coraggiosa, nonostante fosse paralizzata agli arti, lavorava per noi con energia, entusiasmo e ironia. Un grande esempio”. Il teatro come scuola di vita, in sintesi. Da Decroux la conoscenza, il sapere che si svela nel senso dell’assoluto, dell’essenzialità, dove ciò che conta sono i valori umani, il rispetto, l’importanza del mettersi in gioco, di rischiare e di essere completamente immersi in quel che si fa. “E’ un lavoro su se stessi che forgia il carattere. Per Decroux non era importante, dopo aver frequentato la scuola, diventare attori. Molti dei suoi allievi hanno esercitato altri mestieri”.
Il teatro come disciplina educativa dunque, che potrebbe essere inserita nei curricula scolastici. “ A me non interessa fare spettacoli, la regista, ma offrire questa esperienza di crescita, la scuola di vita. Sono d’accordo con Karl Valentin quando disse che bisognerebbe istituire una teatro dell’obbligo, per l’arricchimento culturale che ne deriverebbe”. La cultura e le arti, non sono solo parole da leggere nei libri. Ma qualcosa di concreto e accessibile a tutti. Teatro, danza, canto dovrebbero essere praticate a partire dalla scuola di qualsiasi ordine e grado. Tutti dovrebbero farne esperienza. Perché il teatro è quello spazio- tempo dove si esprime la propria creatività, s’instaurano relazioni sociali, si impara a comunicare e conoscere se stessi.
”Ho viaggiato e vissuto in paesi e culture diverse, ho montato e smontato tanti luoghi del teatro: in carcere, nella scuola e perfino alle pendici di un vulcano”. Nel carcere minorile di Udine, alla fine del training un ragazzo disse :”E’ come se avessi un’altra carta d’identità. Sono un altro”. L’attrice conduce a Cagliari, degli stages teatrali, in collaborazione con Movimentonetto Laboratorioteatropermanente, concentrati nei fine settimana, che consentono di condividere alcuni momenti della giornata e che prevedono un saggio di fine lavoro.
Cristiana Sarritzu