“Vita da virus” come contrastarli

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Ne esistono migliaia, di tipi differenti dalle forme fantasiose e dotati di strategie raffinate per infettare l’ospite e sfruttarne le risorse. Sono piccolissimi, ma possono causare danni considerevoli tanto all’uomo quanto a piante e animali, dei quali del resto non possono fare a meno per crescere e moltiplicarsi. I biologi non li considerano neppure vere forme di vita, poiché nel loro minimalismo molecolare non posseggono tutte le strutture e le proteine necessarie per poter condurre un’esistenza autonoma e assicurarsi una discendenza. Stiamo parlando dei virus, un vero e proprio universo di fastidiosi parassiti con cui l’uomo si ritrova spesso a fare i conti e dai quali, in molti casi, riesce a stento a proteggersi. Diversamente da quanto accade con i batteri, contro i quali disponiamo di un gran numero di antibiotici efficaci, per combattere i virus abbiamo, infatti, poche armi e non sempre adeguatamente affilate. Fortunatamente, quelli che capita comunemente di incontrare, soprattutto nei primi anni dell’infanzia e nella stagione invernale, non sono particolarmente pericolosi e il nostro sistema immunitario riesce a contrastarli in modo efficace. Ciò non toglie che il loro ingresso e il loro soggiorno nell’organismo possano determinare l’insorgenza di tutta una serie di sintomi e malesseri poco piacevoli, che devono essere per lo più sopportati, ma possono venire in parte alleviati da alcuni semplici rimedi. Dal punto di vista strutturale e molecolare, i virus sono organismi semplici, ma interessantissimi. Innanzitutto, per le strategie che sono riusciti a mettere a punto nel corso dell’evoluzione per superare le difese immunitarie delle loro prede con risorse minimali. Ma anche per la forma dell’involucro che generalmente riproduce corpi geometrici più o meno complessi e articolati: prismi, cubi romboidi, cilindri, piramidi, nonché solidi esagonali, ottagonali, dodecagonali e cosi via. Al loro interno racchiudono in materiale genetico,Dna o Rna, e poche altre sostanze, ossia il minimo indispensabile per colonizzare la cellula e sfruttarne geni ed enzimi per i propri scopi: ossia replicare il proprio codice genetico e produrre migliaia di nuove particelle virali . Queste ultime faranno esplodere la cellula, liberandosi nel sangue o in altri fluidi del corpo ( per esempio, il muco nasale, o la saliva ) e andranno a infettare altre cellule dello stesso o di altri individui entrati in contatto sufficientemente ravvicinato con il primo. I sintomi di un ‘infezione virale non compaiono mai in modo immediato. Ciò dipende, in parte, dal fatto che alcuni di essi, come la febbre o la produzione di muco nasale, non dipendono direttamente dal virus, ma dalla risposta del sistema immunitario al suo ingresso nell’organismo e dall’infiammazione dei tessuti che ne consegue. E, in parte, da una precisa strategia sviluppata dal virus per riuscire a trasmettersi efficacemente a più persone. Prendiamo il caso del raffreddore e dell’influenza. Se un amico o un familiare starnutiscono a più non posso e hanno la febbre, pur senza evitarli, si cercherà di adottare accorgimenti indirizzati a limitare il contagio, come lavarsi le mani dopo ogni contatto, arieggiare frequentemente la stanza in cui soggiornano, evitare gli incontri troppo ravvicinati e così via. Il virus lo sa. Quindi, dopo aver conquistato il primo essere umano, per qualche giorno ( in media 2 o 3 ) se ne sta tranquillo: si moltiplica, ma non crea particolari disagi. Il malcapitato, ignaro, se ne andrà così a spasso, in autobus, a scuola o al lavoro, diffondendo ovunque particelle virali e mietendo a propria insaputa decine di altre vittime. Anche per questa ragione, influenza e raffreddore in inverno arrivano a provocare vere e proprie epidemie. Prede predilette di questi microscopici parassiti sono soggetti deboli e indifesi, come gli anziani caratterizzati da un sistema immunitario poco efficiente e spesso affetti da una o più patologie croniche, e i bambini, non ancora dotati di armi adeguate per combatterli prontamente. Anche adulti giovani e complessivamente sani però possono essere intercettati dai virus più facilmente durante periodi di intenso stress pscicofisico e affaticamento, di alimentazione insufficiente o inadeguata ( per esempio, durante diete dimagranti sbilanciate o troppo restrittive) o in concomitanza con piccoli malesseri occasionali.

Molti virus hanno una sola possibilità di infettare a tradimento, cogliendo l’ospite di sorpresa. Al secondo ingresso, il sistema immunitario, dotato di ottima memoria per gli ospiti indesiderati, li blocca prima che possano fare nuovi danni. E’ per questa ragione che di alcune malattie virali, come per esempio morbillo e varicella, ci si ammala una sola volta nel corso della vita. Purtroppo, però, la regola non vale per tutti. I virus meno pigri e più fantasiosi, infatti cambiano spesso aspetto presentandosi di volta in volta del tutto nuovi e sostanzialmente irriconoscibili al sistema immunitario. Maestri in questo gioco di trasformismo sono per esempio i virus dell’ influenza e del raffreddore, che riescono così a infettare milioni di persone a ogni stagione, favoriti nella loro proliferazione dalle basse temperature invernali.

LE VIE DEL CONTAGIO.

I virus possono trasmettersi attraverso molte vie. Quelli responsabili delle malattie da raffreddamento, come influenza e raffreddore, si trasmettono per lo più per via aerea, veicolati dalle minuscole goccioline di saliva o vapore mentre si parla o si respira. Lo stesso vale per le malattie esantematiche, come varicella,rosolia, morbillo e così via, nelle quali però il virus ha a disposizione anche un’altra via di contagio: quella del contatto diretto con il fluido presente all’interno delle vescicole che tipicamente compaiono sulla cute. Questa strada è quella usata in via del tutto esclusiva da virus come l’ Herpes simplex, responsabile delle febbri delle labbra, e dal Papilloma- virus, un microrganismo che può infettare la cute, determinando la comparsa di verruche, provocando conditomi, notoriamente alla base di oltre il 90% dei casi di tumore dell’utero. Altri virus, spesso causa di malattie gravi, possono entrare nell’organismo soltanto attraverso lesioni o ferite della pelle o delle mucose, veicolate principalmente dal sangue e, in misura più o meno importante, da altri fluidi organici infetti. Seguono queste modalità d’infezione i virus delle epatiti B e C e dell’Aids, che per questa ragione possono essere contratti soltanto in occasione di trasfusioni con sangue infetto, scambi di siringhe o rapporti sessuali non protetti con persone già ammalate. 

Costantino Mazzanobile