Società pet friendly, cani e gatti che riscaldano l’ anima
Non chiamateli ”solo” animali. Soprattutto non chiamatevi più ”padroni”. Che sia un pelosissimo certosino, un boxer festante o un divertentissimo mix di razze e talenti, il tempo del ”io uomo, tu bestia” è finito. Lo dicono i numeri: solo nelle case italiane abitano 7 milioni di cani e 7,5 milioni di gatti, la maggior parte dei quali considerati a tutti gli effetti membri della famiglia. E lo dicono i comportamenti, con l’agenda che si affolla di appuntamenti per ”lui” e la borsa si riempie di ogni ritrovato rigorosamente eco-friendly e a impatto zero, dalla sabbietta all’antiparassitario.
”Il numero di persone che scelgono di condividere i propri spazi vitali con un animale è in costante aumento”, conferma il dottor Stefano Cattinelli, veterinario omeopata e autore del libro ‘‘Che cosa mi vuoi dire?”. ”Siamo come di fronte a un’onda che preme fuori dalla porta di casa e vuole entrare – spiega – La novità sta nel fatto che sempre più persone sono nelle condizioni d’animo, o nella necessità interiore, di aprire questa porta”. Perché, spiega, ”l’animale entra nella nostra vita attraverso il mondo emozionale. La porta che apriamo è quella fisica della nostra casa, ma anche e soprattutto quella emotiva”. Il cambiamento passa in primis attraverso un nuovo modo di approcciare il tema della salute e la qualità del tempo condiviso. Proprio al pari di un figlio o di un partner. Ecco cinque passi per rafforzare quel legame, in verità, iniziato a sbocciare non appena i ”suoi” occhi hanno incrociato i vostri.
Nella nuova filosofia pet friendly l’animale di casa è un compagno di viaggio con cui condividere tutto, gioie e dispiaceri. Ogni volta troverà il ”suo” modo per esserci. All’umano va il compito di costruire una relazione felice, perché più è gioiosa la relazione, più gioiosa sarà l’educazione, efficace la cura e collaborativo il rapporto, anche con gli animali che ci aiutano nel lavoro, dai cani per il salvataggio alla pet therapy.
Il miglior diagnosta per Fido è colui che se ne occupa e lo osserva ogni giorno: ovvero voi. Parte da qui il nuovo approccio alla veterinaria, che al primo posto pone l’ascolto. Spesso, spiega il dottor Stefano Cattinelli nel suo libro, la malattia non è nel cucciolo, ma nell’animo del suo ”compagno” umano. Se la gattina non mangia o d’improvviso non è più socievole, può aver assorbito un nostro disagio o stress.
di Ilaria Rundeddu