Araldica che passione…
L’Araldica, da moderni Blasone appellata, è la scienza che dà delle regole per esplicare i metalli, i colori, le figure, gli ornamenti, i gridi, e le divise di uno scudo; e chiamasi Araldica per gli Araldi, che si trovavano nei Tornei, onde tener registro delle Armi dei Cavalieri che presentavansi per combattere. Molti Araldisti han fatto su questa scienza le più interessanti ricerche, e le danno un’origine antichissima. Segoing ne attribuisce l’invenzione ai tempi di Noè – Pietrasanta, Uptone, Moneti ed altri ne fanno risalire l’uso ai tempi eroici – Pierius e Panciroli, sull’autorità di antichi manoscritti di casa Maffei, descrivono il blasone delle coorti romane, che dicono essere composto di metallo, di colore, e di figure impiegate nello Scudo — Ficher appoggiandosi al capitolo VI della Germania di Tacito dice che gli Alemanni conoscevano il blasone – Granier di Cassagnac infine pretende che le armi esistevano sin dai secoli d’Augusto co’ simboli ed i segni impiegati nel medio-evo. Ma queste insegne usate sin dai tempi più remoti non furono che personali, e non si resero ferme, ereditarie, di smalti determinati, di certa disposizione ordinata per distinguere le famiglie e contrassegnare la nobiltà, che nel XIII secolo per le cure di Ludovico VII detto il Giovine, e di suo figlio Filippo Augusto. Il dotto gesuita p. Ménestrier non le da origine che dai Tornei, e fa la moderna voce blasone derivare da blazen parola alemanna, che significa suonare il como o la tromba; il che praticavasi nei Tornei quando giungeva un nobile, affin di far ragunare gli altri per esaminare le sue armi ed i suoi titoli — Egli da ai Tedeschi la gloria d’avere i primi introdotta l’usanza dell’arme, ed ai Francesi riserva quella d’averne fatta un’arte anzi una scienza; sono essi infatti che hanno formate le leggi araldiche, e che presentano le armi più regolari. Seguendo Ménestrier ho detto che l’origine del blasone venne dai Tornei; ed ecco come fu stabilita questa congettura – Lo scudo rappresenta il brocchiere che i Cavalieri portavano nei Tornei; gli smalti esprimono i vari colori delle armi, e degli abiti dei Cavalieri; la banda e la fasciamostrano il pendone o la sciarpa, il capriolo e la croce di S. Andrea rappresentano le barriere e le lizze; il palo la lancia; l’orlo il recinto del campo, dove facevasi la corsa. Gli ornamenti attorno delle armi detti dai Francesi lambrequins presentano i nastri, onde i cavalieri ornavano i loro elmi in onor delle Dame — I tenenti e i sopporti delle armi vengono dai paggi che portavano i detti scudi dei Cavalieri ed ai quali si davano gli abiti di selvaggi, di leoni o di figure d’uomini.
Costantino Mazzanobile