Lingua inglese, i 5 errori più comuni tra gli italiani
La maggior parte degli italiani inizia a studiare inglese già durante l’infanzia o l’adolescenza, e dopo anni passati sui libri alla risposta “Do you speak English?” continua a rispondere “A little”. Ecco i 5 errori più comuni fra gli italiani alle prese con la lingua della Regina individuati per l’ANSA da ABA English, accademia online di inglese con oltre 8 milioni di alunni e la cui app è stata premiata come Migliore App Educativa del 2015 (Best Educational App Award) ai Reimagine Education Awards, meglio noti come gli “Oscar dell’educazione.
1. Gli inglesi vengono da Marte, gli italiani da Venere
Tutti gli italiani alle prese con lo studio dell’inglese si sono chiesti almeno una volta perché si deve usare l’ausiliare DO nelle domande. La risposta è molto semplice: perché l’inglese è una lingua germanica. Le due lingue hanno antenati linguistici diversi e questo comporta enormi diversità nella struttura grammaticale.
2. Espressioni diverse per descrivere mondi diversi
Un altro errore che fanno spesso gli studenti, soprattutto se alle prime armi, è di tradurre alla lettera espressioni idiomatiche. Si crede che tutti usino gli stessi modi di dire e il risultato è un messaggio indecifrabile per un nativo.
Un esempio? Provate a dire it’s a kid play a un inglese e sicuramente non capirà che state parlando di una cosa semplice. Per lui “semplice” si dice “è un pezzo di torta” (It’s a piece of cake). Allo stesso modo, se un amico inglese prima di un esame vi dice break your leg, non guardatelo storto, vi sta solo augurando buona fortuna.
3. È un lui o una lei?
Esiste poi il problema del genere. Nella lingua della Regina, le parole non sono declinate per genere e quindi non sapremo mai, se non dal contesto, se ad esempio la parola friend si riferisce a un amico o un’amica. Spesso gli studenti italiani fanno confusione anche con gli aggettivi possessivi. Infatti il genere si stabilisce in base al possessore e non in base all’oggetto. Ovvero, in italiano la sua macchina può essere la macchina di un uomo o di una donna, mentre in inglese l’espressione her car indica che il proprietario dell’auto è una donna.
4. Si scrive “E” si pronuncia “I”
Quante volte abbiamo sentito dire che l’inglese è difficile perché si scrive in un modo e si pronuncia in un altro? Per esempio il suono “el” si può scrivere “el” come in novel ma anche “le” come in little.
“Ovviamente per gli italiani è uno degli aspetti più complicati da affrontare perché sono abituati a una lingua dove la maggior parte dei suoni corrisponde sempre alla stessa lettera o sillaba” –ricorda Maria Perillo, Chief Learning Officer di ABA English. “Un trucco che aiuta molto gli studenti a superare questo problema, soprattutto all’inizio, è cercare di associare la pronuncia alla scrittura, per esempio guardando film sottotitolati”.
5. Un soggetto sempre presente
Gli italiani dimenticano spesso di mettere il soggetto in inglese. Infatti, nella lingua di Dante il soggetto si può quasi sempre omettere, perché deducibile dalla terminazione verbale. Per questo possiamo dire “ho giocato” senza dover dire “io”. Ma nella lingua di Shakespeare è tutta un’altra storia. Se dico “played” potrebbe essere qualsiasi soggetto tanto singolare come plurale.
di Ilaria Rundeddu