Una giornata nazionale per la salute della donna
Dedicare più attenzione all’universo femminile significa diffondere l’importanza di una cultura della prevenzione che affronti il tema della salute come educazione permanente, tale da consentire un’azione di contrasto efficace e a lungo termine rispetto all’insorgere di specifiche e gravi patologie.
Sarà una settimana di incontri aperti alla popolazione e visite gratuite su tutte le problematiche femminili, nell’ambito dell’iniziativa “Open week”, promossa a livello nazionale da Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna), dal 22 al 28 aprile, in tutti gli ospedali che hanno ottenuto il bollino rosa.
L’istituzione della Giornata Nazionale per la Salute della Donna potrà anche essere di stimolo per la definizione di progetti di ricerca che studino «al femminile» le problematiche di molte malattie perché, come spiega il prof. Antonio Rebuzzi, direttore di cardiologia intensiva del Policlinico Gemelli, «in ambito cardiologico, tutte le sperimentazioni sui farmaci sono fatte per gran parte sugli uomini e alla fine le donne ricevono farmaci “adattati” a loro. Inoltre, tutte le statistiche fatte sul ritardo del tempo di arrivo in ospedale dei pazienti con infarto, evidenziano che sono sempre le donne ad arrivare tardi. Insomma, le donne sono curate peggio e con farmaci per uomini. Con questa Giornata le donne possono capire l’importanza della prevenzione e riaffermare il loro diritto ad essere curate almeno alla pari».
Diffondere la cultura della prevenzione in tutte le fasi della vita della donna, adolescenza, sviluppo, gravidanza, post parto, menopausa, senescenza, è proprio l’obiettivo di Atena Donna che – come spiega la presidente Carla Vittoria Maira – ogni mese organizza incontri con gli specialisti nelle aree più periferiche e popolari così da raggiungere quelle donne più bisognose di attenzione come quelle sole, anziane, separate e con difficoltà economiche». A distanza di soli due anni dalla sua creazione, Atena Donna è già diventato un punto di riferimento per l’informazione e la prevenzione, ma continua ad evolversi grazie ai riscontri delle dirette beneficiarie e alla differenziazione delle iniziative.
di Ilaria Rundeddu