Quarta Mostra didattica Man Ray
La Quarta mostra didattica di LABORATORIO XIX EDIZIONE 2013 del centro culturale Man Rey a cura di Stefano Grassi e Ivana Salis, progetto e direzione artistica Wanda Nazzari, è dedicata al ritratto.
Inaugurazione venerdì 18 ottobre alle ore 19.00, presso La Galleria La Bacheca, via dei Pisani 1, Cagliari, il Centro Culturale Man Ray.
La mostra è inserita all’interno di “NEW FRONTIERS”, programma di scambio di residenze studentesche scuole di fotografia Cagliari / Berlino. Progetto e direzione artistica Wanda Nazzari.
Le fotografie in mostra sono di: Andrea Arduini, Ivana Barrili, Emma Boi, Anna Rita Deiana, Anonymous Heart, Mayuli Martinez, Roberta Masala, Martina Nioi, Chiara Scano.
Dal 18 ottobre al 29 ottobre 2013 sarà possibile visitare l’esposizione tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 18.00 alle 20.00, presso La Bacheca di Cagliari.
I progetti fotografici degli allievi della Man Ray Photo School sono realizzati con la determinazione di chi vuole comunicare attraverso una molteplicità di prospettive visuali. Nell’anno accademico 2012-2013, il raffronto con l’ambito artistico della fotografia internazionale ha avuto modo di farsi concreto e diretto, grazie al programma di residenza didattica e di scambio professionale con la scuola di fotografia Photo Academy Urbschat di Berlino, inserito all’interno del più ampio progetto “New Frontiers”, curato da Wanda Nazzari. La rassegna prevede cinque mostre in cui sono presentati i lavori dei giovani della Man Ray Photo School, seguiti dal direttore.
Osservando i lavori degli allievi si scorgono diverse visioni della vita, in un percorso che svela le attitudini personali di ognuno.
Ivana Barrili si ispira al lavoro di Man Ray, con la sua “Scacchiera Surrealista”. L’installazione di grandi dimensioni ripercorre le potenzialità espressive e ironiche dei colleghi, prestatisi come interpreti in diverse pose, ciascuno ripreso in due versioni di se stesso o dell’altro da sé, con un forte richiamo alla trasfigurazione della persona in personaggio.
La “silhouette”, è resa con estremo senso del movimento nel lavoro di Andrea Arduini. Il moto dinamico dei corpi nello spazio animato della città, è espresso sensibilmente, tanto da personalizzare quello stesso luogo, caratterizzandolo con l’andatura propria di ciascun soggetto.
Nelle immagini di Martina Nioi, l’introspezione di quella tipica ansietà contemporanea, si esprime in una sensazione di paura e impotenza diffusa, generata da una società avvilente, che non lascia spazio a cedimenti di nessun genere: dietro le sbarre, dentro la gabbia, ognuno di noi si è sentito, almeno una volta, intrappolato.
Emma Boi lavora su se stessa, l’immagine del suo autoritratto è sdoppiata in due “riflessi”. Lo specchio e la fotografia producono la terza dimensione dell’io, nella duplicità del moto interiore espresso con la mimica di un volto emaciato, ombreggiato dall’alone nero del terrore. È la paura di vedere se stessi, non volendone riconoscere l’immagine.
Il colore vivace si espande e contagia il circostante nei “portraits” di Mayuli Martinez. Il volto femminile è simbolo di luoghi in cui la cultura indigena si legge nella personalità del soggetto. Il suo approccio è tipico di una fotografia che carpisce l’occhio e non lo lascia andare, portando l’osservatore a contatto con la straripante vita del soggetto.
Anna Rita Deiana esprime la determinazione necessaria per coltivare le proprie passioni, in due formati che si contrappongono per misura e sintassi. La composizione in successione veloce dei momenti caratterizzanti la danza o lo sport, lascia il posto, in grande formato, all’immagine della performance conclusa, con una danza che sboccia in forte virgulto.
Roberta Masala fa un salto nell’atmosfera degli anni Settanta. La moda è l’aspetto della cultura di massa che maggiormente invade la società, ma qui non v’è traccia della maestosità dell’icona femminile, piuttosto un gusto vintage e retrò, che trasogna le trasparenze dell’aria in un ricordo.
Anonymous Heart invece, ritrae una modella segnata dalle tracce preparatorie di un intervento di chirurgia estetica. Questa “Modern Cleopatra” non avrà mai il fascino dell’icona egizia, ricordata oltre i millenni per il suo autentico splendore, ma solamente una personalità destinata a essere continuamente negata.
I bambini sono il soggetto che Chiara Scano ha scelto per i suoi ritratti. Ripresi nella dolcezza di un sorriso o mentre furbamente combinano delle marachelle, sono lo specchio della spontaneità che si perde, della freschezza di volti in cui ancora non alberga la disillusione.
Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Banco di Sardegna e dal Comune di Cagliari.