Il fiore d’acqua raccontato da Alessandra Roggia
Ed anche quest’anno sono qui, amici di Rivista Donna, per condividere con voi la soddisfazione nell’aver pubblicato il mio terzo libro.
Si tratta di una raccolta di poesie intitolata “Il fiore d’acqua“, edita da Lupi Editore.
I versi sono stati scritti in due lingue: italiano ed inglese; ma non si tratta della traduzione da un idioma all’altro: le mie parole sono nate “di getto“, in base al suono che percepivo più congeniale all’idea che volevo dare; chi ha letto il libro, trova che le poesie in inglese siano più allegre, a tratti ironiche, rispetto a quelle madrelingua.
In effetti è proprio così, e riflettendoci, ho provato a dare una motivazione a questa scelta: probabilmente, l’attenzione per la quotidianità del mio Paese, e l’ovvia, naturale immersione nelle sue problematiche, hanno fatto sì che l’utilizzo internazionale dei sostantivi abbia creato in me una sorta di serena evasione, assottigliando il peso del concreto e sfruttando a piena fantasia quell’universo parallelo che nient’altro è che l’ignoto.
Ciò che non si conosce, nonostante sia oscuro, rappresenta pur sempre per le persone una seconda possibilità, un’uscita di sicurezza… la ricerca di quella leggerezza di spirito lontana dall’ufficio; quell’allegria bramata da chi è in procinto di affrontare un viaggio, allontanandosi – anche se solo momentaneamente – da tutte le responsabilità temute ed interiorizzate.
Ecco dunque che un’altra lingua, rappresenta in qualche modo un altro mondo.
Che probabilmente non è migliore del nostro, ma la peculiarità della natura umana è proprio quella di cercare altrove una felicità di cui si è già, inconsapevolmente, in possesso.
(A proposito di ciò, chiacchierando con un amico, ci è venuto in mente il cartone animato degli anni Ottanta “Il fiore dai sette colori“. Cercatelo sul web, mi darete ragione!).
“Il fiore d’acqua” è nato così: tra lo sguardo perso dietro ad una finestra invernale e le voci assordanti dei ragazzini in metropolitana. Bevendo una tazza di the, guardando il telegiornale in TV.
Ascoltando la canzone del momento, mentre salivo sui tacchi per uscire con le amiche, di sabato sera (già, perché se nel vostro immaginario le scrittrici sono tristi, malinconiche, solitarie e poco avvezze alla vanità, beh, oggi sono qui per farvi ricredere!)
La mia poesia, in effetti, ha provato a mixare più momenti di vita, più attitudini, più facce, voci, risate… più e più di tutto, proprio perché non esiste forma di scrittura che sappia esprimere al meglio i minimi dettagli della nostra esistenza: quelli più emozionanti ma anche quelli più effimeri ed apparentemente più superficiali.
Ogni sensazione, suono, sguardo… tutto è poesia… ogni cosa che valga la pena di essere raccontata può trasformarsi in versi, rime e metafore; il miracolo consiste proprio nel fatto che essa sia in grado di tramutare un paesaggio in melodia, renderlo “sonoro”, regalargli “musicalità”; ciò che osserviamo con gli occhi, grazie alla poesia, può cominciare a vivere, nonostante sia statico, composto. I colori che vediamo possono vibrare, le voci che ascoltiamo, possono essere zittite, e tutto può essere potenziato o ridimensionato a seconda della sensazione del momento.
Poesia significa cogliere il proprio senso sulla realtà e rimandarlo all’esterno in una forma completamente nuova rispetto a quella con cui esso è stato concepito.
“Il fiore d’acqua” nasce dall’esigenza di esprimere il mio punto di vista su una realtà piuttosto vasta, anche se il filo conduttore di tutta la raccolta è la natura.
La sua essenzialità, la sua nudità, il suo esistere privo di artifici, la rendono terreno fertile per assecondare la mia ispirazione; è come se la mia mente necessitasse di uno sfondo neutro per materializzare al meglio le idee e renderle protagoniste assolute, integre nella loro chiarezza, nella loro immediata onestà.
Ed ecco quindi che i quattro elementi fondamentali, aria, acqua, terra e fuoco, si mescolano e si fondono per poi allontanarsi nuovamente, plasmando ed equilibrando le emozioni, assecondandole ed omaggiandole di infinite sfumature.
Come una tela pronta per essere riempita dai colori di un pittore, così questo libro ha provato a disegnare tutto ciò che la mia mente ha colto nel mio vivere.
Quel vivere, per tutti, così fugace e fuorviante dalle nostre reali passioni, spesso ingrigito da problemi effimeri e talvolta così alto e prepotente dal renderci incapaci di superarlo.
Anche il fiore d’acqua, un tempo, credeva che lo stagno lo avrebbe costretto ad una vita piegata e sepolta dal fango; ma ebbe modo di ricredersi, quando la sua reale natura emerse dalle acque, spingendolo verso il sole, ed aprendo i suoi petali ad una vita di rara, travolgente bellezza.
Alessandra Roggia