Le origini della nobile lingua italiana
Sotto l’etichetta di italiano vengono comprese realtà assai diverse fra loro: la lingua di Dante è altra cosa rispetto alla lingua di oggi, cosi’ come diverso è l’italiano di Milano e di Napoli e ancora diversa è la lingua a seconda del grado d’istruzione o della classe sociale, o a seconda dell’interlocutore che il parlante si trova di fronte o della situazione in cui ci si trova. Non ha vita, se non nelle pagine dei libri, la lingua priva di varietà. I linguisti sintetizzano in termini tecnici questo concetto parlando di varietà diacroniche, diatipiche, diastratiche, diafasiche. Ma una lingua quando impone e diviene il mezzo normaledi comunicazione di una comunità, subisce anche un processo che tende a ridurre gli scarti fra le diverse varietà : è quello che i linguisti chiamano processo di standardizzazione.Esiste un italiano standard, cosi’ come esiste un francese,un inglese, un tedesco, uno spagnolo standard. La standardizzazione non annulla totalmente le varietà;Può anzi accadere che alcune di queste si affermino come varietà autonome: l’inglese d’America rispetto d’Inghilterra, lingue oggi ampiamente differenziate nella pronunzia e ormai anche nella grafia. La standardizzazione è divenuta più rapida e intensa grazie all’invenzione della stampa e, più tardi,dei mezzi comunicazione di massa, che hanno enormemente facilitato la produzione e la diffusione di testi.Ma il mutare delle situazioni e di mode e il rapido evolversi della lingua stanno oggi cambiando i contorni di questo sviluppo.
Fino a pochi decenni fa, per una serie di ragioni storiche e culturali, esso era orientato dalla varietà fiorentina: chi voleva scrivere o parlare il buon italiano doveva, come il Manzoni, risciacquare i propri panni in Arno. Oggi non è più così;l’italiano di oggi è policentrico, e la varietà fiorentina è una fra le tante, e anzi, sia la pronunzia sia la nella lingua scritta, forme divergenti dall’uso fiorentino sono talora tollerate talora accolte come norma: nessuno si sognerebbe più di riprendere pronunzie come tempo(con e chiusa,o zio con z sonora).Come risultato di questo odierno policentrismo, si è ampliato lo spettro di ciò che è ammesso e di conseguenza è divenuto più difficile distinguere fra ciò che è accettabile e ciò che deve essere considerato ancora estraneo alla lingua comune.
Costantino Mazzanobile D’Aragona