Regina di cuori e di tradizioni con “La cercatrice di corallo” L’oro rosso di Vanessa Roggeri è la sua scrittura
Il poeta latino Ovidio enuncia nella sua “Metamorfosi” che quando l’eroe greco Perseo recise la testa di Medusa, il sangue del mostro innaffiò il mare. Il potere della gorgone era quello di pietrificare col solo sguardo qualunque cosa. Così il suo vigore andò ad adagiarsi su alcune alghe trasformandole in pietre rosse, chiamate corallo.
E’ la vigile scrittura il corallo di Vanessa Roggeri: meravigliosa, soffice, avvolgente.
E con il terzo romanzo della sua fresca carriera pubblicistica, ha raggiunto l’apoteosi e una dimensione di scrittrice di prima grandezza dove emergono con esuberanza le peculiarità della sua penna minuziosa.
Con “La cercatrice di corallo”, Vanessa è regina come la straordinaria protagonista del libro, fanciulla dal sapore di Sardegna, forte e travolgente come le onde che è solita cavalcare alla ricerca dell’oro rosso che notoriamente ha la capacità di donare fortuna e ricchezza a chi lo possiede.
Il libro è l’ostentazione di una spaccato dell’isola intrinseca e misteriosa del secolo scorso con una documentazione particolare dove affiorano ancora una volta le tradizioni, i riti, le scaramanzie e il carattere vigoroso e volitivo delle sue genti.
Vanessa- Regina si immerge nelle acque cristalline che assediano l’isola, libera ed affabile come è nella sua sensibilità, a bordo di una esclusiva ed immaginaria corallina chiamata non a caso Medusa.
Lo ha predisposto questo itinerario al di là del mare dopo “Il cuore selvatico del ginepro” e “Fiore di fulmine” che l’hanno posta indelebilmente nel cuore del suo popolo, attraverso cospicue vicende di trepidazione che hanno elargito potenti suggestioni ai suoi attenti lettori che si sono immedesimati nelle sue eroine.
Come Ianetta a Baghintos, dove ci si è trasportati in una Sardegna spesso arcaica ed arcigna, difficile da penetrare e redimere. E le attinenze sono proseguite con il fascino e la sottigliezza d’indole positiva di Nora Musa, dove i virtuosismi narrativi sono stati esplicati, con mente sapiente.
Capolavori, che sono sempre dannatamente complicati da replicare per lasciare segni incancellabili nella mente di chi si avventura nella lettura.
Eppure Vanessa con l’ultimo romanzo, ha saputo superarsi con estrema funzionalità e matura cognizione di causa. Regina ed Achille come Romeo e Giulietta nella famosa contrapposizione storica veronese del 1300 scandita da memorie shakespeariane, dove gli sviluppi familiari hanno stravolto i colori più belli che solo l’amore sa accordare, affrescando la trama di sfumature più fosche.
L’incedere veloce e conciso della narrazione ha dato vita ai vari personaggi della famiglia Derosas distribuita tra un’assolata Borutta nel cuore del Meilogu e la Rocca delle Tre Palme, ad un passa dal mare, con un’aura protettrice sulle dinamiche di ognuno di loro seppur le contrapposizioni esistenziali forti e prepotenti, abbiamo plasmato comunque sinergie e clemenze. Non c’è il bene e il male. C’è una reale trasposizione di una Sardegna arcaizzante che ognuno di noi, lettori avidi di memorie malinconiche, desideriamo respirare da sempre.
Quando Vanessa riemergerà dal tuffo infinito nei fondali delle azzurre acque, dopo un’apnea emotiva interminabile con il suo personale “corallo bianco”, quello che la leggenda proferisce portar eterna fortuna, riuscirà a giungere alla terraferma al di là del Tirreno affinché il suo nome possa essere conosciuto ed apprezzato.
E’ necessario che la sua “Isola di San Pietro”, atto finale e risolutivo nel suo romanzo, sia l’opportunità di varcare i confini regionali per dare luce e contorno alla sua immagine di scrittrice in un panorama più ampio e selettivo. E che risulti, a conti fatti, un nuovo punto di partenza paziente e meritato.
La nostra eredità è molto simile a quella che Vida ha ricevuto da suo padre Achille: libri che raccontano storia ed emozione. Del nome di Vanessa Roggeri e delle sue pubblicazioni arricchiamo le librerie, lasciando le sue opere in bella mostra. E la creatività della “regina” cagliaritana ha un dono particolare, ovvero rendere tutto attuabile ed indelebile attraverso la magia della sua penna che corre irriverente su un foglio bianco in una trasposizione continua tra mente e cuore.
Massimiliano Perlato