Carnevale 2018 le origini…
L’8 febbraio è il Giovedì grasso. Il Martedì grasso è il 13 febbraio, poi parte il rito Ambrosiano
Immaginate una settimana, in cui potete essere una persona totalmente diversa da quello che siete durante il resto dell’anno. Così gli antichi, ma anche il Rinascimentoitaliano (La poesia carnevalesca per eccellenza è Il Trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo de’ Medici: «Chi vuol esser lieto sia, di doman non c’è certezza»), vivevano il Carnevale. Cosi’ l’Italia ha portato questa festa nel mondo.
Ovviamente greci e romani non lo chiamavano così, ma avevano una «festa della follia» in cui tutti i ruoli sono ribaltati: il ricco diventa povero, il servo padrone. Ci si riesce mascherandosi.
Il giovedì grasso è il secondo più importante giorno del Carnevale, passato martedì tutto torna alla normalità, anzi alla penitenza della Quaresima. Nel 2018 giovedì grasso è l’8 febbraio, martedì grasso è il 13.
Ci sono più ipotesi sull’inizio del Carnevale. Chi dice il giorno di Santo Stefano, chi dopo il 6 gennaio, chi segnala il 17, sempre di gennaio. Certa la chiusura, con l’unica eccezione del rito ambrosiano. I giorni di maggiori festeggiamenti sono di solito gli ultimi che precedono il mercoledì delle ceneri che apre ufficialmente la Quaresima. È comunque una festa mobile perché legata alla Pasqua, cioè la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera.
GLI ANTICHI
Gli storici collegano il Carnevale ai Saturnali degli antichi Romani. Coincidono per periodo al nostro Carnevale, ma sono collegabili più al passaggio l’anno vecchio e quello nuovo che cadeva in questi mesi per il calendario romano. Le dionisiache greche sono feste simili, in cui le regole sociali venivano temporaneamente eliminate, una sorta di caos prima del nuovo ordine.
Il nostro Carnevale però è legato al Cristianesimo. Il Carnevale viene immediatamente prima della Quaresima, il periodo di penitenza e digiuno prima della Pasqua. Carnevale e Quaresima sono due rituali opposti e collegati. È festa di ricchezza il Carnevale e anche un po’ di spreco: l’uso è lanciare cose, dai coriandoli alle stelle filanti.
La parola Carnevale viene dal latino carnem levare e ancora una volta è un riferimento a quello che viene dopo, quando si deve togliere la carne per il digiuno. Una tradizione quella del Carnevale che è italiana d’origine ed esportata nel mondo. Un elemenmto comune a tutti sono i coriandoli, ma sui coriandoli si sa poco;
i coriandoli sappiate che questi pezzetti di carta se li è inventati nell’Ottocento Enrico Mangilli da Crescenzago, ingegnere di professione, che commercializzò i cerchietti della carta usata per l’allevamento dei bachi da seta. All’estero i coriandoli si chiamano confetti. Il nome è comunque italiano e viene dal Rinascimento quando si lanciavano dolcetti o piccoli semi ai matrimoni e durante il carnevale.