Venezia ‘miracolosa’, edizione d’autore e donna
ROMA – Lo si poteva immaginare che questa 77/ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2-12 settembre), presentata oggi in streaming da Roberto Ciccutto, neo-presidente della Biennale, e Alberto Barbera, direttore artistico, non sarebbe stata come le altre. Era inevitabile causa Covid-19. Ne è uscita così fuori una Venezia con meno titoli complessivi (poco più di 60), 18 film in concorso (quattro italiani e ben otto registe in corsa) e con un’anima da Berlinale dove tradizionalmente c’è più attenzione alla qualità che al glamour.
“Non è un festival autarchico” ci tiene subito a dire Barbera che in questa edizione mette in campo in concorso un quartetto italiano composto da LE SORELLE MACALUSO di Emma Dante, MISS MARX di Susanna Nicchiarelli, PADRENOSTRO di Claudio Noce e il documentario NOTTURNO di Gianfranco Rosi. Niente TRE PIANI di Nanni Moretti, come già previsto, a cui Barbera però dedica forse, indirettamente, un appello quando dice che “oggi nel mondo del cinema c’è troppo panico e poco coraggio”, soprattutto nel caso di quei film che hanno paura di uscire all’aperto e preferiscono aspettare. Una cosa quest’ultima che è forse, azzarda, uno sbaglio di strategia. Tornando agli italiani in selezione ufficiale, va ricordato che saranno presenti LACCI di Daniele Luchetti, fuori concorso in apertura, e poi LASCIAMI ANDARE di Stefano Mordini, in chiusura .
Questa mostra ‘trapezista’ (proprio come i trapezisti del manifesto di Mattotti) “ha però il cuore salvo” ci tiene a dire Barbera: “È la stessa degli anni scorsi, ma senza quei due o tre blockbuster Usa e forse con più attenzione al cinema d’autore di tutto il mondo. Non vedo insomma differenza – conclude- in termini di qualità e rappresentatività, nonostante inevitabili condizionamenti sui film disponibili”. Di fatto scendono in campo due produzioni Usa come NOMADLAND di Chloé Zhao e THE WORLD TO COME di Mona Fastvold, e poi film da tutte le parti del mondo, dall’ Azerbaijan (IN BETWEEN DYING) all’Iran (SUN CHILDREN) , dal Giappone (WIFE OF A SPY) alla Francia, dalla Polonia all’India (THE DISCIPLE), fino alla Russia e al Canada. Nei temi spiccano la famiglia, la questione femminile, l’attenzione alla crescente ingerenza dello stato nella vita dei singoli Tra le misure di prevenzione al Lido: proiezioni multiple “con più ingressi e con prenotazione”, sottolinea Ciccutto che aggiunge: “Ci affidiamo al senso di responsabilità di ognuno di noi”.
E ancora in tema di sicurezza: i 6000 posti tradizionali saranno ridotti del 50 per cento, un danno in parte compensato dalle due arene al Lido, che hanno 800 posti, e poi dal cinema Star di Venezia. Mentre per quanto riguarda le conferenze stampa saranno in loco, come sempre, ma anche trasmesse in streaming per chi non potrà venire. Sulla possibile sinergia con il Festival di Cannes, di cui si è parlato a più riprese, Ciccutto ci tiene a dire come le sue parole di chiusura versoThierry Fremaux, delegato generale della manifestazione francese, siano state male interpretate, mentre Barbera annuncia che il dialogo non si è mai interrotto e che ci sarà molto probabilmente un’iniziativa comune ancora da definire. Nel lungo incontro stampa, un po’ tutta la storia di questo festival difficile da realizzare (solo a metà giugno si è capito che si poteva azzardare) e, per certi versi, ancora legato agli sviluppi della pandemia, il tutto sintetizzato da una frase di Barbera: “È stato come un miracolo, una cosa comunque che non vorremmo mai replicare”.